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S I C U R E Z Z A
P R O V E di R E S I S T E N Z A dei M A T E R I A L I per L'A S S I C U R A Z I O N E
"Relazione tecnica a cura di Davide Martini (I.N.A.)"
Nella giornata del 21 febbraio 2009 si sono svolte, alcune prove di grande interesse pratico sul comportamento dei materiali per l’assicurazione su via ferrata alla torre artificiale della Commissione Centrale Materiali e Tecniche (C.C.M.T.) del C.A.I. Il laboratorio sperimentale sorge alla periferia di Padova ed è un vanto per il sodalizio, essendo praticamente unico al mondo. Normalmente qui vengono effettuate prove dinamiche di caduta coi materiali per l’arrampicata; l’esperienza sui “kit da ferrata” è stata una prima assoluta e per questo la Commissione ha ringraziato la nostra Scuola e la Sezione dell’iniziativa - l’organizzazione di un evento così interessante e sentito per gli escursionisti - e per l’allestimento del materiale necessario, progettato e fornito per le prove. La slitta della massa metallica di 80 kg della torre, utilizzata solitamente per le prove di caduta, è stata dotata di un cavo e di un supporto metallico d’impatto per i moschettoni, in modo da permettere la simulazione di un tratto verticale di “via ferrata” su cui far precipitare la massa stessa collegata al kit di sicurezza.
Foto 1 - La Torre laboratorio
Grazie ad una piastra aggiuntiva, l’impatto è stato provato sia contro un fittone di forma cilindrica che su una superficie piana.
Foto 2 - Disegno del supporto del cavo metallico, nella configurazione per l’impatto su fittone e su piastra piana.
"Obiettivo delle prove"
L’esperienza è stata organizzata nell’ambito delle attività di collaborazione che la Scuola di Alpinismo fornisce al numeroso gruppo escursionistico Sezionale. In particolare si è voluto sottolineare la necessità della corretta dotazione personale dei kit di auto-assicurazione per i frequentatori dei sentieri attrezzati, in relazione alle recenti disposizioni suggerite dalla normativa europea e delle buone regole di utilizzo dei materiali stessi. L’uscita pratica è stata anticipata da una lezione teorico-didattica, svolta presso la palestra di arrampicata indoor di Lunetta, sui temi della catena d’assicurazione e sull’entità delle forze sviluppate durante una caduta su percorso di tipo verticale. Gli Istruttori hanno evidenziato gli aspetti fisici fondamentali che regolano la dinamica dell’evento più pericoloso, per chi si cimenta lungo questi arditi percorsi attrezzati, nonché il comportamento strutturale dei materiali utilizzati per l’assicurazione, le caratteristiche ed i loro limiti progettuali. Si è sottolineata l’esigenza dei capi gita di richiedere ai partecipanti alle escursioni su sentieri attrezzati, oltre al normale materiale di protezione personale come caschetto, imbracatura e guanti rinforzati, l’adozione di kit di assicurazione (moschettoni di tipo “K”, cordini e dissipatore di energia) solo di tipo omologato, aggiornati alle più recenti disposizioni, nonché al loro corretto utilizzo secondo le disposizioni del “manuale d’istruzione” che ogni rivenditore deve fornire al momento dell’acquisto. Come si vedrà nel seguito, l’evento più disastroso per un alpinista non si realizza, infatti, solo ignorando le più elementari norme di sicurezza o utilizzando materiale non appropriato all’attività, ma anche usando materiale idoneo con un cattivo procedimento. L’incertezza progettuale maggiore dei kit è quella dovuta al comportamento dei moschettoni nell’impatto contro il punto di ancoraggio del cavo metallico della ferrata; questi elementi della catena di assicurazione, per diversi motivi possono trovarsi a lavorare nell’urto in una direzione di carico di tipo non preferenziale. Allo scopo sono stati progettati ed imposti dalle normative (UIAA-128 prima, l’EN-958 poi) i così detti connettori di tipo “K” che richiedono per l’omologazione, oltre che una resistenza maggiore nelle direzioni convenzionali d’utilizzo, anche un test di resistenza a flessione dell’anello in lega, proprio per simulare questa possibile azione indesiderata che si sviluppa sul connettore. Le prove effettuate hanno mostrato che questo aspetto primario nella rottura, può essere ridotto notevolmente (ovvero, diventa meno importante di altri) con l’adozione, oltre che dei moschettoni di tipo “K”, dell’assorbitore di energia (il dissipatore). Visti i primi risultati confortanti delle prove pratiche in questa configurazione non ci si è quindi dilungati sulle verifiche di rottura dei connettori secondo lo schema flessionale, anche perché l’evento è comunque ben documentato da verifiche della C.C.M.T. e della C.L.M.T. (Commissione Lombarda Materiali e Tecniche). Si è posta maggiormente l’attenzione sul dissipatore (che è il “freno” del sistema di protezione individuale) e sulla corda/fettuccia che in esso scorre, elemento questo fondamentale per la sicurezza. Si è cercato nelle prove, di impostare un assetto ottimale dei componenti il kit sotto esame, per evidenziare maggiormente altri problemi o possibili lacune strutturali. Come prima conclusione possiamo affermare che i kit di assicurazione, conformi alle buone regole di utilizzo pratico, si sono comportati ottimamente, andando a cedere solo quando veniva imposto loro, in modo volontario, un evento “esterno” particolarmente critico o quando raggiungevano un numero di cadute improbabili nella realtà; abbiamo osservato con soddisfazione che anche alcuni kit autocostruiti, di tipo ormai superato e non conformi alle direttive, hanno dato risultati confortanti.
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