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Caratteristiche
- Tecnicamente facile resa faticosa dal dislivello e dall'esposizione al sole in estate.
- - Riva-attacco ferrata: 1.50h
- ferrata dell’amicizia: 1.30h ore
- tempo di percorrenza in totale: 5.30h - 1200mt. complessivamente la salita.
- - Comune di Riva del Garda
- capanna di S.Barbara (aperta la domenica, da ottobre a maggio) - STAMPA
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 1.2 |
Esposizione | 3.8 |
Varietà passaggi | 1.2 |
Impegno fisico | 4.2 |
Interesse paesaggistico | 3 |
Numero votazioni | 69 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata "dell'AMICIZIA"
Cima S.A.T.
segnalata da GIOVANNI DESI - 2013
Nata per iniziativa del gruppo rocciatori di Riva del Garda (G.R.A.M.), la via ferrata dell’Amicizia risale le ripide pareti della Rocchetta a picco su Riva e termina a cima Sat, una delle tante vette del gruppo montuoso gardesano. Inaugurata nel 1972, è una delle più frequentate dell’arco alpino e può essere percorsa in tutte le stagioni dell’anno. Offre uno stupendo panorama sul lago di Garda e sui monti circostanti. E’ detta anche “Via del Centenario Sat.
AVVICINAMENTO
Da Riva -80mt- in direzione per Limone, sulla Gardesana occidentale, si sale con segnavia n.404 lungo una comoda e lastricata stradina che, con numerosi tornanti, conduce a un bivio ove si seguita a sinistra (sud) fino al Bastione, fortezza veneziana a pianta circolare del 1508, recentemente ottimamente restaurata. Appena prima della fortificazione, il sentiero prende a destra e sale ripidamente per una pineta, raggiungendo in 20 minuti una strada forestale si continua a sinistra (sud), pervenendo alle condotte forzate della centrale idroelettrica di Riva e, lasciando a sinistra il segnavia n.405, si prosegue a destra (nord) con l’itinerario n.404, si supera una diga paramassi e con erti tornanti si arriva a Capanna S.Barbara -560mt- della Sat di Riva - 1.15h. Continuando con il nostro sentiero si giunge ad un bivio, a destra (nord) con il 404/B si raggiunge l’attacco della ferrata.
LA FERRATA
Le funi metalliche guidano su facili gradoni rocciosi poco esposti e ben appigliati. Segue un breve tratto di sentiero nella boscaglia sino alla base della grigia e strapiombante parete verticale - 870mt. Una scala in ferro alta più di 40 metri e divisa in due da un piccolo terrazzino sospeso scavalca in massima esposizione l’imponente parete, sino ad accedere al soprastante pulpito. Si procede su placche rocciose inclinate, in moderata pendenza, con le funi metalliche come corrimano. Alzando la testa si può già scorgere la lunghissima scala che ha dato fama alla via . Raggiunta la base della grande bastionata rocciosa, si supera una prima balza scoscesa con funi e chiodi di ferro raggiungendo così la base di una prima scaletta alta 15 metri (1000mt - targa metallica sulla parete con scritta in dialetto trentino). Superata questa prima scaletta inclinata, siamo sull’esile terrazzino dal quale parte la seconda impressionante sequenza di pioli: la scala, alta ben 70 metri, si inarca all’interno di un grande diedro giallo sino a divenire strapiombante nel settore superiore (senza attrezzature sarebbe un’arrampicata di IV° grado). Stando letteralmente sospesi sulla grande parete, in marcatissima esposizione, si raggiunge infine la soprastante rientranza, dove si può rifiatare. Una terza scaletta alta una quindicina di metri ci porta definitivamente nel bosco, al termine delle maggiori difficoltà. Dopo un breve tratto di sentiero nel folto della boscaglia, si a ritorna, a destra, sulla cresta che conduce direttamente in vetta. Se ne segue il filo con funi metalliche e tre brevi scale (una quasi in contropendenza), sino a raggiungere direttamente la cima (1260mt - 3.00h dalla partenza - bandierina metallica - libro di vetta). Stupendo panorama sul lago,la piana benacense, M.Baldo, M. Altissimo, la catena Bondone-Stivo.
DISCESA
Due le possibilità offerte per la discesa:
1. dalla cima si scende dalla parte opposta (ovest), per un breve tratto attrezzato con funi, fino alla forcella con punto di atterraggio per l’elicottero. Ora si prosegue in leggera salita per qualche decina di metri raggiungendo il segnavia che ci indica, a destra (nord), la via di discesa per il sentiero dei “crazidei” n.418, in un vallone posto tra il doss di Zucher e la cresta nord di cima Sat. Dopo aver superato un piccolo cimitero di guerra, scendiamo ripidamente nel bosco e percorrendo oltre 90 svelti tornanti si raggiunge, a quota 570mt, una stradina forestale. Prendiamo a destra il segnavia n.402 che taglia il fianco boschivo della Rocchetta oltrepassando i ruderi del torrione di S. Giovanni, (originaria fortezza a guardia della strada per bocca Trat e successivamente trasformata in chiesa), in vista del monte Tombio, allo sbocco della valletta percorsa dal torrente Albola. Si scende lungo la ripida stradina passando davanti a numerose caverne di guerra, si rientra nella vegetazione e dopo un tratto cementato, lasciando ai lati alcune abitazioni e la località con albergo e chiesetta di S.Maria Maddalena si raggiunge a destra il sentieron. 404 che conduce in discesa al punto di partenza.
2. dalla cima si scende sempre dalla parte opposta (ovest), per un breve tratto attrezzato con funi, fino alla forcella con punto di atterraggio per l’elicottero: si prende a sinistra (sud) in debole salita sino alla biforcazione nei pressi di una grotta scavata in epoca di guerra - 1300mt ca. Il nostro sentiero (segnavia n.404) mantiene ancora la sinistra percorrendo alcune belle cenge in parte esposte ma ben assicurate con funi come corrimano. Passato il bivio per il Bochet di Concolì, su facile sentiero si perde ora rapidamente quota sino all’ulteriore bivio a quota 870mt: a destra (sud) il sentiero procede in direzione di Cima Capi. La discesa procede invece sul tracciato di sinistra (nord), sempre accompagnati dalla magnifica visione del Lago di Garda che caratterizza il cammino. Ora ci aspetta la Chiesetta di S.Barbara - 600mt. La raggiungiamo (1.00h dalla cima) con un unico salto roccioso, attrezzato con una scala alta 20 metri circa e alcune staffe, quando la capanna omonima è ormai in vista. E’ questa l’ultima difficoltà, dopodiché il sentiero transita appunto per il piccolo rifugio scendendo poi a Riva del Garda ripercorrendo il sentiero di andata (2.00h dalla cima - circa 6.00h complessive).
CONSIDERAZIONI
Una lunga e faticosa escursione, per via del marcato dislivello superato e soprattutto per il caldo, che nei mesi estivi può essere veramente opprimente. Per quanto concerne la ferrata, la difficoltà della via è relativa ed è costituita dall’estrema esposizione delle lunghe rampe di scale metalliche. Occorre assoluta assenza di vertigini, mentre per quanto riguarda le difficoltà tecniche sono irrilevanti, ad eccezione del breve camino che discende dalla vetta al termine del tratto attrezzato. Le lunghe scale, pur prive ovviamente di passaggi impegnativi, stancano molto e richiedono una certa forza. Occorre fare attenzione ad eventuali cadute di pietre, peraltro frequenti, in particolar modo nel tratto attrezzato con la lunga scala alta 70 metri. Si sconsiglia di percorrere questa via in estate a causa delle temperature molto elevate, per l’assenza di ventilazione dovuta alla concavità della parete, per l’esposizione a sud-est, per la forte umidità dovuta alla vicinanza del Lago di Garda e soprattutto per la quota assai ridotta: in ogni caso portare bevande per evitare disidratazioni. In compenso è un itinerario ideale nelle mezze stagioni, quando le ferrate dolomitiche sono impraticabili per neve. In conclusione, una bella Via panoramica dove i tratti attrezzati ne ricoprono una minima parte.
Commenti
La giornata perfetta, grazie Riva del Garda.
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