STAMPA
HOMEPAGE
RELAZIONE
Via
Ferrata dell'Amicizia
Cima SAT
segnalata
da Giovanni Desi - 2013
Nata per iniziativa del gruppo rocciatori di Riva del Garda (G.R.A.M.)
, la via ferrata dell’Amicizia risale le ripide pareti della
Rocchetta a picco su Riva e termina a cima Sat, una delle tante
vette del gruppo montuoso gardesano. Inaugurata nel 1972, è una
delle più frequentate dell’arco alpino e può essere percorsa in
tutte le stagioni dell’anno. Offre uno stupendo panorama sul lago di
Garda e sui monti circostanti. E’ detta anche “Via del Centenario
Sat.
AVVICINAMENTO
Da Riva -80mt- in direzione per Limone,
sulla Gardesana occidentale, si sale con segnavia n.404
lungo una comoda e lastricata stradina che, con numerosi
tornanti, conduce a un bivio ove si seguita a sinistra (sud)
fino al Bastione, fortezza veneziana a pianta circolare del
1508, recentemente ottimamente restaurata. Appena prima
della fortificazione, il sentiero prende a destra e sale
ripidamente per una pineta, raggiungendo in 20 minuti una
strada forestale si continua a sinistra (sud), pervenendo
alle condotte forzate della centrale idroelettrica di Riva
e, lasciando a sinistra il segnavia n.405, si prosegue a
destra (nord) con l’itinerario n.404, si supera una diga
paramassi e con erti tornanti si arriva a Capanna S.Barbara
-560mt- della Sat di Riva - 1.15h. Continuando con il nostro
sentiero si giunge ad un bivio, a destra (nord) con il 404/B
si raggiunge l’attacco della ferrata.
LA FERRATA
Le funi metalliche guidano su facili gradoni rocciosi poco
esposti e ben appigliati. Segue un breve tratto di sentiero
nella boscaglia sino alla base della grigia e strapiombante
parete verticale - 870mt. Una scala in ferro alta più di 40
metri e divisa in due da un piccolo terrazzino sospeso
scavalca in massima esposizione l’imponente parete, sino ad
accedere al soprastante pulpito. Si procede su placche
rocciose inclinate, in moderata pendenza, con le funi
metalliche come corrimano. Alzando la testa si può già
scorgere la lunghissima scala che ha dato fama alla via.
Raggiunta la base della grande bastionata rocciosa, si
supera una prima balza scoscesa con funi e chiodi di ferro
raggiungendo così la base di una prima scaletta alta 15
metri (1000mt - targa metallica sulla parete con scritta in
dialetto trentino). Superata questa prima scaletta
inclinata, siamo sull’esile terrazzino dal quale parte la
seconda impressionante sequenza di pioli: la scala, alta ben
70 metri, si inarca all’interno di un grande diedro giallo
sino a divenire strapiombante nel settore superiore (senza
attrezzature sarebbe un’arrampicata di IV° grado). Stando
letteralmente sospesi sulla grande parete, in marcatissima
esposizione, si raggiunge infine la soprastante rientranza,
dove si può rifiatare. Una terza scaletta alta una
quindicina di metri ci porta definitivamente nel bosco, al
termine delle maggiori difficoltà. Dopo un breve tratto di
sentiero nel folto della boscaglia, si a ritorna, a destra,
sulla cresta che conduce direttamente in vetta. Se ne segue
il filo con funi metalliche e tre brevi scale (una quasi in
contropendenza), sino a raggiungere direttamente la cima
(1260mt - 3.00h dalla partenza – bandierina metallica –
libro di vetta). Stupendo panorama sul lago,la piana
benacense, M.Baldo, M. Altissimo, la catena Bondone-Stivo.
DISCESA
Due le possibilità
offerte per la discesa:
1.
dalla cima si scende dalla parte opposta (ovest), per un
breve tratto attrezzato con funi, fino alla forcella con
punto di atterraggio per l’elicottero. Ora si prosegue in
leggera salita per qualche decina di metri raggiungendo il
segnavia che ci indica, a destra (nord), la via di discesa
per il sentiero dei “crazidei” n.418, in un vallone posto
tra il doss di Zucher e la cresta nord di cima Sat. Dopo
aver superato un piccolo cimitero di guerra, scendiamo
ripidamente nel bosco e percorrendo oltre 90 svelti tornanti
si raggiunge, a quota 570mt, una stradina forestale.
Prendiamo a destra il segnavia n.402 che taglia il fianco
boschivo della Rocchetta oltrepassando i ruderi del torrione
di S. Giovanni, (originaria fortezza a guardia della strada
per bocca Trat e successivamente trasformata in chiesa), in
vista del monte Tombio, allo sbocco della valletta percorsa
dal torrente Albola. Si scende lungo la ripida stradina
passando davanti a numerose caverne di guerra, si rientra
nella vegetazione e dopo un tratto cementato, lasciando ai
lati alcune abitazioni e la località con albergo e chiesetta
di S.Maria Maddalena si raggiunge a destra il sentieron. 404
che conduce in discesa al punto di partenza.
2.
dalla cima si scende sempre dalla parte opposta (ovest), per
un breve tratto attrezzato con funi, fino alla forcella con
punto di atterraggio per l’elicottero: si prende a sinistra
(sud) in debole salita sino alla biforcazione nei pressi di
una grotta scavata in epoca di guerra - 1300mt ca. Il nostro
sentiero (segnavia n.404) mantiene ancora la sinistra
percorrendo alcune belle cenge in parte esposte ma ben
assicurate con funi come corrimano. Passato il bivio per il
Bochet di Concolì, su facile sentiero si perde ora
rapidamente quota sino all’ulteriore bivio a quota 870mt: a
destra (sud) il sentiero procede in direzione di Cima Capi.
La discesa procede invece sul tracciato di sinistra (nord),
sempre accompagnati dalla magnifica visione del Lago di
Garda che caratterizza il cammino. Ora ci aspetta la
Chiesetta di S.Barbara - 600mt. La raggiungiamo (1.00h dalla
cima) con un unico salto roccioso, attrezzato con una scala
alta 20 metri circa e alcune staffe, quando la capanna
omonima è ormai in vista. E’ questa l’ultima difficoltà,
dopodiché il sentiero transita appunto per il piccolo
rifugio scendendo poi a Riva del Garda ripercorrendo il
sentiero di andata (2.00h dalla cima - circa 6.00h
complessive).
CONSIDERAZIONI
Una lunga e faticosa
escursione, per via del marcato dislivello superato e
soprattutto per il caldo, che nei mesi estivi può essere
veramente opprimente. Per quanto concerne la ferrata, la
difficoltà della via è relativa ed è costituita dall’estrema
esposizione delle lunghe rampe di scale metalliche. Occorre
assoluta assenza di vertigini, mentre per quanto riguarda le
difficoltà tecniche sono irrilevanti, ad eccezione del breve
camino che discende dalla vetta al termine del tratto
attrezzato. Le lunghe scale, pur prive ovviamente di
passaggi impegnativi, stancano molto e richiedono una certa
forza. Occorre fare attenzione ad eventuali cadute di
pietre, peraltro frequenti, in particolar modo nel tratto
attrezzato con la lunga scala alta 70 metri. Si sconsiglia
di percorrere questa via in estate a causa delle temperature
molto elevate, per l’assenza di ventilazione dovuta alla
concavità della parete, per l’esposizione a sud-est, per la
forte umidità dovuta alla vicinanza del Lago di Garda e
soprattutto per la quota assai ridotta: in ogni caso portare
bevande per evitare disidratazioni. In compenso è un
itinerario ideale nelle mezze stagioni, quando le ferrate
dolomitiche sono impraticabili per neve. In conclusione, una
splendida via con un panorama sensazionale e inusuale
rispetto ad altri più celebri percorsi.
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