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Caratteristiche
- Facile. Solo la discesa, se percorsa nel verso Vajolon-Masarè, richiede qualche attenzione in più.
- - 1.00h attacco dal rifugio Paolina al passo Vajolon
- 50' il percorso attrezzato
- 1.30h discesa al rifugio Roda di Vael - - 400mt ca. dal rifugio Paolina a passo Vajolon
- 250mt dislivello del percorso attrezzato alla vetta. - - rifugio Paolina
- rifugio Roda di Vael - 0471-612112
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 1.2 |
Esposizione | 2 |
Varietà passaggi | 1 |
Impegno fisico | 2.5 |
Interesse paesaggistico | 4 |
Numero votazioni | 5 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata alla RODA di VAEL
Vetta RODA di VAEL
BY - VIEFERRATE.IT - 2015
La Via attrezzata alla Roda di Vael è fondamentalmente un sentiero attrezzato in cresta dove il cavo funge sostanzialmente da scorrimano mentre la larghezza della cresta e la conformazione della roccia fanno sì che non raggiunga mai un eccesso di esposizione. La discesa per il versante opposto -cresta sud- riserva invece qualche passaggio più verticale assumendo, anche se pur brevemente, maggiori caratteristiche di Via ferrata.
PERCORSO STRADALE
Proveniendo da Nova Levante-Bz in direzione del passo di Costalunga, 1km dopo il lago di Carezza, si trova sulla sinistra la stazione a valle della seggiovia Paolina che conduce all'omonimo rifugio.
AVVICINAMENTO
Dal rifugio Paolina -2125mt- ci si avvia in direzione nord lungo il sentiero n. 552 verso l'impressionante paretona giallastra -Ovest- della Roda . Lungo comodo e panoramico sentiero si seguono alcune segnaletiche inizialmente in direzione rif. Cornelle - Passo Vajolon , poi in direzione del Passo già visibile e che può presentare ancora tracce di neve anche in tarda stagione , tuttavia la traccia di salita generalmente riesce, mantenendosi sul lato sinistro del canale, ad evitare in buona parte l'eventuale residuo nevoso. Si supera allora un primo tratto su roccia levigata grazie all'ausilio di un cavetto ed una scala metallica per proseguire poi lungo traccia detritica fino al Passo Vajolon , dopo circa 1.00h dalla stazione a monte della seggiovia, presso il quale si indossa l'imbrago e relativo kit da ferrata .
LA FERRATA
L'attacco della Via si trova direttamente al Passo iniziando a risalire la cresta verso l'evidente cavetto metallico anche se non è presente nessun cartello o targa indicante l'inizio della ferrata. Ci si allontana quindi dal Passo risalendo i primi metri di cavo che termina in effetti quasi subito camminando così per breve tratto lungo facili roccette . Riprende il cavo e, caratteristica poi diffusa lungo tutta la breve Via, lo si utilizza prevalentemente come scorrimano incontrando una cengetta panoramica dalla quale si nota il sottostante sentiero che porta al rifugio Roda de Vael . Si prosegue senza particolari difficoltà o variazioni di passaggi lungo quello che si può definire un sentiero attrezzato di cresta fino ad un nuovo tratto non attrezzato ma che non richiederebbe comunque la presenza di attrezzature metalliche mentre guardando verso il proseguo del percorso è evidente la sorprendente ampiezza della cresta da percorrere . Si ritrova il cavo , sempre ben teso, mentre alle nostre spalle svetta il massiccio della "Sforcella" e si alternano facili tratti attrezzati ad altri "liberi" ma senza mai raggiungere particolari limiti di esposizione e neppure dal punto di vista tecnico si incontrano particolari passaggi se non alcuni gradoni che interrompono la monotonia della Via. La tranquillità del percorso permette di apprezzare più che in altre occasioni l'ambiente circostante che spazia dal Sasso Lungo, Sella, Marmolada, le Pale e quasi a sorpresa si guadagnano gli ultimi metri in vista della croce di vetta -2806mt- in meno di 1.00h dal Passo.
DISCESA
Si lascia l'ampia vetta parzialmente prativa scendendo inizialmente lungo l'evidente traccia di sentiero -cresta sud- poi, in discesa decisamente più ripida e nuovamente con l'ausilio di un cavo di sicurezza . Nei primi metri attrezzati si tratta di superare alcune "innocue" roccette poi alcune placchette anche con l'ausilio di una scala , a dire il vero un po' traballante, raggiungendo la sottostante forcella delle Rode chiusa tra la Roda di vael e la Roda del Diavolo. La forcella rappresenta anche un bivio presso il quale è necessario optare per:
1- discesa nel franoso canalino -a tratti presente spezzoni di cavo- intercettando il sottostante sentiero di mezzacosta che conduce per prati al rifugio Roda. Percorso più breve ma su terreno piuttosto instabile.
2- si prosegue lungo la parete opposta della forcella in direzione del sentiero attrezzato del Masarè.
Nella relazione viene descritta la Via di ritorno più lunga e variegata ovvero opzione 2.
Si raggiunge il punto basso della forcella utilizzando anche alcune staffe metalliche e si risale la paretina opposta, diagonale, e molto esposta con una prima sensazione di difficoltà sostenute che poi parzialmente si ridimensionano man mano che la si percorre viste le numerose staffe presenti . Una facile fessura finale porta al Pian del Diaol a 2625mt al cospetto della Torre Finestra . Il sentiero prosegue verso un successivo bivio dove si ignora la deviazione a destra per l'attacco del sentiero Masarè mentre a sinistra si inizia un tratto attrezzato che rappresenta forse la parte più impegnativa fin qui incontrata sia in quanto percorsa in discesa sia perché racchiuse a tratti fra strette pareti dove uno zaino ingombrante può essere fastidioso fino a raggiungere la fine del cavo . E' possibile ora liberarsi dell'imbrago e percorrere i prati verso il vicino rifugio Roda e dopo circa 40' la stazione a monte degli impianti di risalita presso il rifugio Paolina passando per il caratteristico monumento dedicato a Theodor Christomannos .
CONSIDERAZIONI
La salita alla Roda di Vael qui descritta è stata percorsa e consigliata raggiungendo il passo Vajolon direttamente dal rifugio Paolina -stazione a monte impianti- passando così durante il ritorno per il rifugio Roda e racchiudendo ad anello l'itinerario. Nulla vieta però, vista la conformazione dell'ambiente, la percorrenza in senso contrario. Sicuramente lungo ma appagante il concatenamento Roda Vael-Cresta Masarè.
Commenti
il paesaggio è meraviglioso.
l'avvicinamento è un po lungo, ma per nulla impegnativo.
Durante il rientro si può fare anche la ferrata del Masarè, che lievemente più impegnativa.
Il sentiero per il rientro è ben tracciato e senza problemi.
Da fare!
Salito dal passo Vajolon la ferrata risulta sicuramente facile e priva di ogni difficolta tecnica fino alla croce di vetta. Diverso discorso per la discesa verso il rifugio dove bisogna prestare attenzione. Il passaggio sulla forcella verticale ed esposto ma staffe e pioli artificiali aiutano il passaggio. Attenzione però perche la roccia e'ormai liscia e unta dai numerosissimi passaggi.Il canale finale su scaletta piuttosto stretto per gli zaini ingombranti. Su tutta la discesa pericolo caduta sassi smossi da chi segue. Scenari bellissimi paesaggi da sogno.
La discesa dalla cima verso il Rif. Roda di Vael inizia lungo un pendio di materiale instabile (segnalato in relazione), che finisce in una forcella a quanto pare molto franosa, presenta diversi aggiustamenti del percorso a seguito di cadute massi. La risalita sull'altro lato verso il Roda (ovest) è in parete,non difficile in quanto presenta appoggi facili ma un po suggestiva per chi non è pratico. Da lì al rifugio c'e nuovamente materiale detritico instabile, prestate attenzione a chi è sopra di voi, oggi dei climber hanno mosso una frana di dimensioni pericolose. Dal rifugio al Paolina sono segnati 45', a passo svelto si riducono facilmente a 20' (utile per chi si è attardato e scende con l'impianto).
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