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Caratteristiche

  • Alcuni passaggi difficili o quantomeno più impegnativi ma brevi nella parte bassa ovvero fino al libro delle firme poi moderatamente difficile. Vari tratti di semplice sentiero attrezzato piuttosto affannosi soprattutto in caso di giornate calde. Si evidenzia la mancanza di eventuali vie di fuga.
  • - attacco 30'
    - via ferrata 2.00h
    - vetta Piccolo Ivigna 5'
    - vetta Grande Ivigna 10'
  • - dall'attacco alla fine ferrata 550mt ca.
    - vetta Piccolo Ivigna 70mt
    - vetta Grande Ivigna 100mt
  • - vari punti ristoro comprensorio Merano 2000
  • 0473-234821
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Via Ferrata HEINI HOLZER

PICCO IVIGNA

BY - VIEFERRATE.it - 2017

La via ferrata sul Picco Ivigna (Ifinger), di recente costruzione, è dedicata ad Heini Holzer considerato il "padre" della discesa estrema e che percorse proprio un tracciato spettacolare lungo la parete sudoccidentale del Piccolo Ivigna. Il Picco Ivigna, si trova esattamente sulla Linea Periadriatica. Lunga complessivamente 700 km, è questa la più importante faglia dell’Arco Alpino, che si estende ad ampio arco più o meno parallelamente alla linea di costa del Mare Adriatico. In questa relazione si descrive l'avvicinamento partendo dalla stazione a monte della funivia di "Merano 2000" che fondamentalmente coincide anche con l'arrivo della cabinovia di Avelengo "Falzeben entrambe a quota 1900mt ca.

PERCORSO STRADALE

1- raggiungere il comprensorio turistico "Merano 2000" tramite l'omonima funivia: sulla superstrada MEBO prendere l'uscita Merano Sud. Proseguire da lì sulla strada in direzione di Avelengo. All'incrocio con Scena rimanere sulla strada principale -indicazioni Merano2000- e dopo circa un chilometro girare a destra nel parcheggio Val di Nova a quota 650mt.

2- raggiungere il comprensorio turistico "Merano 2000" tramite la cabinovia "Falzeben": ignorando il parcheggio della funivia si prosegue invece seguendo la strada in direzione Avelengo. Dopo diverse gallerie, sull'altezza del distributore di benzina, si gira a sinistra in direzione Merano 2000 / Falzeben.  La strada tortuosa conduce fino al parcheggio Falzeben e alla Cabinovia a quota 1620mt.

L'avvicinamento da Falzeben comporta il superamento di un dislivello di soli 280mt quindi, vista la differenza di prezzo piuttosto contenuta tra i 2 impianti, risulta giustificata se si raggiunge poi il comprensorio a piedi.

Altra via d'accesso al comprensorio è la risalita utilizzando gli impianti Taser di Scena che però nell'ottica poi di percorrere la Via ferrata risultano i meno adatti se non altro per la lunghezza poi dell'avvicinamento all'attacco.

AVVICINAMENTO

Giunti alla stazione sommitale degli impianti di Merano 2000  -1900mt- si percorre per un breve tratto l’ampia carrozzabile con già una segnaletica iniziale fino al bivio con il cartello indicatore per la via ferrata . Si procede a sinistra prendendo l’Ifinger Schartlweg (sentiero in parte assicurato   , segnavia n. 18). Lungo lo stesso, lasciati alle spalle due bivi, si prosegue verso l’accesso ben indicato , poco sotto l'evidente piazzola d’equipaggiamento  anche se il consiglio è di indossare le attrezzature qualche metro prima visto che il posto lo permette.

LA FERRATA

Si inizia "attacca" la via superando alcuni gradoni di scarsa difficoltà eccetto al momento la presenza di terriccio che sporca un pò gli appoggi    per portarsi verso uno spigolo  che si risale agevolmente, il cavo di adeguato diametro e ben teso agevola molto nei vari passaggi verticali, seppur brevi, che si incontreranno . In uscita dallo spigolo ci si trova alla base di una placca su cengia con fondo sdrucciolevole  il cui superamento richiede una breve trazione sul cavo  ed in pochi metri si guadagna il primo dei molti tratti di trasferimento rappresentato fondamentalmente da un sentiero semierboso con scorrimano metallico   . Ci si porta nuovamente all'attacco della parete rocciosa dove è presente, come in ogni nuova sezione, una targa metallica folcloristica che ne simboleggia sinteticamente la caratteristica principale come ad esempio in questo caso "erta"  vista la verticalità del passaggio. Si parte allora su roccia granitica particolarmente levigata ma la presenza di alcune cambre metalliche ne agevola la progressione   in quello che sarebbe altrimenti un passaggio davvero ostico. Un modesto piano inclinato  interrompe momentaneamente la verticalità che riprende con sostenuta esposizione  "piegando" a sinistra nella parte alta verso l'uscita . Secondo trasferimento  mentre alle nostre spalle si nota in lontananza la stazione d'arrivo della funivia, nostro punto di partenza . Nuovamente mani sulla roccia con immancabile targa metallica  per affrontare una serie di passaggi senza particolari difficoltà vista la progressione "appoggiata" anzi, alcuni passaggi su roccia peraltro attrezzata con cambre     si alternano ad alcuni passaggi su fondo "sporco" e semierboso    per giungere dopo un breve traverso a sinistra  alla base di un "salto" piuttosto verticale. Tirando sul cavo   si superano i primi metri maggiormente impegnativi pur con la presenza di alcuni gradini metallici mentre in uscita la placca si appoggia   e senza sforzi eccessivi si guadagna una cengia erbosa   che preannuncia il raggiungimento del terzo tratto di trasferimento. Si procede quindi aggirano lo spallone roccioso   raggiungendo una placconata inclinata più affannosa che tecnica    lungo la quale una targa indica il panorama dolomitico dalla quale si inizia a vedere prima fra tutti l'inconfondibile Marmolada. Altro trasferimento su tracciato piuttosto lungo ed affannoso     ma che premia l'escursionista portando lungo un elegante cresta  in un ambiente che sempre più trasmette la sensazione di trovarsi ad altitudine ben maggiore di quella alla quale ci si trova essendo in effetti "solamente" intorno ai 2300mt. Una placchetta triangolare, tutto sommato innocua  , permette di portarsi sul filo della cresta  superando poi alcuni salti rocciosi   senza incontrare mai peraltro particolari difficoltà in un tratto della Via indubbiamente suggestivo . L'uscita dalla cresta coincide con l'ennesimo e non ultimo trasferimento  a metà del quale vi si trova collocata una panchina in posizione indubbiamente panoramica  ma che nello stesso tempo ricorda l'avventurosa discesa con gli sci di Heini Holzer lungo il ripido canalone negli anni '70 . Dopo la breve sosta si prosegue attraverso un lungo sentiero che solo in un breve tratto viene interrotto da una placca particolarmente levigata ma che si aggira con breve traverso a sinistra    e gradualmente oltre a guadagnare affannosamente quota   si giunge al grande libro delle firme  che non deve trarre in inganno in quanto la Via ferrata continua ancora. Riposto il libro si prosegue ancora per qualche metro di sentiero incontrando poco dopo una lunga serie di passaggi di scarso interesse tecnico trattandosi fondamentalmente di grossi massi rocciosi con il cavo metallico sempre piuttosto "appoggiato" con la presenza di qualche gradino artificiale là dove la roccia talvolta estremamente levigata lo richieda pur rimanendo comunque nell'ambito di difficoltà piuttosto contenute vita la brevità dei singoli passaggi     . Giunti ad una delle tante targhe metalliche che caratterizzano le varie sezioni del percorso si legge ora "Volo dell'Angelo" il che farebbe pensare a qualcosa di particolarmente esposto o impegnativo invece non ci si trova di fronte a passaggi più aerei di quanto non lo siano stati alcuni nella parte inferiore tuttavia si "attacca" inizialmente un breve tratto su roccette  poi uno spigolo sì esposto ma anche piuttosto breve  ben assicurato anche con cambre metalliche  uscendone così rapidamente  su terreno erboso . Una sosta può essere utile prima di affrontare la parte terminale della ferrata il cui sviluppo porta a dover superare 2 belle placche levigate, ma generosamente attrezzate anche con numerose cambre  , collegate tra loro da una traccia di sentiero  ed in particolare all'uscita della seconda, dopo una bella crestina erbosa , vi si trova la targa con dicitura "Uscita"  che nello specifico indica l'inizio del tratto finale ovvero un centinaio di metri di cavo attraverso qualche balzo roccioso   ed un semplice sentiero attrezzato  . Via ferrata "Heini Holzer" terminata a quota 2480mt  su uno spallone verdeggiante che ci riporta, come ambiente, alla reale altitudine ma per la vetta anzi le vette c'è ancora da camminare. La posizione attuale permette di inquadrare il percorso di salita alle 2 vette  e nello stesso tempo il sentiero di salita "normale"  che verra poi necessariamente utilizzato per la discesa. Da sottolineare che l'imbrago va mantenuto indossato. Si percorre lo spallone prativo  e dopo una breve salita su sentiero detritico si giunge presso un bivio : a sinistra in 5' si sale alla vetta del Piccolo Picco Ivigna (Kleiner Ifinger - 2552mt)  e questa soluzione non necessita in effetti dell'imbragatura essendo normale sentiero mentre seguendo l'evidente cengia attrezzata  con tanto di targa iniziale  in circa 10' si raggiunge la vetta del Grande Picco Ivigna (Großer Ifinger) 25mt più alta della precedente attraverso una via attrezzata piuttosto semplice ma che giustifica l'utilizzo dell'imbrago e caschetto anche se non di rado vi si incontreranno escursionisti, che saliti dalla "normale", non ne saranno provvisti. La salita alla cima più alta comporta inizialmente di procedere su una cengia attrezzata  fino ad una forcellina, che separa le 2 vette , attraverso la quale si passa nel versante opposto. Si risalgono alcuni gradoni  per giungere alla base di una lunga placconata piuttosto inclinata   uscendone a pochi metri sotto la vetta  da dove superando con attenzione pochi massi non attrezzati  si giunge alla croce sommitale .

DISCESA

La discesa, per entrambe le vette, avviene a ritroso rispetto al rispettivo percorso di salita finale fino al bivio sottostante  dove, nel caso di salita alla vetta maggiore, è poi possibile togliere le attrezzature di sicurezza. Da qui, un sentiero a tratti un pò franoso scende alla malga-rifugio Kuhleiten (Kuhleitenhütte) dove è possibile eventualmente rifocillarsi. Nel caso non vi fosse la necessità di passare per il rifugio allora poco prima che il sentiero, fattosi a questo punto piuttosto ampio , inizi a risalire al rifugio stesso è possibile deviare a destra per un sentiero tra i prati, attualmente non segnalato ma piuttosto evidente  fino ad intercettare la strada carrareccia che in lieve pendenza scende agli impianti ove vi sono anche varie possibilità di ristoro.

CONSIDERAZIONI

Ambiente per vari aspetti molto interessante con caratteristiche, a tratti, di altitudini maggiori e quindi piuttosto appagante. Vista la recente costruzione della ferrata le attrezzature sono attualmente in ottime condizioni da segnalare solo alcuni passaggi dove è facile smuovere a valle terriccio. La salita finale al Piccolo Ivigna, nonostante l'estrema brevità, può essere evitata a favore indubbiamente della maggiore o quantomeno salita di ritorno da quest'ultima dopo aver tolto l'imbrago.

Commenti   

0 #6 Francesco 2021-09-04 11:29
Percorsa il 04/09/2021. Consiglio di lasciare l'auto a Falzeben, costo parcheggio 4€. Da qui chi vuole può prendere la funivia o salire a piedi in direzione Pivigna su sentiero 14 (1 ora) e poi avvicinamento su sentiero 18 (45 min) fare attenzione alcuni punti con cavo.
Ferrata nel complesso bella, sempre verticale ma con punti di riposo.
Ottimo panorama.
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0 #5 Filippo Mauri 2020-08-16 23:23
Percorsa il 15/08/2020, ferrata piacevole e non particolarmente impegnativa in quanto i tratti con qualche difficoltà sono veramente brevi e la frammentazione di traversi e piccoli tratti di declivio a prato permettono di "spezzare" i tratti di vera e propria ferrata. Segnalo che la ferrata è divisa in 16 sezioni i cui "marker" metallici sono applicati al cavo
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+3 #4 Antonio 2018-09-27 19:53
Percorsa il 27/09/2018 con la mia compagna, bellissima giornata fresca. Ferrata bella é lunga 2h solo la ferrata sconsigliare come prima ferrata alcuni punti ostici ma molto bella... da fare.
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+2 #3 Sandro 2018-03-23 17:13
Percorsa il 08/2017; ferrata non difficile ma mediamente impegnativa, serve fare uso delle braccia nei passaggi più verticali. Cavo molto teso e ben posizionato. Io l'ho trovata affollata di famiglie, difficili da superare, che avendo bambini anche sotto i 10 anni al seguito procedevano con difficoltà; sconsigliata come prima esperienza, consiglio di fare alcune ferrate più facili prima di questa
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+3 #2 Paolo 2017-10-04 19:37
Percorsa il 04/10/2017. Itinerario piacevole,diversi passaggi su roccia con micro appoggi, resa piu' ostica dal fango sotto le suole. Ogni tanto serve forza di braccia.
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+1 #1 Anna 2017-07-17 15:57
Percorsa il 07/2017 L'ambiente dove si trove la ferrata e' un verdeggiante altopiano. Itinerario abbastanza lungo, ben attrezzato non particolarmente difficile, tranne qualche breve passaggio. Spettacolare paesaggio sul Catinaccio, Torri del Vajolet, Sassopiatto, Sassolungo.
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