Via Ferrata Heini Holzer Picco Ivigna 2017
La via ferrata sul Picco Ivigna (Ifinger), di recente costruzione, è dedicata ad Heini Holzer considerato il "padre" della discesa estrema e che percorse proprio un tracciato spettacolare lungo la parete sudoccidentale del Piccolo Ivigna. Il Picco Ivigna, si trova esattamente sulla Linea Periadriatica. Lunga complessivamente 700 km, è questa la più importante faglia dell’Arco Alpino, che si estende ad ampio arco più o meno parallelamente alla linea di costa del Mare Adriatico. In questa relazione si descrive l'avvicinamento partendo dalla stazione a monte della funivia di "Merano 2000" che fondamentalmente coincide anche con l'arrivo della cabinovia di Avelengo "Falzeben entrambe a quota 1900mt ca. PERCORSO STRADALE 1- raggiungere il comprensorio turistico "Merano 2000" tramite l'omonima funivia: sulla superstrada MEBO prendere l'uscita Merano Sud. Proseguire da lì sulla strada in direzione di Avelengo. All'incrocio con Scena rimanere sulla strada principale -indicazioni Merano2000- e dopo circa un chilometro girare a destra nel parcheggio Val di Nova a quota 650mt. 2- raggiungere il comprensorio turistico "Merano 2000" tramite la cabinovia "Falzeben": ignorando il parcheggio della funivia si prosegue invece seguendo la strada in direzione Avelengo. Dopo diverse gallerie, sull'altezza del distributore di benzina, si gira a sinistra in direzione Merano 2000 / Falzeben. La strada tortuosa conduce fino al parcheggio Falzeben e alla Cabinovia a quota 1620mt. L'avvicinamento da Falzeben comporta il superamento di un dislivello di soli 280mt quindi, vista la differenza di prezzo piuttosto contenuta tra i 2 impianti, risulta giustificata se si raggiunge poi il comprensorio a piedi. Altra via d'accesso al comprensorio è la risalita utilizzando gli impianti Taser di Scena che però nell'ottica poi di percorrere la Via ferrata risultano i meno adatti se non altro per la lunghezza poi dell'avvicinamento all'attacco. AVVICINAMENTO Giunti alla stazione sommitale degli impianti di Merano 2000 -1900mt- si percorre per un breve tratto l’ampia carrozzabile con già una segnaletica iniziale fino al bivio con il cartello indicatore per la via ferrata. Si procede a sinistra prendendo l’Ifinger Schartlweg (sentiero in parte assicurato, segnavia n. 18). Lungo lo stesso, lasciati alle spalle due bivi, si prosegue verso l’accesso ben indicato, poco sotto l'evidente piazzola d’equipaggiamento anche se il consiglio è di indossare le attrezzature qualche metro prima visto che il posto lo permette. LA FERRATA Si inizia "attacca" la via superando alcuni gradoni di scarsa difficoltà eccetto al momento la presenza di terriccio che sporca un pò gli appoggi per portarsi verso uno spigolo che si risale agevolmente, il cavo di adeguato diametro e ben teso agevola molto nei vari passaggi verticali, seppur brevi, che si incontreranno. In uscita dallo spigolo ci si trova alla base di una placca su cengia con fondo sdrucciolevole il cui superamento richiede una breve trazione sul cavo ed in pochi metri si guadagna il primo dei molti tratti di trasferimento rappresentato fondamentalmente da un sentiero semierboso con scorrimano metallico. Ci si porta nuovamente all'attacco della parete rocciosa dove è presente, come in ogni nuova sezione, una targa metallica folcloristica che ne simboleggia sinteticamente la caratteristica principale come ad esempio in questo caso "erta" vista la verticalità del passaggio. Si parte allora su roccia granitica particolarmente levigata ma la presenza di alcune cambre metalliche ne agevola la progressione in quello che sarebbe altrimenti un passaggio davvero ostico. Un modesto piano inclinato interrompe momentaneamente la verticalità che riprende con sostenuta esposizione "piegando" a sinistra nella parte alta verso l'uscita. Secondo trasferimento mentre alle nostre spalle si nota in lontananza la stazione d'arrivo della funivia, nostro punto di partenza. Nuovamente mani sulla roccia con immancabile targa metallica per affrontare una serie di passaggi senza particolari difficoltà vista la progressione "appoggiata" anzi, alcuni passaggi su roccia peraltro attrezzata con cambre si alternano ad alcuni passaggi su fondo "sporco" e semierboso per giungere dopo un breve traverso a sinistra alla base di un "salto" piuttosto verticale. Tirando sul cavo si superano i primi metri maggiormente impegnativi pur con la presenza di alcuni gradini metallici mentre in uscita la placca si appoggia e senza sforzi eccessivi si guadagna una cengia erbosa che preannuncia il raggiungimento del terzo tratto di trasferimento. Si procede quindi aggirano lo spallone roccioso raggiungendo una placconata inclinata più affannosa che tecnica lungo la quale una targa indica il panorama dolomitico dalla quale si inizia a vedere prima fra tutti l'inconfondibile Marmolada. Altro trasferimento su tracciato piuttosto lungo ed affannoso ma che premia l'escursionista portando lungo un elegante cresta in un ambiente che sempre più trasmette la sensazione di trovarsi ad altitudine ben maggiore di quella alla quale ci si trova essendo in effetti "solamente" intorno ai 2300mt. Una placchetta triangolare, tutto sommato innocua, permette di portarsi sul filo della cresta superando poi alcuni salti rocciosi senza incontrare mai peraltro particolari difficoltà in un tratto della Via indubbiamente suggestivo. L'uscita dalla cresta coincide con l'ennesimo e non ultimo trasferimento a metà del quale vi si trova collocata una panchina in posizione indubbiamente panoramica ma che nello stesso tempo ricorda l'avventurosa discesa con gli sci di Heini Holzer lungo il ripido canalone negli anni '70. Dopo la breve sosta si prosegue attraverso un lungo sentiero che solo in un breve tratto viene interrotto da una placca particolarmente levigata ma che si aggira con breve traverso a sinistra e gradualmente oltre a guadagnare affannosamente quota si giunge al grande libro delle firme che non deve trarre in inganno in quanto la Via ferrata continua ancora. Riposto il libro si prosegue ancora per qualche metro di sentiero incontrando poco dopo una lunga serie di passaggi di scarso interesse tecnico trattandosi fondamentalmente di grossi massi rocciosi con il cavo metallico sempre piuttosto "appoggiato" con la presenza di qualche gradino artificiale là dove la roccia talvolta estremamente levigata lo richieda pur rimanendo comunque nell'ambito di difficoltà piuttosto contenute vita la brevità dei singoli passaggi. Giunti ad una delle tante targhe metalliche che caratterizzano le varie sezioni del percorso si legge ora "Volo dell'Angelo" il che farebbe pensare a qualcosa di particolarmente esposto o impegnativo invece non ci si trova di fronte a passaggi più aerei di quanto non lo siano stati alcuni nella parte inferiore tuttavia si "attacca" inizialmente un breve tratto su roccette poi uno spigolo sì esposto ma anche piuttosto breve ben assicurato anche con cambre metalliche uscendone così rapidamente su terreno erboso. Una sosta può essere utile prima di affrontare la parte terminale della ferrata il cui sviluppo porta a dover superare 2 belle placche levigate, ma generosamente attrezzate anche con numerose cambre, collegate tra loro da una traccia di sentiero ed in particolare all'uscita della seconda, dopo una bella crestina erbosa, vi si trova la targa con dicitura "Uscita" che nello specifico indica l'inizio del tratto finale ovvero un centinaio di metri di cavo attraverso qualche balzo roccioso ed un semplice sentiero attrezzato. Via ferrata "Heini Holzer" terminata a quota 2480mt su uno spallone verdeggiante che ci riporta, come ambiente, alla reale altitudine ma per la vetta anzi le vette c'è ancora da camminare. La posizione attuale permette di inquadrare il percorso di salita alle 2 vette e nello stesso tempo il sentiero di salita "normale" che verra poi necessariamente utilizzato per la discesa. Da sottolineare che l'imbrago va mantenuto indossato. Si percorre lo spallone prativo e dopo una breve salita su sentiero detritico si giunge presso un bivio: a sinistra in 5' si sale alla vetta del Piccolo Picco Ivigna (Kleiner Ifinger - 2552mt) e questa soluzione non necessita in effetti dell'imbragatura essendo normale sentiero mentre seguendo l'evidente cengia attrezzata con tanto di targa iniziale in circa 10' si raggiunge la vetta del Grande Picco Ivigna (Großer Ifinger) 25mt più alta della precedente attraverso una via attrezzata piuttosto semplice ma che giustifica l'utilizzo dell'imbrago e caschetto anche se non di rado vi si incontreranno escursionisti, che saliti dalla "normale", non ne saranno provvisti. La salita alla cima più alta comporta inizialmente di procedere su una cengia attrezzata fino ad una forcellina, che separa le 2 vette, attraverso la quale si passa nel versante opposto. Si risalgono alcuni gradoni per giungere alla base di una lunga placconata piuttosto inclinata uscendone a pochi metri sotto la vetta da dove superando con attenzione pochi massi non attrezzati si giunge alla croce sommitale. DISCESA La discesa, per entrambe le vette, avviene a ritroso rispetto al rispettivo percorso di salita finale fino al bivio sottostante dove, nel caso di salita alla vetta maggiore, è poi possibile togliere le attrezzature di sicurezza. Da qui, un sentiero a tratti un pò franoso scende alla malga-rifugio Kuhleiten (Kuhleitenhütte) dove è possibile eventualmente rifocillarsi. Nel caso non vi fosse la necessità di passare per il rifugio allora poco prima che il sentiero, fattosi a questo punto piuttosto ampio, inizi a risalire al rifugio stesso è possibile deviare a destra per un sentiero tra i prati, attualmente non segnalato ma piuttosto evidente fino ad intercettare la strada carrareccia che in lieve pendenza scende agli impianti ove vi sono anche varie possibilità di ristoro. CONSIDERAZIONI Ambiente per vari aspetti molto interessante con caratteristiche, a tratti, di altitudini maggiori e quindi piuttosto appagante. Vista la recente costruzione della ferrata le attrezzature sono attualmente in ottime condizioni da segnalare solo alcuni passaggi dove è facile smuovere a valle terriccio. La salita finale al Piccolo Ivigna, nonostante l'estrema brevità, può essere evitata a favore indubbiamente della maggiore o quantomeno salita di ritorno da quest'ultima dopo aver tolto l'imbrago. |