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Caratteristiche
- Via ferrata complessivamente moderatamente difficile con il tratto iniziale difficile e poi qualche passaggio comunque non banale.
- - avvicinamento alla ferrata: 20'
- via ferrata: 2.00h
- discesa: 1.00h - - complessivamente 450mt ca.
- via ferrata 300mt ca. - - passo Falzarego
- rifugio Col Gallina.
- rifugio Lagazuoi. - STAMPA
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 2.8 |
Esposizione | 2.5 |
Varietà passaggi | 2.8 |
Impegno fisico | 2.4 |
Interesse paesaggistico | 3.7 |
Numero votazioni | 58 |
Links
VALUTAZIONE DELLA FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata BRIGATA ALPINA
COL dei BOS
by - VIEFERRATE.it - 2015
PERCORSO STRADALE
Punto d'arrivo del percorso stradale è il noto passo Falzarego -2109mt- raggiungibile dall'Agordino, dal passo Valparola o da Cortina d'Ampezzo. In particolare, arrivando da quest'ultima, poco prima del passo si parcheggia l'auto presso il bar-ristorante "da Strobel" -ampio parcheggio- posto di fronte al rifugio Col Gallina - 2.050mt.
AVVICINAMENTO
In fondo al parcheggio del bar si imbocca un sentiero che sale a zig zag in mezzo ad alberi e mughi -cartello segnaletico indicante Col dei Bos- e che, in pochi minuti, porta ripidamente alla strada militare che passa sotto le pareti rocciose delle torri del Falzarego. Si segue la strada militare verso destra fino ad arrivare ai resti di postazioni della prima guerra mondiale . Di fronte si erge la parete sud-ovest del Col dei Bos. In corrispondenza di un muretto di pietra, proprio di fronte alla parete sud-ovest del Col dei Bos, una successiva segnaletica indica il sentierino che, in pochissimo tempo, porta all'attacco della ferrata - circa 20 minuti dal bar Strobel. Fare attenzione a non imboccare l'evidente traccia di sentiero posta più a sinistra e che costituisce la via di rientro.
LA FERRATA
Si inizia subito verticalmente, con necessità di una certa trazione sul cavo , lungo un diedro che tuttavia offre anche buoni appoggi naturali per i piedi e rapidamente si superano così questi primi 5-6mt. Al termine, un tratto in spaccata sulla destra porta in prossimità di una fessura nella roccia . Il cavo sale a sinistra della fessura. Una staffa posta all'inizio risulta essere molto utile nel percorrere questo tratto (punto chiave della ferrata, verticale ed esposto) che viene superato prevalentemente facendo forza con le braccia vista la roccia discretamente levigata. Si esce comunque dalla verticalità grazie ad alcune roccette e si traversa a sinistra lungo facile cengetta rocciosa in direzione di uno spigolo piuttosto esposto mentre a valle la visuale si apre verso il percorso d'avvicinamento caratterizzato dai numerosi resti militari . Si "attacca" lo spigolo sfruttando uno spuntone roccioso come gradino e si "tira" sul cavo per i primi metri sfruttando anche la presenza di una staffa metallica mentre nella parte alta, la roccia, più gradinata e meno verticale, ne facilita l'uscita . Dal punto di vista tecnico si è affrontato la sezione più impegnativa, vuoi per verticalità e per scarsità di appigli mentre ora la ferrata sarà caratterizzata da passaggi più arrampicabili. Si prosegue quindi camminando lungo facili roccette incontrando alcuni brevi e divertenti salti rocciosi fino ad un esposto ma innocuo traverso, a destra , che termina con uno spettacolare spigolo . Un salto roccioso verticale ma particolarmente gradinato porta in pochi metri ad un sentiero non attrezzato che funge da trasferimento verso una successiva placca attrezzata. Il sentiero in questione è interrotto, a metà, dalla presenza di alcune facili roccette comunque attrezzate e lungo il cammino è possibile valutare, alla sinistra, il canalone di rientro con relativa traccia di sentiero che scende a valle praticamente a pochi passi dall'attacco. Percorso rapidamente questo breve trasferimento, si presenta la placca rocciosa sopracitata che si supera però, inizialmente, con un semplice traverso in diagonale , poi si risale verticalmente in divertente arrampicata lungo uno spallone roccioso in discreta esposizione uscendone su una traccia di sentiero, tra roccette, stavolta con costante presenza del cavo . Si cammina utilizzando in pratica il cavo come scorrimano portandosi alla base di una parete dove si trovano alcuni passaggi interessanti, divertenti ma senza mai offrire particolari difficoltà. Si parte in verticale con qualche gradino roccioso , si traversa a sinistra , si affronta un salto roccioso particolarmente appigliato guadagnando così una bella cengia panoramica . Siamo ormai già da un po' affrontando la parte di Via più divertente dal punto di vista della progressione in quanto le caratteristiche della roccia permettendo di procedere senza obbligo di "tirare" costantemente sul cavo e così si continua anche nei prossimi metri raggiungendo infine una zona caratterizzata da un lungo trasferimento, sempre attrezzato, con alcuni saliscendi alternando brevi tratti di sentiero ad innocue roccette fino ad un esposto sentiero dove, presso una forcella detritica , che rappresenta un punto d'arrivo importante per il proseguo della salita.
1- alla sinistra nel senso di marcia, un masso con un vecchio anello metallico ed uno sbiadito bollo rosso indica la partenza per una possibile Via di fuga che tuttavia per lo stato franoso nel quale si trova ad oggi non è il caso di utilizzare se non per urgente necessità e che comunque porterebbe ad intercettare il sottostante sentiero ufficiale di rientro .
2- ignorando questa prima uscita, peraltro non molto evidente, si prosegue qualche metro e sempre a sinistra si trova invece un comodo sentiero che "taglia" orizzontalmente la parete rocciosa finale e si dirige in breve presso la grande forcella dalla quale parte il sentiero di rientro e quindi tale seconda deviazione è la più consigliata per interrompere eventualmente la Via ferrata.
3- nel punto esatto in cui si stacca il sentiero del punto 2, alcuni utilissimi ometti in pietra indicano la continuazione invece della salita proseguendo la quale si rivede quasi subito il cavo metallico.
Optando quindi per la terza soluzione si prosegue la Via ferrata affrontando da subito un breve traverso in diagonale , poi in verticale per raggiungere un secondo esposto traverso che permette di raggiungere l'inizio di una verticale esposta ma con difficoltà contenute, anzi divertente quasi perpendicolarmente al parcheggio di partenza . Questa risalita verticale è intervallata da un breve passaggio tra comode roccette per poi proseguire lungo una paretina con caratteristiche simili alla precedente sfruttando, in contrapposizione, nella parte alta una fessura che determina la fine della verticalità più sostenuta e l'inizio del tratto finale ovvero poche roccette ben più "appoggiate" delle precedenti con uscita sui prati sommitali a circa 2500mt. Da qui, in pochi minuti, è eventualmente facilmente raggiungibile la vicina cima Col dei Bos - 2560mt.
DISCESA
Dalla fine della via un'evidente traccia , che attraversa da prima un fondo prativo poi caratteristico materiale detritico rossastro , conduce verso sinistra ad una forcella . Da qui il sentiero "precipita" nel canalone posto tra il Col dei Bos e le Torri del Falzarego e, ripidamente su terreno piuttosto stabile , riporta ai resti delle postazioni militari nei pressi delle quali si trova l'attacco della ferrata (45 minuti circa dalla fine della via). Seguendo poi a ritroso lo stesso percorso dell'andata si ritorna al parcheggio (un'ora circa dalla fine della ferrata).
CONSIDERAZIONI
La via ferrata percorre la parete meridionale della Piramide del Col dei Bos ed è costituita esclusivamente da funi con l'aggiunta di sole 2-3 staffe poste nei punti più critici. Il percorso, tuttavia, è molto logico e le difficoltà non sono eccessive e tecnicamente si concentrano fondamentalmente nel primissimo tratto della Via anche se nel proseguo qualche passaggio non propriamente banale è ancora presente.
La ferrata militare al Col dei Bos è stata costruita nel 2007 dagli alpini i quali utilizzano questa via come percorso di allenamento. In un secondo tempo la Via è stata denominata "Ferrata degli Alpini". Non è da escludere che in futuro venga battezzata diversamente. Il tratto più difficile è costituito, senza dubbio, dai primi 20 metri superati i quali non ci sono punti particolarmente ostici, anche se diversi passaggi successivi non sono affatto banali. Questo percorso è ottimamente combinabile con la vicina galleria del Lagazuoi ed in questo caso alla forcella dalla quale inizia il sentiero di discesa si ignora tale deviazione e si prosegue lungo l'evidente traccia in direzione della stazione a monte Funivia del Lagazuoi.
I punti 1 - 2 - 3 descritti come alternativa di prosecuzione sono ben visibili dal sentiero di rientro lungo il canalone come da foto dove in blu il punto 1; verde punto 2; rosso punto 3 mentre in giallo il percorso di arrivo e proseguimento della Via ferrata.
Commenti
Unico, grande neo (e qui mi autoflagello per aver scelto di andare di domenica): l'avvicinamento così breve la rende facile preda di fitta coltre di ferratisti, molti dei quali TOTALMENTE inesperti. Sono rimasta più di 5 minuti appesa in posizione precaria all'attacco, causa panico di un'escursionista poco sopra, coda interminabile per salire sul secondo tratto, inesperti turisti (chiamiamoli col loro nome in questo caso) che perdono l'equilibrio causando caduta sassi sulla processione sottostante. Onestamente, un incubo. In definitiva: è una ferrata che vale la pena, ma solo se deserta!
Via molto frequentata anche da utenti non preparati che provocano code; attenzione alla caduta sassi molto frequente!
Ferrata ideale per coloro che sono ad un livello intermedio e si vogliono avvicinare a ferrate via via più complesse, dove affinare la propria tecnica. La discesa detritica si completa in un'ora scarsa. Nel complesso: panorami suggestivi a 180°, non troppo affollata (almeno quando l'abbiamo percorsa noi) ed immancabile sconsiderato senza imbrago-casco-dissipatore.
Dal Col Gallina si trova l'indicazione per la ferrata, percorrere il sentiero più largo scalinato con tronchi ferma detriti, questo sentiero si congiunge con la strada militare e i resti di un Ospedale della Grande Guerra. La partenza non è banale, secondo me unica vera difficoltà, dopo i primi 6/7 metri si percorre un diedro anche questo non banale e un po scivoloso; dopodichè si procede con una salita sempre piacevole e si raggiunge un breve ed esposto traverso verso destra (( ottimo per scattare qualche foto )) Si arriva cosi alla fine della prima parte della ferrata su di una piccola crestina la si percorre per qualche metro e sulla parete davanti continua l'ultimo tratto della via molto divertente perchè permette di arrampicare fino alla fine senza mai toccare il cavo. Non lunga ma appagante, impiegato 2h 15'
Viste le quote di partenza e di arrivo sarebbe da percorrere con condizioni meteo ideali.
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