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Caratteristiche
- Difficile, in particolare la prima la prima metà.
- - 45' attacco
- 2.00h ferrata
- 1.15h discesa tramite sentiero. - complessivamente salita 673mt da Mandres -800mt da Pecol- di cui 365mt la sola ferrata.
- - funivia del Faloria
- stazione intermedia di Mandres
- rifugio Faloria - 0436-2517
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 3.8 |
Esposizione | 5 |
Varietà passaggi | 3.5 |
Impegno fisico | 3 |
Interesse paesaggistico | 3 |
Numero votazioni | 21 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata SCI CLUB 18
MONTE FALORIA
BY - VIEFERRATE.it - 2015
La via ferrata "Sci Club 18", che si snoda lungo la parete Crepe di Faloria sotto la funivia che porta sul Monte Faloria, è uno tra i percorsi attrezzati più recenti nell'ambiente Dolomitico anche se ormai l'apertura risale al 2009 ed è stata intitolata allo Sci Club omonimo che fu fondato nel 1930 da diciotto giovani amici che intendevano sensibilizzare e promuovere la pratica dello sci e l'elevazione morale della gioventù.
PERCORSO STRADALE
Raggiunto il centro di Cortina d'Ampezzo-Bl, si presentano due alternative:
1- seguire le indicazioni per la centralissima funivia del Faloria dapprima lungo via G. Marconi e successivamente in via Ria De Zeto-10, da qui raggiungendo la stazione intermedia di Mandres;
2- procedere in direzione Pecol fino a raggiungere una stradina sterrata, che interseca il percorso della funivia, ed abbandonare l'auto. Da qui raggiungere la stazione di Mandres a piedi, in circa 15-20'.
AVVICINAMENTO
Dalla stazione di Mandres, seguire le indicazioni per la ferrata Sci Club 18. Il sentiero di avvicinamento n.206 è inizialmente in leggera salita , ma una volta usciti dal bosco si inerpica notevolmente . Presso alcune biforcazioni sono presenti le varie segnaletiche fino a raggiungere l'attacco in circa 45' da Mandres a quota 1760mt.
LA FERRATA
Si "attacca" in verticale con una certa trazione sul cavo ma i piedi trovano buoni appoggi , si raggiunge subito una placca piuttosto levigata ma ben servita da staffe dalle quali si esce a sinistra presso una prima breve cengia . Pochi metri e dopo aver aggirato uno spigolo si presenta una lunga placconata rocciosa, esposta e verticale, in alcuni passaggi si "tira" sul cavo, in altri la presenza di staffe e comodi appoggi agevola la progressione fino ad un soprastante pulpito panoramico dove è possibile eventualmente riposare . Si riparte superando agevolmente un breve salto per poi traversare a destra in diagonale , presenza di una staffa in un passaggio altrimenti un po' ostico , e si guadagna un'ampia cengia che, aggirando un nuovo spigolo , conduce alla base di un nuovo tratto verticale , in costante esposizione. Si "attacca" con un certo sforzo il gradone iniziale e si risale cercando gli appoggi presenti ma che talvolta risultano leggermente spostati rispetto alla linea di salita del cavo , nella parte alta si traversa a destra anche qui aiutati dalla presenza opportuna di alcune staffe e si termina presso una comoda cengia erbosa che, aggirando parzialmente la massicciata, raggiunge un quarto tiro verticale . La parete è qui ricca di appigli ed appoggi sicuri per i piedi pur non mancando anche qui la presenza di qualche cambra metalliche in alcuni passaggi delicati . Si esce presso un calino franoso che rapidamente si aggira tramite una cengia che, a sua volta, in leggera salita , porta, sul versante opposto del canale, ad un nuovo lungo tratto verticale e probabilmente il più lungo fin qui incontrato. Si inizia, a dire il vero, con sviluppo non cosi marcatamente verticale i primi metri di uno spigolo e dopo alcune facili roccette si continua lungo una placconata con esposizione e verticalità sostenute dove la presenza di staffe talvolta un po' troppo distanti tra loro comporta comunque un certo sforzo fisico per superare alcuni passaggi . Si guadagnano metri , si alternano passaggi in divertente arrampicata ad altri più faticosi, un tetto si supera provvidenzialmente con una scaletta , una piccola cengetta aiuta a recuperare energie e valutare il proseguo della parete e si prosegue incontrando ancora per qualche metro passaggi di un certo impegno finchè, nella parte alta di questa lunga sezione verticale, la roccia assume caratteristiche più arrampicabili culminando in un camino finale con difficoltà piuttosto contenute . Una piccola cengia segna il termine di questo lungo trasferimento verticale e forse delle maggiori difficoltà tecniche della Via pur non essendo assolutamente banale il proseguo, nel contempo, da qui, l'ambiente circostante riprende forme e geometrie più consuete per un paesaggio Dolomitico. Si traversa lungamente verso destra tramite alcuni facili passaggi orizzontali superando in particolare un espostissimo traverso ove la roccia strapiomba leggermente e quindi è richiesto un attimo di forzo e di attenzione per pochi metri . Finisce il trasferimento "orizzontale " e ricomincia la salita sicuramente più godibile della precedente dal punto di vista fisico , ci si addentra in una suggestiva fessura-camino dal quale si esce in un ambiente prettamente dolomitico fatto di pinnacoli, creste, cenge ed al termine della lunga cengia appare la stazione d'arrivo della funivia, meta della nostra salita anche se non così vicina come potrebbe sembrare . Sopra di noi, un elegante spigolo attende di essere risalito e fin da subito son visibili le molteplici staffe con le quali è attrezzato quindi si inizia la salita con la roccia che a tratti è ricca di appigli ; poco oltre la metà ci si porta sul lato opposto dello spigolo e si ritrova comunque una parete con caratteristiche simili al tratto precedente ed anche qui una staffa aiuta a scavalcare un piccolo tetto . Lo spigolo termina nei pressi di una cengia inizialmente piuttosto articolata e varia poi assume caratteristiche di sentiero , si oltrepassa anche un franoso canalino privo oltretutto di sicurezze e si ritrova il cavo sul lato opposto di quest'ultimo dove in leggera salita si arriva presso una suggestiva forcellina . La forcellina è l'accesso ad una bella e frastagliata cresta che si risale e percorre in divertente arrampicata eccetto l'attacco che richiede l'uso di alcune staffe opportunamente inserite . Si percorre il filo di cresta che nel proseguo diventa una lunga cengia che porta all'attacco dell'ultimo tratto attrezzato della Sci Cub rappresentato inizialmente da un breve salto verticale poi un facile traverso che, aggirando un spigolo , prosegue su un piano inclinato ben attrezzato . Quota 2100mt e la Sci Club18 giunge al termine dopo circa 2.00h dall'attacco intense ed adrenaliniche senza però poter provare la classica soddisfazione della vetta.
DISCESA
Per chi si sentisse stanco, la via più ovvia è prendere la funivia che riporta a Mandres la cui stazione si trova a due passi dal termine della ferrata o, in alternativa, direttamente a Cortina d'Ampezzo. In caso contrario ci si inoltra lungo il sentiero n.212 che, in circa 1.15h di ripida discesa che fa perdere velocemente quota, porta alla stazione di Mandres-1.30h a Cortina.
CONSIDERAZIONI
La ferrata "Sci Club 18" è probabilmente tra le più impegnative tra quelle delle Dolomiti Ampezzane, soprattutto considerata la costante ed eccessiva esposizione, nonchè la continua verticalità dell'intero percorso; di certo non si presta ad essere affrontata in discesa in quanto, come segnalato in vetta , le difficoltà aumenterebbero considerevolmente rendendosi forse necessaria una discesa in corda doppia nei punti più difficili. Punto di merito di questa ferrata è la presenza, su alcuni chiodi, di coni di gomma che eliminano la leva negativa a cui è sottoposto il moschettone in caso di caduta dell'alpinista. Attenzione alla roccia friabile che si può facilmente smuovere e cadere addosso a chi segue. Come a volte capita lungo le Vie ferrate di un certo impegno, la ricerca dell'appiglio roccioso per la progressione in alternativa al cavo rende la salita meno stancante e la Sci Club è proprio una di queste Vie in quanto le possibilità di progressione in tal senso non mancano basta affrontare i passaggi con calma senza la frenesia della salita.
Per quanto riguarda l'avvicinamento vi è anche una terza possibilità poco utilizzata ma utile in caso di chiusura degli impianti di risalita: da Cortina con l’auto dirigersi in direzione del Passo Tre Croci (ovest). Poco oltre l’abitato di Alverà, sulla sinistra si nota un campo da calcio. Si prosegue e quasi subito, dopo una marcata curva, si vede sulla destra l’ex pista di moto-cross. Ampio slargo sulla sinistra per parcheggiare. Risalire la ripida strada sterrata e dove spiana svoltare decisamente a destra, percorrendo una strada boschiva. Dopo poco, sulla sinistra si riesce ad individuare il sentiero n. 210 che in pochi minuti ci permette di raggiungere il Lago (ora solo una palude) di Costalares. Subito dopo la passerella, abbandonare il sentiero segnato per prendere una traccia di sentiero che sale (qualche mugo) fino ad incrociare l’itinerario -1-. Circa 55' dalla macchina.
Commenti
Avvicinamento faticoso, via ferrata non così difficile come descritto nei vari manuali/relazioni, richiede sicuramente un discreto allenamento di base ma la ritengo assolutamente fattibile.
Sono del Torinese e se volete provare qualche ferrata non esitate a contattarmi.
Assolutamente non per principianti!
Pur non raggiungendo una vetta vera e propria a me è piaciuta; la vista su Cortina e le cime circostanti è spettacolare. La consiglio...
Buon divertimento a tutti!
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