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Caratteristiche

Media valutazioni

Difficoltà tecniche 4
Esposizione 4
Varietà passaggi 3.7
Impegno fisico 4.4
Interesse paesaggistico 4.4
Numero votazioni 23
VALUTAZIONE DELLA FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata del COGLIANS

MONTE COGLIANS

segnalata da ENRICO NASCIMBEN - 2005

PERCORSO STRADALE

Autostrada A23 si esce a Carnia.Quindi si prosegue per Villa Santina,Ovaro,Rigolato,Forni Avoltri. Giunti a Forni Avoltri si seguono le indicazioni per Collina. Da Collina ancora pochi minuti e si arriva al rifugio Tolazzi.

AVVICINAMENTO

La magnifica ascensione alla vetta del Monte Coglians (2780mt) viene qui suddivisa in due giornate. Il primo giorno si raggiunge il rifugio L. Romanin (2.00h-1970mt) partendo dal rifugio Tolazzi (1350mt parcheggio auto). Al rifugio Romanin si pernotta (il rifugio,recentemente ristrutturato,è senza dubbio uno dei più belli dell’arco alpino). Il giorno successivo si valica il Passo Volaia (spettacolare panoramica sull’omonimo lago glaciale ) e,seguendo il sentiero sud-orientale ,si risale un canalone roccioso marginalmente ricoperto dalle vestìgia di un piccolo ghiacciaio. Abbandonare il sentiero che conduce verso la forcella di sinistra (!!!) e risalire invece su ghiaie e sfasciumi verso destra sino ad individuare alla base della parete alcuni bolli blu e bianchi indicanti l’inizio della via (2250mt ca.)   (panorama verso Nord, spalle alla parete, visibile in basso a sinistra il rifugio austriaco Edward Piche Hutte sul lago Volaia) .

LA FERRATA

La via sale diretta affrontando uno spigolo roccioso verticale e diversi canalini esposti ma ben attrezzati . Attraversa quindi una placca molto inclinata (60°) e liscia: la placca è solitamente bagnata e,salvo per la presenza di piccole tacche quali appoggi per i piedi in aderenza,richiede forza di braccia e assoluta mancanza di vertigini (firma del libro di via). Si prosegue  arrampicandosi su un itinerario prettamente alpinistico di II e III° grado sino ad attraversare una stretta cengia detritica. Senza tregua alcuna,il tracciato risale alcuni diedri e camini rocciosi che consentono una divertente progressione in sicurezza senza ricorrere all’ausilio del cavo metallico. Si sbuca su di una terrazza rocciosa alla cui sinistra si profila la vetta (1.00h ca.). La terrazza concede una sosta dopo la prima parte impegnativa e c’è qualche interruzione del cavo. La via riprende alternando tratti quasi verticali su roccia compatta  a tratti più pianeggianti su rocce e ghiaino instabile, attenzione a chi segue, consentendo in alcuni punti una progressione senza l’ausilio delle mani . L’itinerario riprende dopo breve tratto di sentiero e conduce rapidamente in cresta alternando tratti più o meno verticali sempre su roccia buona  . Le attrezzature aggirano la cresta sommitale dapprima verso sinistra e quindi a destra scoprendo una visuale incredibile sul sottostante rifugio Romanin e sulla valle di Forni Avoltri . Poco oltre una grande parete strapiombante con un baratro di circa 500 metri!. Infine la via prosegue proprio sull’affilata cresta (è il confine Italia-Austria) sino a raggiungere, nei pressi di alcuni resti di trincee, abbastanza agevolmente,la vetta (campana da suonare!).

DISCESA

La discesa avviene lungo la via normale sul versante sud, prima su facili roccette 150-200 metri e infine su un grande ghiaione . Al termine proseguendo a sinistra si risalgono per sentiero le balze erbose del Pic Chiadin  per poi scendere al rifugio Marinelli (circa un ora dalla cima) dove poi si scende per comoda mulattiera e sentiero al rifugio Tolazzi (1-1.30 ore dal rifugio Marinelli). Volendo percorrere il sentiero Spinotti al termine del ghiaione si trascura il sentiero verso il Pich Chiadin per scendere ancora sulla destra fra rocce e prati fino all’incrocio con il sentiero n.145 che verso destra porta al sentiero Spinotti (a sinistra si proseguirebbe per il rifugio Marinelli). Si continua verso Ovest dove dopo una svolta su un pulpito panoramico, estremità del Coston di Stella (2200mt),ci si abbassa verso Nord per avvicinarsi alla parete. Una serie di gradini in legno su una placca e qualche attrezzatura permettono di scendere ancora su roccia e dopo un’ampia svolta si continua a procedere verso Ovest fino ad un’altra appendice erbosa . Da qui si scende nuovamente verso Nord dove fra rocce e sentiero con la presenza di qualche attrezzatura  si guadagna la base della parete che si raggiunge infine dopo una scala metallica infissa in un camino  (1900mt). Da qui un’evidente traccia scende dapprima nel canalone a sinistra e poi fra i mughi e infine si raccorda al sentiero n.144 percorso in salita.

CONSIDERAZIONI

La via ferrata alpinistica per la parete nord del Coglians è stata totalmente ripristinata con la creazione di un nuovo itinerario dalle spiccate caratteristiche tecnico-atletiche ed è davvero molto affascinante svolgendosi in ambiente aspro e severo (l’escursione completa necessita di circa 8.00h).Richiede un notevole impegno psico-fisico poiché in alcuni tratti è sicuramente difficile ed in grande esposizione: passo sicuro e abitudine al vuoto sono presupposti indispensabili per affrontarla in sicurezza. L’ascensione è stata attrezzata con cura (forse qualche cavo poteva essere teso maggiormente) e soprattutto in maniera molto logica,evitando scale o pioli che faciliterebbero la progressione nei punti più ostici (non vi sono che poche staffe).Proprio agendo in questo modo essa è stata resa più selettiva ma senz’ombra di dubbio anche più bella ed appagante!.
Ogni anno,la terza domenica di Agosto,si corre la staffetta dei tre rifugi che attira in questa zona numerosi appassionati e turisti. Gli atleti (tre per ogni squadra) percorrono la strada da Collina al rifugio Tolazzi e poi il sentiero fino al rifugio Lambertenghi Romanin (1° cambio),il sentiero Spinotti fino al rifugio Marinelli (2°cambio) e infine scendendo per il rifugio Tolazzi fino all’arrivo a Collina in un tempo di circa 1.20 h per le squadre più veloci.

Commenti   

+3 #28 Matteo Corno 2020-08-20 19:44
Percorsa il 08/2020. Ferrata in ottimo stato, bella, appagante. Consigli: dal lago volaia passare sull evidente traccia di destra per evitare di fare il giro del lago passando dal rifugio austriaco opposto al lago (30min guadagnati). Dal nevaio si può seguire la traccia a destra per evitare il dentino roccioso che raccorda la forcella erbosa(sinistra del dente) alla forcella composta di pietre (destra del dente). È possibile attraversare il dente in cresta su sentierino esposto, umido e solo in parte attrezzato. Infine sul ghiaione porre attenzione ad un bivio segnato da un grosso ometto (Noi lo abbiamo cannato) Dovremo prendere a destra e risalire il ghiaione (bolli blu) e non proseguire tagliando verso sinistra per non finire su facile placca appoggiata e solo spittata ma non attrezzata (bolli gialli) . Giunti all'attacco verticale attrezzato della via inizia il divertimento.
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-4 #27 Francesco 2018-07-31 11:27
Percorsa il 07/2018 Per raggiungere l'attacco della ferrata (arrivando dal lago di Volaia) attraversare la fine del nevaio e seguire una traccia sulla pietraia tenendosi alla destra di un piccolo dente. Se per errore avete seguito il sentiero e vi ritrovate al Valentin Törl 2138 (forcella erbosa). Potrete vedere un cavo che parte sul dentino: Attenzione, quella non è la partenza della ferrata, ma una traccia che vi fa scavalcare il dentino su una cresta erbosa ed esposta, che a mio parere non ha senso fare, visto anche che dopo i primi metri la fune matallica non c’è più e vi trovate su una traccia non semplice.
In conclusione se siete finiti al Valentin Törl vi conviene tornare sui vostri passi per 50mt e scendere un traccia che vi porta all'apice del nevaio, da qui prendere la traccia sulla pietraia che vi porta alla ferrata.
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0 #26 Alessandro Biondo 2016-09-12 07:51
Percorsa il 10/09/2016. Primi 150mt sicuramente impegnativi con salita verticale e due traversi in placca in cui occorre utilizzare molto le braccia ed il cavo. In seguito ferrata decisamente godibile con passaggi di arrampicata divertente di massimo III grado e tratti aerei sulla parete sud. Tutto ottimamente attrezzato, per un ascensione in totale sicurezza, senza eccedere con aiuti oltre al cavo. Prestare attenzione solo alla temperatura poichè specie all'attacco la roccia era molto fredda, consigliati guanti da ferrata.
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+2 #25 Andrea Tamburlini 2015-08-15 20:17
Fatta nel 2003 e 2005 pernottando al rifugio Lambertenghi. La prima volta il precedente gestore del rifugio ci aveva avvertito: i primi 150 metri non ti stacchi dalla parete! Aveva ragione; per esperti! Una delle più belle e complete ferrate da me intraprese. Sto pensando di ripeterla!
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0 #24 Andrea Tamburlini 2015-08-15 19:58
Ferrata fatta 2 volte (2003-2005). Ambedue le occasioni abbiamo pernottato al Rifugio Lambertenghi. La prima volta il precedente gestore del rifugio ci aveva detto : ferrata magnifica; i primi 150 metri non ti stacchi dalla parete!! Aveva ragione! Come ambiente, esposizione, difficoltà atletiche e assenza di vertigini una fra le più belle ferrate che ho fatto. Sicuramente per esperti!!
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+3 #23 Luca V. 2015-08-15 09:16
Percorsa il 14/08/2015 in giornata con ferrata parete nord, assieme al mio amico Livio G. partendo dal Tolazzi in 7 ore e mezzo. Il tempo era molto bello con temperatura ideale. La ferrata è molto entusiasmante e richiede allenamento. la parte più impegnativa è quella iniziale, in particolare in alcuni metri in verticale e in un traverso verso sinistra dove non ci sono molti appigli per i piedi, ma con un po' di tecnica si possono tranquillamente superare. I pezzi successivi non sono cosi impegnativi come quello iniziale se non per la lunghezza del percorso. Verso la parte finale bisogna prestare attenzione a sassi che potrebbero essere smossi e fatti cadere sotto a quelli che ci seguono. Direi, che per percorrerla bene, bisogna saper dosare le energie soprattutto all'inizio della ferrata e la soddisfazione finale sarà garantita.
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+1 #22 Sara Dorbolò 2015-01-23 00:00
Percorsa il 28/09/2014. Partenza dall'attacco ore 10.30. Giornata perfetta in quanto soleggiata e con una buona temperatura rivelatasi ottima per affrontare il tutto (ferrata e camminata). Eseguita in circa 3 ore e mezza. L'inizio della ferrata (primi 2-3 metri) si presenta difficoltoso in quanto la parete possiede poche insenature ed appigli per poggiare i piedi; occorre andare molto di braccia. Successivamente migliora facilitando le prese per mani e piedi, lasciando ancora qualche tratto più impegnativo, ma fattibile con i dovuti accorgimenti. Nel complesso molto sta nella forza delle braccia. Impegnativa quindi per quest'aspetto, ma assolutamente fattibile se si ha una buona abilità fisica e atletica e si ha voglia di restare su una parete per 3-4 ore! Nell'ultimo tratto in cresta il filo s'interrompe in alcuni punti prima della cima, percorribili tranquillamente prestando la dovuta attenzione. La stessa è da riservare anche, come in tutte le ferrate, ai sassi che possono essere smossi dalle persone che ci precedono. Personalmente l'ho trovata indimenticabile! Naturalmente il commento è soggettivo e ognuno necessita di valutare in base a sé stesso per potersi assumere le proprie responsabilità.
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0 #21 Carlo Cremon 2015-01-23 00:00
Percorsa il 28/07/2013, la ferrata è nel primo tratto verticale e impegnativa dal punto di vista atletico e tecnico. Nella seconda parte direi di difficolta media. Ben attrezzata richiede mancanza di vertigini nella cresta che porta in vetta con passaggi esposti e strapiombi ai lati. Comunque bellissima.
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0 #20 Bernardo Faganello 2015-01-23 00:00
19/08/2011 Fatta ieri 19/08/2011 su consiglio di un triestino conosciuto sulle Tofane.Una ferrata veramente appagante molto simile come la definisce il precedente commento alla Piazzetta e alla Costantini ma con un panorama ancora piu' bello sia alla salita che alla disesa sul versante sud fino al marinelli.Partito dal Lambertenghi con una giornata splendida sulla cima cominciavano le nuvole al Marinelli pioggia e tempesta comunque felice e contento e sopratutto ritornato giovane ma un po' stanco (65 anni e 100 chili di peso)
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+1 #19 Giovanni, Luca, Luigi e Marina 2015-01-23 00:00
10/07/2011. Fatta in giornata partendo da Venezia alle 05.00: vista la lunghezza è meglio dormire in rifugio e partire freschi al mattino. Nel suo complesso assai faticosa. I primi 150 metri sono tranquillamente assimilabili al "famoso" attacco della Piazzatta... ma più lunghi! C'è anche un traverso simile al "famoso" traverso della Costantini (un po' più corto). Qui però l'hanno in parte anche scalinato artificialmente. Per esperti senza vertigini e in ottima forma fisica. Discesa fastidiosa. Facile scaricare sassi, sia nella parte intermedia della salita che nella parte iniziale della discesa.
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