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Caratteristiche
- Difficile, valutare bene l'eventuale salita finale alla vetta rispettando la direzione richiesta.
- - attacco 1.15h
- ferrata 1.30h
discesa:
- in relazione al percorso scelto, chiudendo l'escursione senza includere il versante della Croda Sora i Colesei circa 1.30-2h - - 400/450m ca. attacco
- 270m la ferrata - - rifugio Berti
- rifugio Lunelli - STAMPA
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Media valutazioni
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Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata BEPI MARTINI
Campanile COLESEI
BY - VIEFERRATE.IT - 2020
Nuova ed impegnativa Via ferrata che attraversa, nel punto alto, la vetta del Campanile Colosei. Ci troviamo ai piedi delle Dolomiti di Sesto nel versante rivolto alla vallata del Comelico.
PERCORSO STRADALE
I luoghi di arrivo in auto più comodi per l'avvicinamento sono 2 ovvero il passo di Monte Croce Comelico -1636m- ed il rifugio Lunelli - 1568m. Il primo è più adatto se si arriva dal Trentino mentre il secondo se si sale dal Bellunese con tempistiche e dislivelli che variano di poco tra loro.
AVVICINAMENTO
In entrambi i casi il primo obiettivo è raggiungere l'ampia forcella Pian della Biscia - 1942m in circa 1.00h. Dal passo Monte Croce, in direzione sud, attraverso il sentiero n.124 mentre dal rifugio Lunelli vi è una doppia possibilità ovvero attraverso il sentiero n.171 direttamente dalla terrazza del rifugio oppure la comoda strada militare che parte poco prima dell'ultimo tratto di strada in arrivo al rifugio. Giunti alla forcella della Biscia , punto di incontro delle varie alternative, si prosegue in salita seguendo l'ampia strada militare ignorando dopo alcuni minuti il sentiero n.124, alla sinistra, di collegamento con il rifugio Berti stando attenti invece quando poco più avanti, sul margine sinistro della strada, si trova un ometto in pietre ed una palina-segnavia presso la quale si lascia la strada iniziando a salire a tornanti tra i mughi su leggera traccia, ancora poco marcata, di sentiero verso la vicina parete rocciosa giungendo così rapidamente alla base di un canalino franoso dove si trova l'attacco - 2050m ca. Meglio indossare prima l'attrezzatura di sicurezza compreso il casco poichè l'attacco si trova sulla linea di salita della Via che a tratti risulta ancora "sporca" di materiale detritico.
LA FERRATA
Si parte da subito su passaggio verticale dove già è richiesta una certa trazione sul cavo così come nei metri successivi raggiungendo uno spallone dove la salita è invece più "appoggiata" fino all'uscita su di un breve traverso a sinistra . Si traversa quindi in diagonale superando una placchetta, con l'ausilio anche di una staffa metallica , oltre la quale un breve tratto dove il cavo funge sostanzialmente da scorrimano porta ad affrontare un passaggio verticale dove risultano assolutamente provvidenziali le staffe artificiali inserite e se ne esce in aderenza tirando sul cavo . Si può ora recuperare energie dovendo risalire una serie di facili roccette intervallate da passi su terreno misto erboso sempre ancorati al cavo perchè alle nostre spalle l'esposizione è costante e si prosegue in salita su un percorso più che altro affannoso senza incontrare particolari difficoltà tecniche . Un lungo diedro con una spaccatura iniziale riporta la linea di salita nettamente in verticale richiedendo un pò di impegno fisico mentre nella parte alta la parete particolarmente levigata è stata ben attrezzata con una serie di staffe . Eccoci su di una grande cengia presso la quale è possibile rifiatare prima di superare, nuovamente in verticale, alcuni passaggini insidiosi lungo un secondo diedro dal quale se ne esce stavolta su di una placca triangolare inclinata in sostenuta esposizione . Si è ormai in dirittura d'arrivo verso una stretta forcella che funge da anticima, la bastionata rocciosa richiede solo il superamento di alcune roccette indubbiamente innocue rispetto al resto della Via scendendo così leggermente alla suddetta forcella che merita un chiarimento vista anche la poca chiarezza presente attualmente online. Sullo spigolo opposto della forcella sono presenti 2 frecce rosse che indicano il senso di percorrenza se non obbligatorio quantomeno consigliato dagli ideatori della Via, probabilmente per difficoltà ed ordine di percorrenza, e nello specifico è in senso orario . In effetti seguendo il cavo in salita a destra quindi antiorario, in pochi passi esposti ma con difficoltà contenute si è in vetta -2300m- ma con il cavo che prosegue poi in discesa per alcuni metri sul versante opposto della vetta in fortissima esposizione e con passaggi particolarmente impegnativi che se percorsi in discesa, come spesso accade in ferrata, aumentano sensibilmente di grado quindi assolutamente da evitare con l'unica alternativa di scendere a ritroso nuovamente alla forcella. Così facendo non si rispetta il senso di percorrenza richiesto quindi ammesso e non concesso di volerlo fare, valutare almeno che non vi siano altri escursionisti nel percorso. Seguendo invece il percorso in senso orario, dalla forcella, il cavo scende nettamente a sinistra e si disarrampica grazie anche alla presenza assolutamente provvidenziale di alcune staffe metalliche arrivando dopo pochi metri di discesa ad una biforcazione del cavo. A destra il cavo sale e si porta sullo spigolo opposto della vetta dove si trovano poi i passaggi impegnativi di cui sopra e qua è il caso di valutare bene la possibilità o no di raggiungere la vetta in base alle proprie energie mentre alla sinistra della biforcazione si prosegue la discesa , che comunque fin dalla forcella, attenzione, non risulta mai banale, guadagnando il fondo di una grande forcella opposta alla precedente e quindi alla vetta. Qua è impossibile non fermarsi ad apprezzare l'incredibile linea slanciata ed affilata del "nostro" Campanile in cima al quale passa il punto alto della Via . La ferrata non termina qua, il cavo prosegue in salita sul lato opposto della grande forcella inizialmente in appoggio lungo uno spallone poi aggira una levigata ed insidiosa placchetta assistiti da alcune staffe opportunamente inserite e dopo alcune facili roccette si giunge al termine del cavo e quindi della Via ferrata su di un alt0piano panoramico dove è possibile togliere l'imbrago.
DISCESA
Parlare a questo punto di ritorno è un pò prematuro in quanto l'escursione offre alcune soluzioni diverse. Inizialmente si percorre la traccia di sentiero segnalata con paline per alcuni minuti fino ad una segnaletica dove è possibile raggiungere la vicina vetta della Croda Sora i Colosei -2371m- oppure la storica forcella Popera - 2298m, luoghi dai quali, nel versante opposto sarà possibile ritornare con percorsi alternativi e di interesse storico sulla strada militare iniziale e quindi alla forcella della Biscia oppure volendo chiudere qua l'escursione ci si dirige a sinistra in discesa verso il rifugio Berti nel grandioso Vallon Popera. Circa a metà di questa discesa si giunge ad un bivio presso il quale è indicata la possibilità di raggiungere il vicino rifugio Berti , scelta consigliata in particolare se si è partiti dal sottostante rifugio Lunelli oppure deviare per il passo di Monte Croce con il sentiero n.124 che avevamo incrociato andando all'attacco della Via .
CONSIDERAZIONI
Ferrata relativamente breve, specie trovandosi in ambiente dolomitico, ma sorprendentemente intensa. Attrezzature artificiali ridotte al minimo eccetto dove sostanzialmente proprio necessarie, su roccia che in taluni casi richiede progressione in aderenza. Esposizione costante e sostenuta per una Via che non si deve assolutamente considerare una "ferratina" di ripiego in quanto mai banale. Sicuramente consigliata poi la chiusura ad anello nel versante opposto della Croda dei Colesei per visitare la zona bellica cosiddetta "Opera 10". Da segnalare che al momento della stesura di questa relazione -agosto 2020- mancano completamente indicazioni per l'attacco che richiamino la ferrata.
Commenti
Bellissima come panorami, sempre in verticale. Io ho avuto difficoltà in alcuni passaggi essendo un po’ piccolina e dovendo tirarmi su molto con le braccia.
Comunque molto bella e concludere il giro per il vallon del Popera.
Non mi è sembrata molto difficile, ma da percorrere con attenzione e qualche accorgimento tecnico. I sassi possono essere un problema, due ragazzi davanti a me ne hanno scaricati diversi senza accorgersene. Al bivio tra le due varianti ho deciso di prendere a destra, che sembra la via più facile. Tuttavia dopo una salita abbastanza agevole c'è una discesa tosta. Conviene seguire il senso delle due freccette rosse che invitano a scendere, per poi effettuare un giro completo in senso orario. Io, per provare, l'ho percorsa in entrambi i sensi, orario e antiorario. Per raggiungere l'attacco forse è preferibile partire dal passo di Monte Croce Comelico, invece che dal rifugio Lunelli, anche per chi arriva dal Veneto, perché da quest'anno per i mesi di luglio e agosto e nei weekend estivi c'è l'obbligo di fermarsi 4 km prima del rifugio e prendere la navetta che costa €5 andata e ritorno. Si può salire in auto solo prima delle 8:30.
Nonostante la brevità merita comunque di essere percorsa.
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