Cerca
Caratteristiche
- Moderatamente difficile con qualche passaggio leggermente più impegnativo dalle "Tre Dita" in poi. Sicuramente la difficoltà maggiore della via è rappresentata dalla lunghezza complessiva.
- SALITA
- rifugio Dibona-galleria 1.15h
- galleria-forcella di Rozes 20'
- forcella-attacco Lipella 10'
- attacco ferrata-Tre Dita 1.30h
- Tre Dita-termine ferrata 1.00h
-cresta sommitale 20'
DISCESA
- vetta-rifugio Giussani 1.30h
- rifugio Giussani-Dibona 1.00h - Salita 1200m + 200m "persi" lungo le cenge talvolta degradanti.
- - rifugio Dibona
- rifugio Giussani - STAMPA
- versione PDF
- Seguici su Facebook
Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 2.5 |
Esposizione | 2.8 |
Varietà passaggi | 2.3 |
Impegno fisico | 4.8 |
Interesse paesaggistico | 5 |
Numero votazioni | 91 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata G. LIPELLA
TOFANA di ROZES
BY - VIEFERRATE.IT - 2012
Punto di partenza dell’escursione è generalmente il rifugio Dibona -2053m- in quanto facilmente raggiungibile direttamente in auto e quindi ottima base di partenza per questa ed altre escursioni ma si può optare anche per la partenza dal rifugio Giussani o direttamente dal Passo Falzarego.
PERCORSO STRADALE
In automobile deviando dalla strada che da Cortina d'Ampezzo-Bl conduce al passo Falzarego, sulla destra, poco a monte dell’abitato di Pocol (cartelli) vi è la strada asfaltata e piuttosto stretta che devìa nel bosco fino al bivio per il rifugio Pomedes. Da qui, a sinistra, per strada ghiaiosa fino all'ampio parcheggio del rifugio.
AVVICINAMENTO
Dal rifugio Dibona il sentiero,chiaramente indicato da un cartello in legno , sale tra il bosco rado di mughi sino a raggiungere la base dell’imponente parete sud della Tofana di Rozes. Qui si trova il sentiero n.442 che prendiamo verso sinistra e che contorna completamente il versante meridionale della montagna mantenendosi, con scarsi dislivelli, tra la parete a destra e i pascoli a sinistra. Notiamo in lontananza, davanti a noi,la Marmolada col suo ghiacciaio, mentre siamo sempre sovrastati a destra da poderosi strapiombi. Dopo circa 1.15h di cammino ed alcune indicazioni il sentiero piega a destra per portarsi in un anfratto roccioso dove troviamo l'inizio della via del Castelletto-2480mt .
LA FERRATA
Attraverso una serie di staffe metalliche ed una scala si raggiunge il pianerottolo di ingresso della galleria lunga circa 500m a circa 2450m di altitudine. Entrati con l'ausilio di una lampada, nella parte iniziale, si cammina lungo comodi scalini metallici mentre successivamente bisogna procedere con maggior cautela in quanto il fondo roccioso piuttosto umido risulta essere scivoloso. Nella parte terminale della galleria il cavo si biforca: a sinistra se ne esce definitivamente e si procede all'esterno mentre continuando ancora in salita per alcuni metri si giunge al termine della galleria dalla quale,dopo alcuni metri attrezzati lungo cengia rocciosa il cavo scende incrociando il sentiero che arriva dall'uscita precedente-2630mt. Siamo a nord del Castelletto (forcella di Rozes) ed un lungo sentiero nel ghiaione,in leggera discesa, aggira il versante ovest della Tofana arrivando dopo circa 10' all'attacco della ferrata Lipella . Dopo alcuni gradoni attrezzati si giunge ad un primo pulpito panoramico dal quale un breve passaggio attrezzato porta ad un secondo terrazzo . Si supera un breve diedro gradinato e si prosegue a sinistra superando un lungo ed esposto traverso con la visuale che si apre sui Gruppi del Lagazuoi e Marmolada . Dopo un breve sentiero,un traverso in diagonale richiede attenzione,nel primo tratto,per un passaggio non banale mentre nel tratto successivo una staffa metallica agevola la progressione e da qui una serie di gradoni aiutano a guadagnare facilmente la lunga cengia panoramica . Nel suo lungo sviluppo la cengia degrada lentamente , facendo perdere parte della quota guadagnata fin qua ed attraversa alcuni canalini franosi , presso i quali non è consigliata la sosta. Nella parte alta della parete si nota il prossimo passaggio da affrontare che nonostante le difficoltà contenute rappresenta talvolta motivo di ingorgo nel caso di gruppi numerosi . Ci si arriva dopo aver superato da prima alcune facili roccette non attrezzate , un facile tratto attrezzato , una breve cengia ed alcuni passaggi verticali mai particolarmente impegnativi vista la conformazione della roccia . Giunti nel passaggio, di cui prima,ci si rende conto che le difficoltà sono molte meno del previsto ed in pochi passaggi si raggiunge una nuova lunga cengia che a tratti perde nuovamente quota , si traversa in discreta esposizione per alcuni tratti molti umidi e si arriva alla base di un lungo tratto con sviluppo prevalentemente verticale riguadagnando così quota senza eccessive difficoltà eccetto un passaggio finale lievemente più sostenuto . La Via mantiene costantemente la caratteristica di alternare roccette verticali a cenge di varia lunghezza e così continua anche nel prossimo tratto di percorso arrivando in circa 30' ad un punto fondamentale della Lipella -2700mt- ovvero la possibilità di interrompere la salita come da indicazione : a sinistra si raggiunge in circa 30' il rifugio Giussani presso la forcella Fontananegra (l'indicazione Cantore si riferisce ad un vecchio rifugio in disuso) mentre a destra si prosegue per la vetta e quindi la ferrata. Lunga cengia di trasferimento ,verso quella che si può definire la seconda sezione della Lipella, da percorrere con cautela sia per l'esposizione sia per la gran quantità di materiale detritico che in caso di caduta finirebbe a ridosso della sottostante sezione di ferrata. Si giunge all'inizio delle nuove attrezzature e la prima impressione è che ci si trovi di fronte ad uno sviluppo più verticale di quello fin qui incontrato. Comodi gradoni conducono ad una esile cengetta dalla quale parte in verticale il cavo metallico ma sempre in gradevole arrampicata , poi la parete si fà più appoggiata ed il cavo funge spesso da scorrimano fino ad un pulpito panoramico presso il quale è possibile riprender fiato. Ci si trova all'interno di una imponente conca a forma di anfiteatro, molto suggestiva. Si lascia il pulpito e si affrontano un'altra decina di metri verticali arrivando all'ennesima cengia detritica che taglia nettamente verso destra l'anfiteatro in alcuni tratti anche in forte esposizione . Si è ormai nella parte terminale della Via ed alcuni passaggi sono lievemente più impegnativi della media fin qui mantenuta , con un pò di affanno si raggiungono in pochi minuti gli ultimi metri di cavo . Ora una traccia di sentiero porta alla sella sulla cresta nord-ovest -3030m- dove è possibile scendere al sottostante rifugio Giussani mentre per raggiungere la croce di vetta -3225m- si prosegue per circa 30' lungo il ghione della cresta sommitale che ad inizio stagione è spesso ancora innevata.
DISCESA
Si ritorna alla sella lungo la via di salita ed a destra si scende lungo il versante nord seguendo ometti e segnavia blu. Nella parte alta il terreno è più roccioso poi man mano che ci si avvicina alla forcella Fontananegra, il fondo è maggiormente detritico . Dal rifugio Giussani un ampio e comodo sentiero scende nei ghiaioni del Vallon in direzione del rifugio Dibona.
CONSIDERAZIONI
Occorre osservare che la vera salita comincia alle Tre Dita,mentre nel primo tratto di ferrata si guadagna poco in altitudine in quanto la risalita della galleria e dei gradoni attrezzati viene parzialmente compensata dal percorso degradante delle cenge sfruttate dalla ferrata nel suo percorso iniziale. E' indispensabile informarsi preventivamente sulle condizioni di innevamento del percorso ed è consigliabile una torcia a testa per la galleria iniziale. Da notare che presso il bivio delle Tre Dita, risulta interessante,dal punto di vista storico, percorrere alcuni metri nella direzione del rifugio Giussani per vedere appunto queste tre piccole torri scavate all'interno dai militari durante la Guerra.
Commenti
Diversi tipi di passaggi in ambiente suggestivo e con viste magnifiche.
Via ferrata ben attrezzata, in buona parte con funi nuove o semi-nuove.
Al 19/7/20, via sgombera di neve salvo alcuni piccoli nevai residui, tranquillamente oltrepassabili senza l'uso di ramponi.
Fondamentale valutare bene il proprio stato di forma fisica al bivio per Rif. Giussani o cima. Ultimo tratto molto verticale da affrontare in piena consapevolezza che sarà necessario un ulteriore sforzo fisico.
Salita alla vetta, dopo fine via ferrata, ancora parzialmente coperta di neve. Accesso possibile anche senza ramponi, ma con buona dose di attenzione e passo sicuro.
Discesa per via normale in direzione Rif. Giussani con presenza di qualche nevaio, ma percorribile senza attrezzatura.
Per alpinisti allenati tecnicamente è fisicamente ritengo il mio tempo verosimile, altrimenti ben di più!
Segnalo che la via di discesa dalle Tre Dita è contrassegnata da bolli rossi, mentre la normale da bolli blu. Informarsi preventivamente presso il Giussani circa la percorribilità della ferrata (presente ghiaccio fino a tarda stagione). Viste le quote raggiunte è opportuno percorrerla con certezza di bel tempo e abbigliamento da alta montagna.
premetto che sono uscito alle 3 Dita, dopo 2h30 di sola ferrata e con un pò di traffico, cominciavo ad essere stanco e ad avere dei cali di attenzione essendo il tutto un po ripetitivo. Che dire, secondo me la ferrata non è difficile tecnicamente e ci sono tanti appigli naturali ma è lunga lunga, alcuni tratti in cengia sono esposti e richiedono sempre massima concentrazione. Il passaggio nella galleria del castelletto è molto suggestivo, la vista quando si ha la possibilità di goderla è stupenda. una volta uscito alle 3 dita sono comunque salito in vetta dalla via normale. Da fare solo con tempo stabile e se si è molto ben allenati e concentrati.
RSS feed dei commenti di questo post.