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Caratteristiche
- Moderatamente difficile.
- - 20' per l'attacco
- 1.20h la sola ferrata
- 40' in discesa;
prosecuzione al monte Tovo:
-1.30h di salita dal termine della ferrata -1.45h di ritorno in discesa - - avvicinamento: 150m
(1250-1400m)
- via ferrata:200m
(1400-1600m)
- estensione al monte Tovo: 630m
(1600-2230m). - rifugio Rosazza
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 2.9 |
Esposizione | 2.3 |
Varietà passaggi | 2.6 |
Impegno fisico | 2.4 |
Interesse paesaggistico | 2.5 |
Numero votazioni | 27 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata NITO STAICH
MONTE TOVO
segnalato da ROBERTO CAUCINO - 2005
PERCORSO STRADALE
Autostrada A4 uscite Santhià oppure Carisio: direzione Biella; ad Oropa raggiungere l'omonimo Santuario e da quest'ultimo imboccare la strada per la “Galleria Rosazza”, dopo meno di un 1 km, all’altezza di un tornante, si nota un “tempietto” diroccato; a fianco della costruzione inizia una strada sterrata e qui è possibile lasciare l’autovettura.
AVVICINAMENTO
L’avvicinamento incomincia sulla cosiddetta “strada della Pissa” , al cui inizio sono posti evidenti cartelli che indicano la direzione da seguire per giungere al rifugio Rosazza: seguite tale direzione. La carrareccia prosegue salendo gradualmente la valle fino a giungere ad una pietraia che impone alla strada una netta deviazione per aggirarla: a questo punto, nei pressi di una piccola cappella e di un traliccio elettrico, si nota su un masso il cartello indicante la direzione da prendere per l’attacco della ferrata: seguire i segni rossi salendo alla belle meglio lungo la pietraia.
PERCORSO ATTREZZATO
A questo punto risulta evidente lo sperone roccioso che sarà oggetto della nostra salita; è possibile anche individuare sia il traliccio metallico in uso, sia i vecchi tralicci in cemento dismessi . Durante la breve salita alcune targhette poste sui massi della pietraia indicheranno la strada migliore da seguire . Ai piedi dello sperone si nota l’attacco della ferrata , un cartello ricorda l’uomo a cui è intitolata la via e le regole basilari di comportamento . Si inizia con un breve tratto verticale, un traverso tra alcuni arbusti (notate alla vostra destra il colpo d’occhio sul Santuario di Oropa), alcune placche ed altro traverso. Un ulteriore tratto verticale porta ai piedi del traliccio dimesso ; il cavo ed i pioli proseguono sul cemento: un corto “ponte tibetano” ci trasporta sulla parete opposta al traliccio ; su tale parete si traversa a destra per giungere ad un ripiano erboso. Si prosegue non assicurati per una decina di metri fino a giungere ai piedi di un imponente diedro granitico ; la parete viene affrontata direttamente sulla sinistra per uscire su una cengia. Da qui si superano una serie di paretine e piccoli traversi fino ad arrivare su un pendio posto proprio sotto i cavi della funivia (diciamo che arrampicate sotto gli occhi dei turisti che salgono al lago del Mucrone). Un salto di roccia verticale ed una placca liscia ma appoggiata vi conducono ai piedi di una piccola torre rocciosa : l’ampio camino che la separa dalla parete parallela viene superato con un secondo “ponte tibetano” . Risalendo la parete si fuoriesce su un traverso esposto che porta alla parte finale, e più impegnativa, della ferrata. Si salgono una serie di placche fino a giungere sotto un evidente tetto che si supera aggirandolo sulla sinistra ; in questo punto l’esposizione è evidente ed è necessario essere concentrati e veloci, in particolare se è la prima volta che ci si trova in ambienti così “aerei”. Ancora pochi metri di salita e si esce sul pianoro che segna il termine della nostra piccola “avventura” ; a sinistra, proprio accanto al traliccio dove passa la funivia, si notano i segni rossi che indicano la via di rientro. La mia proposta, per rendere l’escursione più completa e logica, è di proseguire lungo l’evidente e vasta cresta prativa che sale verso la sommità del monte Tovo. Prima per tracce di sentiero, poi seguendo i segnavia bianchi e rossi n.14 , si giunge alla sommità del monte sormontato da una croce metallica e dalle caratteristiche “piramidi” del Tovo . Da qui una magnifica vista sulla pianura padana,su tutti i monti biellesi, sul gruppo del Monte Rosa (F22).
DISCESA
Seguendo sempre i segnavia bianchi-rossi in direzione della sottostante bocchetta Finestra e quindi per il sentiero n.32 che riporta alla "strada della Pissa” che abbiamo percorso all’andata.
CONSIDERAZIONI
La via ferrata è stata voluta dalla Provincia di Biella su un’idea delle guide alpine Tike Saab; è stata intitolata al grande alpinista biellese Nito Staich che ha dedicato molto tempo della sua vita proprio alle montagne di Oropa dove è stato direttore sportivo delle funivie e gestore dello storico albergo Savoia. La ferrata è posta in una zona di facile e rapido accesso; l’esposizione a sud e la relativa bassa quota permettono di frequentarla da inizio primavera fino ad autunno inoltrato, ovvero nei periodi in cui l’innevamento è modesto o assente. L’opera è stata realizzata a cura delle guide alpine Tike Saab (come del resto tutte le altre ferrate biellesi); i materiali e la posa in opera risultano di ottimo livello qualitativo. I pioli sono posizionati a distanze ottimali e sempre in numero corretto. La difficoltà, nel complesso, non risulta eccessiva: sia per estensione che per grado tecnico è accessibile senza particolari problemi a tutti gli alpinisti dotati di una discreta esperienza di vie ferrate; può anche essere un valido banco di prova per coloro che volessero accostarsi alla disciplina senza affrontare difficoltà ed esposizioni proibitive. In sintesi il percorso affronta uno sperone roccioso che, partendo dal fondo valle del torrente Oropa, termina sulla dolce ed ampia cresta che sale al monte Tovo. Lo sperone non si presenta monolitico ma costituito da una serie contigua di pareti e salti di roccia intervallati da brevi terrazzi erbosi. La morfologia impone di conseguenza un percorso tortuoso e discontinuo, permettendo per contro di non dover affrontare esposizioni estreme e di diluire l’impegno fisico su diverse pareti di limitata altezza avendo inoltre la possibilità di ammirare,da posizione privilegiata, il complesso architettonico che costituisce il Santuario di Oropa. Interessante è la presenza antropica sul percorso: lo sperone roccioso è infatti base sia per il traliccio intermedio dell’attuale funivia che da Oropa Santuario porta al lago del Mucrone sia per i due vecchi tralicci in cemento della smantellata funivia anteguerra. La via stessa utilizza curiosamente uno di questi tralicci dismessi per salire una parete: intelligente riferimento all’opera terrena di Nito Staich. La discesa è effettuabile mediante un sentiero chiaramente indicato che riporta nei pressi del punto di partenza; in alternativa (come descritto nella relazione) si può rendere la gita completa e logica proseguendo lungo la semplice ed evidente cresta prativa fino a giungere sulla sommità del monte Tovo, da cui si gode di una magnifica vista sulla pianura padana, sui monti biellesi, sul gruppo del Monte Rosa.
Commenti
Già provato davanti ad esposizioni di un certo rilievo non vedo particolari problemi. L'attrezzatura è buona anche se in alcuni passaggi avrei preferito un piolo in più. A 2/3 è effettivamente presente una via di fuga.le segnalazioni e le targhette di avvicinamento sono chiare e ben individuabili. Attenzione al sentiero di rientro effettivamente un po' impervio.
Non per principianti , molto bella e appagante: il percorso era bagnato quindi un po di difficoltà in piû
Giusta la valutazione.
Ciao a tutti.
Non è per principianti ma è perfetta per addestramento e pratica.
Appagante.
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