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Caratteristiche
- Difficile.
- 3.00h
- 350m dal parcheggio nel centro di Crevenna.
- abitato di Crevenna
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 3.7 |
Esposizione | 2.7 |
Varietà passaggi | 3 |
Impegno fisico | 2.6 |
Interesse paesaggistico | 1.9 |
Numero votazioni | 38 |
Links
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata SASS del TAVARAC
SASS TAVARAC
segnalato da LUCA CALVI - 2008
AVVICINAMENTO
Raggiungere Crevenna, frazione di Erba-Co. Possibilità di parcheggio poco dopo la chiesa,oppure nelle prossimità del ristorante Ca’ Nova, oppure all’ingresso della strada privata che porta all’Eremo di San Salvatore. La strada è percorribile , ma privata , ed esiste il serio pericolo che i solerti tutori dell’ordine applichino le contravvenzioni, quindi consigliamo di lasciare l’auto nei parcheggi e salire all’Eremo o per la carrozzabile (per buona parte asfaltata) o per il sentiero (ambedue segnalati). Da Crevenna all’Eremo calcolare al massimo una mezz’ora. Dall’Eremo di San Salvatore - 650m ca., noto centro spirituale, meritevole di una visita, seguire le indicazioni ed i cartelli (non troppi ma sicuramente sufficienti) che, attraverso un piacevolissimo sentiero nel bosco , in circa trenta minuti porta, con alcuni passaggi tra massi isolati ed un ultimo strappo ripido,alla nota falesia del Sass del Tavarac - 720m ca. , molto frequentata dai climbers locali e non solo . La falesia si presenta come una sorta di pietra triangolare, alta una sessantina di metri. Partendo dal lato destro (faccia alla parete) della falesia , è stata tracciata una via ferrata “da allenamento” molto piacevole, che ha il pregio di essere a bassa quota, arrampicabile, esposta a sud-est e di facile accesso, il che la rende frequentabile praticamente tutto l’anno, meteo permettendo.
LA FERRATA
Dal lato destro della falesia si risale un primo canale-diedro piuttosto verticale e tecnico (alcuni passaggi rasentano il IV grado UIAA) di circa 20 metri , assicurato con un cavo ben teso , per poi traversare a sinistra (catene) per alcuni metri a prendere un altro canalino che ci deposita sulla cima del primo “pilastrino” in cui si divide il Sass del Tavarac. Questo primo tratto è anche il più difficile del percorso. Chi non si sentisse di continuare o preferisse andare a riposarsi alla fine del primo piastrino trova un sentierino di quattro-cinque metri a sinistra che deposita sul sentierino di discesa. Seguendo il sentierino si arriva in pochi passi alla seconda sezione della parete, una rampa che viene seguita dapprima direttamente per poi spostarsi verso destra per uscire a gradoni (gli ultimi dei quali erbosi) sulla sommità del secondo piastrino. Questo tratto, tutto sommato breve, presenta difficoltà di arrampicata che potremmo classificare di terzo grado con alcuni punti forse un pochino più difficili, ma sempre ben assicurati e con roccia ottima. Usciti dal secondo piastrino, si segue il sentierino che prosegue verso destra a prendere una sorta di canale che sale l’ultimo risalto di roccia gialla ma compatta e solida che, con difficoltà sempre nell’ordine del terzo grado, porta dopo un breve traverso a sinistra, direttamente alla sommità del Sass del Tavarac , sulla cui cima troviamo anche una piccola panca dove riposarsi un attimo ed osservare il panorama sulla Brianza e sui monti limitrofi.
DISCESA
Dalla cima un evidente sentierino scende in direzione sud-ovest per poi girare in direzione nord,passando sotto la parete appena scalata. La discesa è assicurata con catene,la cui presenza si rivela provvidenziale a causa dell’estrema franosità del sentierino stesso ,in alcuni punti piuttosto esposto. Seguendo una linea logica di cenette e canalini terrosi che aggirano la parete, sempre con la presenza di catene e passando anche in prossimità di due nicchiette utilizzate per fare sosta , in pochi minuti si è di nuovo alla base. A parte un saltino di roccette subito sotto la cima , la discesa non presenta difficoltà tecniche ma richiede molta attenzione per evitare di scivolare e per la grande quantità di rovi presenti.
CONSIDERAZIONI
La ferrata è da considerarsi “difficile” con numerosi passaggi, soprattutto nel primo terzo, piuttosto difficili. E’, tuttavia, ottimamente attrezzata con cavo oppure con catena. Non si tratta, comunque, di una via ferrata di stampo moderno, con pioli, scalette e appigli artificiali atti a favorire la progressione, ma di una ferrata ad uso di chi vuole progredire usando appigli ed appoggi naturali, quindi con tecnica di arrampicata. Considerata la brevità d’accesso, è da consigliare praticamente in tutti i periodi dell’anno, tenendo presente che,dopo una pioggia, la discesa per il sentierino franoso risulterebbe ben più faticosa della salita. E’ una ferrata da gustare con calma,magari in scarpette, ricordandosi, però, di portarsi attaccati all’imbrago scarponi o comunque scarpe con suola profilata per la discesa. Si consiglia, infine, di fare attenzione a non far cadere in alcun modo sassi o pietre: la falesia è sempre frequentata e la ferrata corre prima a destra e poi immediatamente sopra le vie percorse dai climbers ed è pertanto buona norma non solo non far cadere sassi o pietre, ma fare attenzione a non intralciare le manovre di corda dei climbers che, spesso, utilizzano le catene o gli ancoraggi della ferrata per assicurarsi o preparare le calate.
Commenti
Bella ferrata, breve ma intensa. I migliori, a mio parere, sono i primi 20/25 metri, compreso il traverso a sinistra. Il mio tempo di percorrenza della sola ferrata è stato poco più di mezz'ora (le 3 ore indicate nella relazione immagino che si riferiscano all'intera escursione dal parcheggio). La sconsiglierei ai principianti.
Non ha nulla da invidiare alla placca della Gamma 2, peccato avvicinamento modesto e molto corta. Insidiosa la discesa piena di foglie in questa stagione, aiutata da catene ma molli. L'ultima discesa nonostante scarpe adatte sono scivolato postando la spalla.
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