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Caratteristiche
- Difficile con alcuni, seppur brevi, passaggi molto difficili. In sostenuta verticalità ed esposizione gran parte dei torrioni.
- - attacco 20'
- la sola ferrata 2.30
- discesa 1.15h - - dislivello complessivo 500mt
- la sola ferrata 300mt ca.
- sviluppo 650mt ca. (completo di variante torre del Monarca) - \\
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Media valutazioni
Difficoltà tecniche | 3.8 |
Esposizione | 5 |
Varietà passaggi | 2 |
Impegno fisico | 3 |
Interesse paesaggistico | 2.5 |
Numero votazioni | 2 |
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VALUTAZIONE DELLA FERRATA GOOGLE.MAPSVia Ferrata del MONTE OCONE
MONTE OCONE
BY - VIEFERRATE.IT - 2017
Via Ferrata di recente costruzione che si snoda attraverso 11 torrioni in progressione verso la vetta del monte Ocone -1351mt- che “esplora” una zona attualmente poco o nulla frequentata.
PERCORSO STRADALE
Entrati in valle Imagna da Almenno S. Salvatore-Bg salite a S. Omobono Terme, e poi a Valsecca e quindi dopo le ultime case (Cimalprato) dopo un tornante c'è l' inizio sentiero con bacheca lato strada sulla destra mentre alla sinistra possibilità di parcheggio auto in una piccola piazzola sempre lato strada .
AVVICINAMENTO
A sinistra della bacheca descrittiva parte il ripido sentierino che si inoltra nel bosco per raggiungere un piccolo casello in muratura. Si sale a destra del casello per svoltare poi a sinistra raggiungendo dei massi su un ripiano; il sentiero sale ancora con brevi svolte e si porta a sinistra sul fondo del canale detritico, sotto un salto roccioso. Si attraversa il canale, rimontando il ciglio opposto verso alcune paretine rocciose che si costeggiano, sino ad una rampa semi erbosa (attrezzata con catena ); la si risale uscendo fra bassi alberi sulla ripida china che raggiunge a destra una selletta erbosa affacciata sul canale. Appena sopra si è in prossimità dell'attacco ovvero il torrione 1 .
LA FERRATA
L'inizio è da subito impegnativo, si tratta di superare con l'ausilio di alcune cambre metalliche i primi metri di roccia strapiombante portandosi lungo il profilo di uno spigolo roccioso in verticale rispetto all'attacco con roccia che offre ora qualche discreto appoggio per i piedi. Se ne esce su un comodo sentiero prativo intercettando da destra l'eventuale sentiero che aggira questo primo torrione e che per buona parte della Via ritroveremo al termine di ogni sezione attrezzata e si prosegue verso il vicino secondo salto roccioso . Anche qui in verticale con la necessità inziale di "tirare" sulla catena nonostante la presenza delle cambre metalliche poi con la roccia più appigliata ed in maggior appoggio diventa più godibile la salita raggiungendo una facile crestina rocciosa dalla quale se ne esce aggirando uno spuntone roccioso senza particolari difficoltà eccetto l'esposizione che comunque rimane sempre piuttosto sostenuta. Il successivo torrione -T3- è nelle immediate vicinanze ed anche qui è possibile vedere chiaramente, oltre ad essere indicato, la possibile prosecuzione alternativa tramite sentiero. Si inizia a risalire lo spallone roccioso anche qui con l'ausilio di alcune staffe provvidenziali con forte verticalità nei primissimi metri poi la roccia si fà più "appoggiata" portandosi così nei pressi di un pulpito erboso da quale prima su cengia poi in diagonale su facili roccette si guadagna la base di una bella placca triangolare . In partenza quindi sulla placca trovando sì alcuni appoggi per i piedi compresa una staffa metallica ma lo sviluppo in diagonale del passaggio porta comunque a "tirare" sulla catena , pochi metri comunque e ci si ritrova su di un piano erboso, panoramico ed ancora attrezzato, che separa la precedente placca dalla successiva parete attrezzata che appartiene ancora al terzo torrione. E' questa una sezione della Via indubbiamente più arrampicabile entrando da prima in una fessura poi un facile passaggio su roccia gradinata per affrontare successivamente un brevissimo traverso dalle quale si esce per affrontare lo spallone sommitale che non presenta particolari difficoltà. L'uscita dal tratto attrezzato presenta una segnaletica che ricorda la possibilità di proseguire eventualmente per sentiero mentre a destra si scende su terreno un pò instabile raggiungendo nei pressi di una selletta nuovamente la catena che determina l'inizio del quarto torrione. Si "attacca" allora questo nuovo tratto attrezzato che appare da subito abbastanza gradinato ed in appoggio , un primo ampio diedro porta ad una serie di cambre metalliche che a loro volta permettono di raggiungere una piccola cengia dalla quale è possibile apprezzare lo spigolo appena risalito . La Via prosegue in verticale, qua la roccia è piuttosto levigata quindi ben venga la presenza di alcune staffe in particolare per superare uno spigolo aereo , breve ma che offre comunque una rapida dose adrenalinica in uscita dal quale si traversa invece facilmente a sinistra arrivando presso una forcella erbosa ancora giustamente attrezzata con catena, visto il vuoto presente da ambi i versanti, dove è possibile recuperare energie prima del proseguo. Ripartiti e superato un brevissimo salto roccioso ci si ritrova ad un bivio presso il quale a sinistra è possibile optare per una breve variante attarezzata denominata "del Monarca" , che riporta comunque poi nuovamente sulla Via ferrata, oppure proseguire seguendo l'evidente catena per cimentarsi nella risalita di un bel diedro in divertente arrampicata assistiti anche dalla presenza di alcune cambre metalliche . In uscita dal diedro si ritrova l'ennesimo breve tratto di sentiero che funge da collegamento con una bella crestina rocciosa, da prima in salita poi in breve discesa entrando nella vegetazione dove a sinistra è evidente la prosecuzione del sentiero "normale" mentre proseguendo ancora per qualche metro in discesa e costeggiando poi la parete rocciosa con un sentiero boschivo si giunge alla base della torre Dolci ovvero al settimo torrione . In questo punto è anche possibile lasciare definitivamente la ferrata seguendo l'indicazione "sentiero EEA" per salire così alla vetta lungo l'itinerario segnato in rosso sulla bacheca lungo una serie di roccette talvolta assicurate con spezzoni di catena. Si "attacca" dunque la torre qualche metro sopra l'inizio della catena in facile progressione su una prima serie verticale di staffe poi alcune roccette ricche di appoggi ed una seconda rampa di staffe, più lunga della precedente, con roccia di ottima presa sbucando di fronte ad un altro bivio che a destra offre la possibilità di uscire dalla Via probabilmente intercettando poi il sentiero di salita alla vetta per cresta attrezzata. Rimanendo invece in ferrata, nelle immediate vicinanze, si deve risalire l'ottavo torrione -torre Busti- che si sviluppa lungo lo spigolo di quest'ultima con caratteristiche tutto sommato simili ad alcuni torrioni precedenti ma con la fatica nelle braccia che inizia a farsi sentire vista comunque la costante verticalità con l'uscita che richiede una certa trazione sulla catena . Molto bella e panoramica la vetta di questa "torre Busti" dalla quale è però necessario perdere qualche metro di quota verso una selletta situata alla base del torrione 9 che si affronta non di spigolo ma sul suo lato destro dove offre una bella placconata ben attrezzata , non particolarmente impegnativa eccetto il singolo passaggio all'attacco dove un piccolo "tetto" risulta maggiormente insidioso . Questa nona torre, comunque piuttosto breve, termina in una zona detritica con parecchio materiale instabile , depositato poi qua e là anche su alcuni basali della decima torre, a causa di recenti disgaggi. E' qui inoltre nuovamente possibile uscire dalla ferrata e raggiungere la vicina vetta sommitale risalendo a sinistra una zona detritica comunque aiutati nella risalita da uno spezzone di catena ed evitando così le ultime 2 torri. Volendo invece proseguire lungo la Via ci si porta invece a destra rispetto alla via di fuga dove la segnaletica indica inequivocabilmente il punto di salita . Al di là della eventuale stanchezza che può aumentare le difficoltà in queste sezioni finali del percorso, questa penultima torre è forse quella che offre più possibilità di progredire utilizzando la roccia, in appoggio, anche se ad oggi, come già anticipato, alcuni appoggi per i piedi risultano sporchi di terriccio e richiedono quindi maggiore attenzione. In divertente risalita quindi della parete guadagnando rapidamente metri fino alla base di un aereo "pennacchio" roccioso ben attrezzato con staffe da superare portandosi verso il suo spigolo esterno dove, dopo una spaccatura , si guadagna l'uscita . Si è ormai molto vicini alla vetta, rimane da superare l'undicesimo salto attrezzato stavolta non riconducibile ad un torrione ma più ad un "semplice" masso e che per questo risulta forse essere una forzatura in quanto forse la ferrata poteva ben finire al termine della decima torre sempre che vi fossero poi le condizioni di raccordarsi al sentiero di vetta. Per poter affrontare comunque quest'ultimo salto attrezzato si deve percorrere con cautela una breve ma infida traccia attrezzata su sentiero franoso in un tratto rinforzato alla meglio con del legname portandosi così sotto questo grande masso presso il quale la catena si sdoppia ; a destra una variante di salita estremamente impegnativa in quanto strapiombante mentre a sinistra una risalita non a quel livello di difficoltà ma sicuramente non banale anzi è quasi d'obbligo "tirare" in partenza parecchio sulla catena . Indipendentemente quale delle due soluzioni si scelga dopo 3-4 metri le 2 catene si ricongiungono in un unico passaggio più tranquillo e si esce definitivamente dalla Via ferrata . Pochi passi e si è in vetta al monte Ocone con la visuale che si apre sulla dorsale Orobica Lecchese dove risaltano fra i tanti: le Grigne, il Resegone con il rifugio di vetta Azzoni ed i sottostanti laghi di Lecco-Garlate-Annone ect.. .
DISCESA
Dalla vetta si presentano 2 possibilità di ritorno attualmente per nulla segnalate:
1- guardando il versante a valle lato strada provinciale dalla quale si è saliti proseguire a sinistra disarrampicando la crestina a tratti attrezzata con catena per poi ricongiungersi con il sentiero "normale" di salita che continuamente abbiamo incrociato nei vari torrioni attrezzati.
2- scendere per la via normale -consigliata- ovvero sempre con sguardo a valle verso la provinciale ritornare a destra ripercorrendo a ritroso per alcuni passi il sentiero finale di salita e proseguire però lungo l'evidente cresta per agevole sentiero trovando poco dopo il segnavia CAI 588 passando per un Roccolo fino al passo del Pertus . Al passo proseguire lungo segnavia 571 in direzione "Convento" ignorando la direzione opposta del 571 che riporterebbe verso la Via ferrata ed attraversando sempre in cresta da prima il Ponte degli Spagnoli poi un casale ove è indicato il segnavia 571 si raggiunge a breve il Convento . Si ignora la mulattiera cementata che scende a valle per risalire alcuni metri seguendo i segnavia bianco-rossi trovando la segnaletica -574- che indica chiaramente la discesa a valle verso la provinciale per comodo ed ampio sentiero boschivo. Un bel Roccolo ristrutturato indica la fine della discesa e continuando ora a sinistra su strada asfaltata in pochi minuti si ritorna rapidamente all'auto. Prossimamente sarà aperta una terza possibilità di ritorno che accorcerà quest'ultima discesa all'altezza del "Ponte degli Spagnoli" in quanto sono attivi lavori di ripristino di un vecchio sentiero in disuso.
Da sottolineare che alla vetta è presente anche un sentiero di discesa lato Lecchese che non è altro che la prosecuzione del 588 verso la cresta del Resegone quindi da evitare assolutamente in quanto porta in direzione opposta.
CONSIDERAZIONI
Percorso attrezzato di grande soddisfazione che si sviluppa spesso sul filo di cresta di vari torrioni valorizzando la salita ad una vetta che di per sè inizialmente non destava grosse aspettative. Sicuramente utile ed interessante la possibilità di aggirare all'occorrenza le varie sezioni attrezzate in quanto fino alla torre Dolci -T7- si incrocia continuamente il sentiero normale di salita mentre successivamente sono state previste apposite uscite di emergenza. Tutto ciò permette oltre che di ritornare a valle in caso di necessità anche di evitare alcuni torrioni se troppo affaticati.
Commenti
Solo, anzi molto solo.........
Di positivo c'è che vi è una via di fuga in quasi tutti i torrioni per raggiungere la cima con un sentiero decisamente più facile.
Esaltazione pura, una Ferrata perfetta che merita di essere studiata e capita; gli cambierei solo il nome, monte Olimpo calza meglio!
Molto bella, ma selettiva e comunque faticosa!
ferrata molto bella e altrettanto impegnativa, che mi ha messo a dura prova, la catena daltronde aggiunge uno sforzo supplementare...mi riprometto di rifarla quando sarò fisicamente più allenato per godermela maggiormente.
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