Per un amante dell'Appennino come me, era impensabile non salire la cima più alta di tutta la catena, la Vetta Occidentale del Corno Grande (2912m).
Tuttavia, pur giungendovi da una via non del tutto convenzionale l'affollamento trovato in cima mi aveva lasciato un retrogusto un pò amaro.
Avrei dovuto immaginarlo, vista la fila continua di persone in salita e in discesa sulla via normale. Un serpentone più fitto e più lungo di quello all'Hillary Step
Gente con ogni tipo di abbigliamento, calzature e preparazione alla Montagna. Qui l'accento romano fa da padrone, la scarpa da tennis è già considerata calzatura "tecnica" e gli sporadici passaggi di I grado "teribbili"
Roba da far inorridire i "parrucconi" del forum
Dopo aver visto ciò sul tetto del mio amato Appennino, necessitavo di far qualcosa di solitario, isolato e difficile da raggiungere.
Le cime gemelle del Pizzo d'Intermesoli (2635m) e della Vetta Settentrionale d'Intermesoli (2483 m) formano una coppia imponente che se ne sta un pò in disparte dalle vette più blasonate del Corno Grande e del Corno Piccolo (...a proposito, quest'ultimo ha una roccia da favola...).
Non ci sono impianti di risalita, queste Montagne bisogna guadagnarsele coi propri muscoli e col proprio sudore e, comunque le si guardi, per raggiungerle è necessario superare dislivelli importanti in zone totalmente prive di presenza umana.
Proprio quello che cercavo...
Partenza di buonora dai Prati di Tivo in direzione della Val Maone: il giro è lungo e le temperature pomeridiane qui al centrosud sono piuttosto alte, quindi meglio sfruttare il più possibile le ore più fresche.
E poi, a quest'ora, quando non c'è ancora in giro nessuno, è più facile incontrare il Signore di questi luoghi: la Rupicapra pyrenaica ornata, detta volgarmente Camoscio d'Abruzzo.
Difatti già ne vedo uno che mi scruta dall'alto di una rupe alle pendici del Corno Piccolo.
La Val Maone, di chiara origine glaciale, è uno degli angoli più belli e intoccati di tutto il Gran Sasso. E' stretta fra le pendici del Corno Piccolo e le precipiti pareti del Pizzo di Intermesoli, che da qui sotto si mostra in tutta la sua imponenza.
Un sentiero - piuttosto semplice - la percorre tutta, dal borgo di Pietracamela fino alle Capanne, antichi ricoveri di pastori, e oltre.
Come tutte le valli glaciali, la pendenza è piuttosto contenuta eccezion fatta per qualche occasionale saltino, zone d'accumulo dell'antico ghiacciaio che l'ha modellata.
Salgo di buon passo ma senza forzare troppo, che per uno "stoppino" stanco come me le energie vanno centellinate con parsimonia
Il sentiero ufficiale per la Sella dei Grilli, prossima tappa dell'avventura, partirebbe proprio dalle Capanne, ma so che esiste una deviazione che sale più direttamente consentendo di risparmiare un pò di strada e anche di dislivello.
Difatti un ometto, defilato ma comunque visibile dal sentiero principale, mi segnala che è ora di imboccare questa traccia appena accennata e a volte un pò da interpretare.
Raggiunto il catino di ghiaie sotto al Pizzo d'Intermesoli si inizia a far sul serio. Ora occorre risalire il ripido versante erboso e ghiaioso che scende dalla Sella dei Grilli.