Mercoledí sono libero da impegni e si prevede una giornata abbastanza bella, mi balza cosí per la testa un mega giro sul Monte Grappa a ripercorrere arroccamenti, scavalcare trincee e cavalcare una dorsale dove si sono svolti combattimenti asperrimi durante la Grande Guerra...
Il programma è ambizioso ma fattibile, e soprattutto utile per buttar su dislivello e ore di marcia, solo che...
... dimentico un piccolo malefico dettaglio mi farà poi ridimensionare pesantemente il tutto
Martedí sera preparo lo zaino, controllo tutto, e chiudo il bagagliaio della macchina.
Mercoledí la sveglia suona ad orari cui non sono piú abituato colazione veloce, e via in macchina: questa volta niente emozioni per strada, a quest' ora il traffico è poco
Arrivo cosí a San Liberale, nell' omonima valle sopra Paderno del Grappa, dove parcheggio e in pochi minuti sono operativo: via per il sentiero 151 in direzione Cima Grappa, inizialmente asfaltato a servizio delle case della frazione.
Il sentiero è una delle tre strade militari di arroccamento che da San Liberale salgono alle pendici del Grappa, per la precisione è la piú occidentale, e porta al Pian de la Bàla, presso la testata della Val delle Mure.
Vista la bassa quota di partenza, inevitabilmente si sale nel bosco, anche se qualche raro squarcio nella vegetazione consente una breve vveduta panoramica dominata dal cielo blu
Superate le ultime case, ed i bivi da cui si staccano gli altri due arroccamenti, il sentiero assume l' aspetto di una bella mulattiera di guerra, di cui restano alcuni tratti di pavimentazione originale
La salita, che si tiene alta sulla Val del Lastego, procede piacevolmente, sempre concedendo qualche spazzo panoramico
Dicevo che procede piacevolmente...
...si, finché si resta nel bosco...
All' improvviso si esce allo scoperto
e la prima sensazione è l' ammirazione per le forme selvagge che presentano questi angoli di un massiccio prossimo alla pianura
La seconda sensazione, anzi, il secondo pensiero - ad alta voce - è BOIA CHE CALDO
e consideriamo che sono le 8 e mezza di mattina
E qui arriva il piccolo dettaglio che mi ero dimenticato in fase di pianificazione
La parete dirimpettaia, su cui passa anche una celebre ferrata (famosa per avere piú morti di infarto per averla affrontata in piena estate che morti per incidente ) si chiama, non a caso, Sass Brusai
nel giro di 30 secondi passo dalla maglia termica al volermi togliere anche la pelle...
Mi scammello l' ultima parte di questa torrida ma panoramica strada
ed arrivo finalmente tra i pascoli di Pian de la Bala, ad incrociare la provinciale che collega Pederobba a Cima Grappa, una delle tante strade di guerra che solcano il massiccio (tra rotabili e mulattiere di arroccamento il Genio aveva fatto un lavoro incredibile)
qua il panorama cambia decisamente aspetto: dalle selvagge pareti dei Sass Brusai, del Boccaòr e delle Meatte si passa a questa dolce valle contornata da Cima Grappa e dalla pascoliva dorsale dei Solaròli
Mi riposo qualche minuto, ma ormai la frittata è fatta: la salita sotto quel sole ustionante mi ha spompato
Abbandono il progetto ambizioso (farò la dorsale in un altro giro, partendo da Cima Grappa) e decido di seguire la prima parte della Strada delle Meatte, che gira dietro al Boccaòr.
Subito incrocio una trincea ripristinata, volendo la si può seguire tranquillamente fino ad incrociare nuovamente la mia strada alla sella tra Boccaòr e Meatte
Io proseguo lungo la strada, che segue la rotabile da piú in alto
Come dicevo prima, il panorama alla mia sinistra è dominato da Cima Grappa e dalla Dorsale dei Solaròli
Cima Grappa è molto particolare, non tutti infatti sanno che convivono, quasi frammischiati, i resti della Prima e della (fortunatamente scongiurata) Terza Guerra Mondiale: da una parte la Casa "Armata del Grappa" ed il Sacrario; dall' altra, quasi a cavallo delle trincèe, i resti di una base missilistica dell' Aeronautica Militare che, in caso di guerra, al comando di "BLAZING SKIES" (cieli fiammeggianti) avrebbe dovuto proteggere i cieli del Nord Est dalle flotte di bombardieri sovietici lanciando missili terra-aria con gittata in grado di colpire i bombardieri nemici quando ancora si trovavano oltre confine.
Per chi fosse interessato alla difesa aerea italiana nella guerra fredda, una delle basi gemelle - la [url="http://www.basetuono.it"]Base Tuono[/url] di Passo Coe nei pressi di Folgaria - è stata recentemente trasformata in museo dagli enti locali e dall' AM con il ripristino di un hangar ed una piazzola con 3 rampe di lancio.
Basi di questo tipo erano presenti da Brascia fino a Pordenone, ora sono quasi tutte o smantellate o abbandonate, o ancora, come Bagnoli di Sopra (Padova), l' ultima ad essere chiusa (2007), usate come centro per i clandestini.
Ma torniamo a noi, sto passeggiando tranquillo, quando all' improvviso sento un casino della malora... alzo lo sguardo, e presso i ruderi del Casóne Boccaòr vedo un gregge di pecore, avanguardia della pacifica invasione che sta per arrivare: la Valle delle Mure infatti è letteralmente costellata di malghe e casere, quasi tutte ancora attive.
quando parlo di invasione non scherzo, è una vera fiumana
Questa volta la proverbiale pecora nera non c' è, in compenso ce n'è una marron con calzini e mascherina
Il casino che fanno è qualcosa di galattico, pare di essere al mercato, tutte BEEEHEHEHEH
anche se qualche voce fuori dal coro si leva: qualche polemico vuole imporre le proprie ragioni facendo la voce grossa, BOOOOHOHOHO
e qualcun altro gli risponde, quasi a prenderlo per il kulo, EEEEEEEEEEEH (della serie, cosa vuoi che ti dica )
Intanto, noncuranti del mercato a pochi metri da loro, un gruppo di asinelli pascola beatamente
Arrivato ai ruderi, la strada inizia a salire puntando alla sella tra Boccaòr e Meatte
e quando arrivo incontro la trincea che avevo visto prima
E qua arriva il flash: nonostante non sia stata risistemata, decido di seguire la prosecuzione della trincea che a sinistra sale al Monte Meatte
verso la cima questa si ramifica, prendo un ramo che si discosta dal tracciato principale puntando verso nord, e subito mi si aprono panorami punteggiati di bianco sullo sfondo
Ma quella...
ma quella...
ma quella è Cima d' Asta!!!
Spettacolo
continuo ad esplorare i resti di trincea, e quando ormai non riesco piú a proseguire, sto per voltarmi quando sento un allegro scampanellio venire dal basso: giù a Malga Mure sono già arrivate le regine!
Chissà che spettacolo di concerto quando tutta la valle sarà dominata da mucche pecore e capre al pascolo tra qualche giorno
Potrà sembrare stupido, o banale, ma per chi è abituato in città ed ha come "accompagnamento musicale" clacson, sirene & co, il belare di un gregge o il concerto di campnacci di una mandria è qualcosa di estremamente rilassante, da stendersi, chiudere gli occhi e lasciarsi andare...
Torno sui miei passi, ed in breve (purtroppo avvolto da una foschia montante) arrivo alla cima: da qua non mi resta che seguire il filo spinato di recinzione e i pochi resti di trincea (qua affogati nel pascolo)
fino ad arrivare a Malga Archesón, che aprirà tra pochi giorni
da qua seguo la breve strada sterrata di servizio
che in breve mi porta alla rotabile da Pederobba
La fame inizia a farsi sentire, e la decisione è inevitabile: punto su Malga Archeset, aperta tutto l' anno (raggiungibile in inverno con le ciaspe)
Lo so, non ho fatto un giro enorme, ma la fame c'è, ed il menu invoglia: tocca quindi un piatto di tagliatelle al ragu seguito da un piatto di affettati che CIAO, resuscitavano i morti, c' era un lardo che neanche te ne accorgevi, si scioglieva in bocca come il burro
Dopo un meritato pasto seguito da riposo e caffettino-grappino-sigaretta d' ordinanza sono pronto a rimettermi in marcia, e quando esco incontro a pochi metri una volpe pelosissima intenta a cercare topi & affini: purtroppo non riesco a fotografarla, era davvero stupenda...
Bon, mi rimetto in marcia godendomi il panorama della testata di Valle Archeset
breve puntata al sacello di Cima Mandria
e si comincia a scendere: prendo il sentiero 155, che è la piú orientale delle tre strade di arroccamento che avevo citato all' inizio (quella centrale è la strada delle Meatte che ho percorso nel tratto piú a monte)
uno sguardo verso le Meatte, il sentiero che arriva dalla sella dove ho deviato ed un sentiero (non segnalato) di collegamento con questa strada
e comincio a scendere i millemila tornanti
delle tre, penso che questa sia la più fresca: rivolta ad ovest, su prato e non su pietraia mugosa, ed è anche la piú dolce
alla fine arriva anche per lei il momento di entrare nel bosco
ma le sorprese non sono finite: sento dei rumori, mi giro, e c'è lui che mi guarda
Il giro non poteva finire in modo migliore, da qua in poi mi godo la tranquilla discesa fino al parcheggio