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Caratteristiche

  • Moderatamente difficile per qualche passaggio attrezzato che si incontra prima dell'attacco ufficiale della via.
  • - 4.30-5h l'intera salita.
    - 3.00h ca. la discesa
  • circa 1370m l'intera salita di cui 500m la sola ferrata.
  • rifugio Don Zio
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Media valutazioni

Difficoltà tecniche 1.8
Esposizione 3.6
Varietà passaggi 2
Impegno fisico 4.8
Interesse paesaggistico 1.5
Numero votazioni 56
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata CHE GUEVARA

MONTE CASALE

BY - VIEFERRATE.IT - 2014

Il percorso si sviluppa lungo l'imponente parete est del Monte Casale per un dislivello totale di quasi 1400mt.

PERCORSO STRADALE

Giunti a Riva del Garda-Tn, proseguendo a nord ,bisogna oltrepassare Arco, Dro e raggiungere l'abitato di Pietramurata-Tn. Attraversare quest'ultima località in direzione Sarche, completamente fino al cartello che indica la fine della frazione e dove sulla destra si trova un ingrosso ortofrutticolo. A sinistra si seguono le indicazioni per il grande parcheggio posto a circa 500m e dove è consigliato indossare l'imbrago in quanto alcuni brevi tratti attrezzati, pur non appartenenti al Via vera e propria, non sono lontani.

AVVICINAMENTO

Si procede lungo il perimetro sinistro del complesso minerario, a breve si risale un tratto boschivo e si incontra un tratto di sentiero gradinato ed assicurato con scorrimano metallico , si continua in affannosa salita lungo sentiero, si esce dalla vegetazione (20' dalla partenza) per costeggiare brevemente una parete in direzione del primo tratto verticale che pur non essendo particolarmente impegnativo può essere considerato il più tecnico di tutta la salita in quanto privo di staffe metalliche e con la presenza di roccia che inizialmente lascia spazio ad alcuni divertenti appigli , poi, maggiormente levigata, impone una certa trazione sul cavo . Si esce da questa placconata verticale e si traversa a destra inizialmente lungo un cengione roccioso poi sentiero tralasciando, ad un bivio,una deviazione a sinistra in direzione di una corda fissa mentre il sentiero prosegue dritto in leggera discesa verso un nuovo tratto attrezzato costituito da alcuni "salti" rocciosi privi di difficoltà , discontinui ed attrezzati, dove necessario, con alcune comode staffe che caratterizzeranno poi gran parte della Via. Eccoci ad un terrazzo detritico a quota 550mt . Qui arrivava il vecchio percorso di avvicinamento quando, questi, si sviluppava sulla destra della cava. Da qui in avanti il vecchio e nuovo percorso coincidono ed infatti i vicini cavi metallici sono visibilmente più datati dei precedenti e li si raggiungono tramite un breve sentiero . Divertenti roccette arrampicabili si alternano ad alcune placchette attrezzate con staffe e facili gradoni dove la difficoltà maggiore stà nel non smuovere il materiale detritico presente . Nel mezzo di tanta roccia,un inaspettato sentiero panoramico conduce rapidamente alla base dell'incombente placconata; alcuni facili e divertenti passaggi in arrampicata libera per superare uno spuntone roccioso dietro il quale si "nasconde" l'effettivo attacco della Che Guevara che però, visti ormai i molteplici passaggi attrezzati presenti per l'avvicinamento, potrebbe ormai essere anticipato notevolmente. Ci troviamo a quota 675mt ed a circa 1.20h dall'inizio della salita.

LA FERRATA

Pochi metri a destra e si sale in verticale con roccia gradinata ed interrotta da piccole cengette panoramiche con il Lago di Toblino che inizia ad allietare il cammino. La verticalità e l'esposizione della salita aumentano ma non le difficoltà in quanto la qualità della roccia e la disposizione di appoggi per i piedi rendono piacevole la progressione senza affaticare le braccia pur non mancando comunque eventuali punti di sosta . Stretta ed esposta cengetta si perviene a quota 735m  con la parte alta della parete che, strapiombante , sembra "precipitare" verso il basso. Si lascia quota 735 superando da prima un susseguirsi di levigati gradoni piuttosto appoggiati , poi una placchetta attrezzata , passando per un ampio pulpito panoramico , in direzione di una grande placca molto levigata inevitabilmente attrezzata con staffe che permettono di superarla agevolmente permettendo, a metà,un lieve traverso a destra . Alcuni metri di fondo piuttosto "sporco" richiedono attenzione nella progressione ed una nuova scritta ci indica la quota: 820m . Tre staffe conducono, dopo un breve trasferimento senza cavo , ad alcune facili roccette in libera anche se a breve si ritrovano le attrezzature metalliche che assicurano per alcuni metri delle placchette levigate . Breve cengia , che vista la forte esposizione richiede comunque di assicurarsi al cavo, e si inizia una sezione del percorso caratterizzata da facili gradoni con il cavo che funge in parte da scorrimano mantenendo comunque l'accortezza di non smuovere l'abbondante materiale detritico presente . Con un pò di affanno si guadagna lentamente quota e si raggiunge una zona del percorso con caratteristiche, ora, del tutto diverse dalle attuali in quanto la placconata che ci sovrasta deve essere superata inizialmente da 3 paretine levigate ma piuttosto brevi poi, dopo una esposta cengia panoramica dalla quale si inizia ad intravedere il lago di Cavedine , quella che forse è la placca più lunga dell'intera salita ma sempre attrezzata con staffe che garantiscono una progressione piuttosto facile anche se impressione l'estrema levigatezza della roccia . Si inizia quindi questa lunga risalita verticale raggiungendo una quota intorno ai 1100m uscendone su comodo pulpito mentre il percorso modifica nuovamente le sue caratteristiche ritrovano una roccia molto più appoggiata e gradinata con il cavo inizialmente piuttosto lasco per un piolo divelto . Si prosegue senza particolari difficoltà anche se il dislivello finora percorso inizia a farsi sentire. Brevi passaggini in "appoggio" si alternano a tratti di comodo sentiero e finalmente si risalgono i 100mt che ci separano dalla nicchia in legno contenente il libro delle firme situata, quasi a sorpresa, lungo una cengia (Maurizio) tra roccia e vegetazione. Siamo a quota 1200mt dopo aver camminato per circa 3.30h. La soddisfazione è palpabile ma la salita termina a quota 1630m questo significa che vi è ancora "qualcosa" da dare e vista ancora la presenza di qualche passaggio attrezzato, pur modesto, è il caso di mantenere l'imbrago ed il casco. Rientrato l'entusiasmo, si riparte lungo sentiero incontrando un breve passaggio su roccette , poi alcuni metri "delicati" su fondo piuttosto franoso , una placca isolata ed attrezzata ed un canalone piuttosto franoso che grazie ad una fune tesa da parte a parte si attraversa da destra a sinistra per circa 50m  e volgendo lo sguardo nella direzione alta del canale stesso si vede la croce sommitale da raggiungere. Da qui si deve considerare ancora circa 1.00h per la vetta. Usciti celermente dall'insidioso canalone si entra nella vegetazione ed una timida scritta "facile" indica presumibilmente la possibilità di proseguire, a sinistra, lungo sentiero boschivo mentre continuando lungo la linea si salita principale si ritrovano alcuni "salti" rocciosi attrezzati e divertenti tra i quali anche un franoso canalino in uscita dal quale si percorrono alcuni metri in ripida salita lungo breve sentiero sicuramente insidioso se bagnato e quasi inaspettatamente, anche se cosa piuttosto gradita, ci si ritrova alla stessa altezza della croce sommitale -1630m- presso la quale si giunge attraversando in piano un verdeggiante pascolo. Al panorama che fin qui ci ha accompagnato ovvero Laghi di Toblino-Cavedine-Garda, Monte Stivo-Bondone-Baldo si aggiunge ora, sul versante opposto, il "vicino" Gruppo del Brenta . A qualche centinaia di metri dalla croce si trova il rifugio della Sat "Don Zio" generalmente aperto nel periodo estivo.

DISCESA

Per il ritorno è possibile optare tra 2 alternative :

1 - Piuttosto lunga ma meno tecnica, parte dal rifugio presso il quale si trova il cartello che segnala la discesa per il paese di Sarche lungo sentiero n.427. Comodamente, prima tra i pascoli quindi nel folto della faggeta, si perde quota rapidamente sino a Godesi-1300m. Si giunge al bivio ben segnalato da cartelli e si mantiene la destra: per un breve tratto si traversa nel folto con scarsi dislivelli per poi calare di nuovo ripidamente nel sottobosco. A quota 660mt si esce dalla faggeta per passare nel prato ove si trova una casa forestale; subito oltre, il sentiero si fa un po’ più scomodo "sfociando" su fondo sassoso, ma sempre senza particolari difficoltà si prosegue sino a raggiungere la statale che unisce Sarche a Comano Terme (2.20h dal rifugio Don Zio - qui si può parcheggiare una eventuale seconda auto). Si risale la strada per pochi metri verso destra sino all’evidente tornante ove si separa sulla sinistra il sentiero n.427b. Si segue quest'ultimo nella boscaglia per un breve tratto sino a guadagnare le prime case di Sarche. La segnaletica indica ora la larga mulattiera chiusa al traffico in direzione di Pietramurata, da notare alle nostre spalle il Piccolo Dain dove si sviluppa la Via ferrata Pisetta . Prima tra i vigneti quindi subito a destra del fiume, si procede parecchio lungo il tratto piano sino a confluire nella statale che unisce Pietramurata a Sarche. A destra per una breve frazione sino al bivio a destra che conduce al parcheggio della partenza presso la grande cava. (3.00 h ca. dal rifugio Don Zio).

2 - Dal rifugio seguire la strada sterrata che gradualmente s'incammina verso Comano. Dopo circa 20' sulla sinistra si stacca un sentiero n.408 (Le Quadre - 1480m); imboccarlo e seguirlo sino ad incontrare sulla sinistra un bivio (con palina) che indica la via attrezzata del Rampin - n.426. Percorrere la ferrata in discesa facendo molta attenzione al sottobosco che può essere particolarmente scivoloso in seguito a piogge. Continuare poi lungo un sentiero ripido sino a raggiungere la strada carrozzabile. Non continuare lungo la strada ma sfruttare dei sentieri che la tagliano (presenti numerosi bolli rossi) sino al termine delle scorciatoie. Qui seguire verso sinistra (viso a valle) la strada. Diverse indicazioni "rientro ferrata" condurranno nuovamente sul sentiero percorso durante l'avvicinamento e quindi al parcheggio.

CONSIDERAZIONI

In sintesi questa escursione non è assolutamente di difficile livello tecnico ma interminabile nella sua lunghezza e con una continua esposizione al sole giusto per questo è il caso di partire con grandi quantità di liquidi e sconsigliata nei periodi più caldi come quelli estivi. Il sentiero per l'attacco della via costeggia come precisato nella relazione una cava e per questo motivo possono esserci alcune deviazioni o variazioni nel tempo che richiedono una certa attenzione. Da notare che ormai da alcuni anni l'attuale sentiero di rientro n.427 ha sostituito il vecchio sentiero n.426 che, a ragione, veniva considerato più pericoloso ed impegnativo della ferrata stessa. Da sottolineare anche il notevole ed instabile materiale detritico presente.

Commenti   

+4 #73 Francesco 2021-07-16 07:10
16/07/2021 ufficialmente chiusa. Massi instabili e cordino rotto.
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-12 #72 Sebastiano 2018-05-26 13:36
Percorsa il 26/05/2018 Bella ferrata, atenti al scarico sassi ( in mio caso provocato dal un camoscio), salita 2ore50min discesa 2 ore dal rampin, molto scivoloso dopo la forte pioggia giorno prima.
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+6 #71 giorgi maurizio 2018-04-26 08:46
Percorsa il 25 aprile 2018
Ferrata sempre molto affascinante e ricca di soddisfazioni.
Arrivare in cima ripaga ogni sforzo.Molto esposta ma mai difficile.Non va assolutamente sottovalutata.Nessuna possibilita' di uscita.Caduta sassi reale.Scesi dalla ferrata del Rampin facile ma insidiosa.8 ore senza soste.Una splendida prova fisica.
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+3 #70 Simone 2017-11-12 15:25
Percorsa il 12/11/2017, via come descritta semplice ma molto lunga. Essenziale essere ben allenati, per la discesa abbiamo fatto la versione dal sentiero 427, prossima volta sicuramente dal Rampin perché è stata estremamente lunga. Visto due camosci molto belli. Attenzione ai sassi, qualcuno si stacca anche da solo.
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0 #69 Florio Giuliano 2017-08-27 08:10
Percorsa il 26/08/2017, con partenza alle ore 10 dalla macchina e arrivo al rifugio alle ore 15. Impegnativa la prima decina di metri dell'attacco mentre per il resto le difficoltà sono più contenute. Confonde davvero la corda fissa (gommata) presente quasi all'inizio della ferrata sulla sx. Ignorarla!!! L'esposizione al sole è permanente e stancante. Nel complesso molto bella ma molto faticosa per la lunghezza. Qualche nuova pennellata di rosso ai segni non guasterebbe... Rientro dal rifugio con sentiero consigliato 427. In circa 3 ore ritorno alla macchina a Pietramurata via Sarche. Essere allenati!
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+5 #68 Massimiliano 2017-05-02 07:45
Percorsa il 30/04/2017 con partenza dall'abitato di Sarche alle 5.50 in una fresca mattinata primaverile, raggiunta la vetta del Casale alle 10.20 e rientro a Sarche per pranzo alle 13. Giudizio decisamente positivo soprattutto per l'ambiente e la splendida vista panoramica man mano che si sale. La ferrata rimane sempre abbastanza facile, ma sempre divertente. La difficoltà sta unicamente nella lunghezza dell'itinerario per cui bisogna avere adeguata preparazione e allenamento. Assolutamente da evitare nei mesi caldi.
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+1 #67 Maurizio Giorgi 2017-05-01 16:38
Percorsa il 29/4/2017.
La relazione rispecchia pienamente la ferrata. Stanno sostituendo numerosi tratti di attrezzature. La ferrata ė comunque perfettamente transitabile e tenuta ottimamente. Sono sceso dal sentiero del Rampin che ė stato ristrutturato un paio di anni fa ed ė in ottimo stato ma non da sottovalutare piuttosto ripido e scivoloso.
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+1 #66 Cristina 2017-02-18 19:30
Percorsa il 18/02/2017 Ciao a tutti!ferrata fatta oggi con una temperatura magnifica. Attenzione neve nel salire dal libro di vetta in poi e anche a scendere per circa metà' percorso.
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+2 #65 Ivan 2016-05-29 14:31
Percorsa il 05/2016 Ferrata molto panoramica , tenuta in ottime condizioni , senza passaggi ne difficili ne esposti. Ci vogliono almeno 4-4.30 ore per salire ,da fare solo se allenati ,e non come prima ferrata. Al rientro ho fatto il sentiero attrezzato Rampin mi è piaciuto molto,tenuto molto bene, quindi 3-3.30 di discesa. Unica difficoltà la lunghezza, anche se sono abbastanza allenato ,sono arrivato stremato.
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+5 #64 Elia 2016-04-15 21:06
Percorsa il 15/04/16 in solitaria. concordo sulla relazione!. Splendido il grande prato verde che si trova in cima prima del rifugio, un appagante ricompensa per la faticosa salita. Al ritorno ho percorso il sentiero 426 tutt'altro che rilassante, impossibile non scivolare, mi sono stati utilissimi i bastoncini!
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