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Caratteristiche

  • Moderatamente difficile con alcuni passaggi difficili.
  • - 1-1.30h complessivamente.
    - 30-40' la Via ferrata.
  • 100mt in salita fino alla vetta.
  • abitato di Badolo
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Media valutazioni

Difficoltà tecniche 2.7
Esposizione 2.3
Varietà passaggi 2.3
Impegno fisico 2.2
Interesse paesaggistico 2.1
Numero votazioni 54
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata ROCCA di BADOLO

CONTRAFFORTE PLIOCENICO

segnalata da ELIA LAZZARI - 2016

Le arenarie del Contrafforte Pliocenico rappresentano da anni il terreno di allenamento dei rocciatori bolognesi. A Badolo-Bo, come in altre palestre della zona, la roccia non presentava solitamente strutture naturali adatte all’arrampicata libera,e pertanto molte vie furono aperte prevalentemente in artificiale fino a quando non si cominciò a scavare nell’arenaria tacche ed appigli che hanno consentito in seguito una sia pur molto particolare arrampicata libera, talvolta anche su difficoltà estreme. La ferrata del pliocenico fu allestita inizialmente nel 1976 per facilitare l'accesso alle soste delle vie di arrampicata piùbasse o per raggiungere le partenze delle vie medie ed alte, fino a poco tempo fa la ferrata era più breve, dalla partenza terminava nel "terrazzone" denominato "Badolo Alto". Nel 2015 la via è stata messa a nuovo dal CAI che oltre a rinnovare il cavo d'acciaio rendendolo più teso e stabile, ha anche "completato" la ferrata aggiungendo un ultimo tratto che conduce fino alla cima.

PERCORSO STRADALE

Dall’uscita di Sasso Marconi (da non confondere con Sasso Marconi Nord) si trova una rotatoria, seguire le indicazioni per Badolo. Si sale lungo la strada provinciale SP58 per 4-5 km fino al tornante al chilometro 13, dove si trova un tabellone in legno e dove si lascia la macchina (parcheggio sul bordo della strada).

AVVICINAMENTO

Si punta verso la parete seguendo evidenti tracce di passaggio, prima costeggiando un campo coltivato e poi attraverso il bosco; raggiunta la parete, la si costeggia verso destra fino ad un caratteristico avancorpo triangolare, all’inizio del quale è subito ben visibile il cavo metallico (10' dalla macchina).

LA FERRATA

1a parte - La ferrata del Pliocenico incomincia di fianco a un diedro con una scala a pioli verticale che fa subito guadagnare una decina di metri di dislivello. Scala a pioli metallica usata più volte nella ferrata. Superata la scala si incontra una strapiombante "pancia" di roccia da scavalcare facendo uso delle prese scavate o in caso di insicurezza/roccia bagnata facendo uso del cavo stesso. Superati questi primi ostacoli il cavo si interrompe e ci si ritrova nella cengia di Badolo (un terrazzo a 25 metri di dislivello dalla partenza con qualche albero che sulla sinistra conduce alle soste delle vie basse di arrampicata). La cengia di Badolo consente di raggiungere le soste delle vie pi?? in basso e di iniziare le vie "medie" ma se percorsa orizzontalmente termina nel bosco che accompagna il retro della montagna.

2a parte - La ferrata del pliocenico continua subito dopo la fine del cavo del primo tratto (senza quindi necessità di passare per la cengia) ed anche in questo caso un cartello rosso con scritto "Percorso alpinistico impegnativo" mette in allerta gli alpinisti che decidono di percorrerlo. Il secondo cavo incomincia anch'esso in verticale, esattamente a cavallo di un crepaccio che sale lungo la parete che una volta superato conduce ad una serie di staffe ben fissate nella roccia che successivamente, passando in mezzo ad un alberino, conduce alla seconda scala (questa volta più corta ma anche più strapiombante). Terminata la scala, anche se il cavo è ancora presente, il percorso diventa molto più tranquillo, quasi una gradinata e dopo qualche metro finisce anche il secondo tratto. Al termine del secondo tratto ci ritroviamo in un terrazzo ancora più largo, dove partono le vie classificate come "Badolo alto" e dove una volta terminava la ferrata (infatti andando a destra si giunge al Santuario che con una semplice passeggiata ci riconduce poi alla strada statale). Percorrendo la cengia di Badolo si incontra un traverso molto stretto ma comunque attrezzato.

3a parte - Come descritto sopra, dal 2015 la ferrata prosegue lungo la roccia, portando fino in cima alla rocca di Badolo. La terza ed ultima parte consiste in un piccolo muro alto 6 metri che volendo si può aggirare a piedi seguendo il sentiero limitrofo. Scavalcato questo muro il cavo si interrompe per farci percorrere qualche metro nel bosco quasi sempre all'ombra fino all'attacco del tratto attrezzato finale che probabilmente è il più impegnativo e tecnico dell'intera via ferrata. Ultimo tratto di scalata per la ferrata del pliocenico. Quest'ultimo tratto di scalata è complesso per via della scarsità di prese scavate nella roccia; infatti è consigliato per questo tratto fare uso delle fessure presenti nei diedri delle rocce ed in caso di difficoltà il cavo d'acciaio. Il tratto finale si conclude tranquillamente con un'ultima scala a pioli (questa volta molto meno verticale) che accompagna lo scalatore sopra un manto erboso fino alla cima. Ultima scala metallica subito prima della cima. Terminata la ferrata, in caso di bel tempo si nota subito un bel panorama a 360° con vista sui colli bolognesi a nord e sull'appennino tosco emiliano a sud-ovest (in caso di assenza di foschia si può ammirare il complesso del Corno alle scale e del Monte Cimone. Per chi avesse piacere di lasciare un pensierino o anche solo una firma, il CAI ha messo a disposizione una cassetta metallica contenente un quadernino e due penne. La tipica cassetta contenente il registro delle escursioni

DISCESA

Ci sono diversi metodi per tornare alla macchina, ma il più comodo si trova seguendo il sentiero che dalla cima scende in mezzo al bosco, passando per le altre paretine e per la chiesetta posta sotto la cima. Superato il Santuario il sentiero diventa una mulattiera che ben presto si "incastra" nell'arenaria per poi sbucare nella strada statale.

CONSIDERAZIONI

Sebbene l'arenaria sia una roccia particolarmente odiata dai climbers e dagli alpinisti, la ferrata è molto bella e ben tenuta; un ottimo allenamento per chi abita vicino a Bologna e vuole tenersi in forma per le escursioni estive. Una particolarità è il fatto che sia un ibrido tra arrampicata e via ferrata. La ferrata si percorre con un tempo medio di 30 minuti dalla partenza ma con un passo allenato i tempi si accorciano sensibilmente. Trattandosi comunque di una Via attrezzata impegnativa, non è da sottovalutare la sicurezza che come riportato nei cartelli è un obbligo per chiunque voglia percorrerlo. L'attrezzatura necessaria è quella di tutte le vie ferrate: imbragatura, cordino (Longe) scarpe adatte e casco. Nonostante la breve durata del percorso, la ferrata del Pliocenico è da considerarsi come percorso impegnativo e quindi una ferrata che richiede agilità ed esperienza ma che per via della sua breve durata è un ottimo modo per allenarsi a tale attività. L'accesso alla parete ha avuto storie molto alterne negli anni, a causa delle diatribe tra i climbers che frequentano la palestra ed i proprietari dei terreni interessati, con conseguente installazione di recinzioni e limitazioni varie di passaggio.

Commenti   

+2 #29 Paolo 2018-06-03 21:18
Percorsa il 03/06/2018, dopo un brevissimo avvicinamento parte la ferrata proprio sotto la falesia verticale di Badolo, dove più a sinistra dell'attacco ci sono numerosi tiri di arrampicata. La ferrata non è certo banale, relativamente corta ma verticale, 1h in media per i più tranquilli. Si divide in quattro spezzoni, con via di fuga alla fine del 2" e 3". La roccia è una falesia che se non umida ha un discreto grip, cavo perfetto e teso, appigli e fossette articiali non mancano. Bella per chi vuole progredire in arrampicata, volendo sul cavo si può tirare poco eccetto uno o due passaggi. Forse sono più ostici gli ultimi due spezzoni, qualche contropendenza e sempre verticale. In sostanza è molto carina, da fare soprattutto quando sulle dolomiti c'è ancora neve. Non la consiglio come prima ferrata.
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+1 #28 Alfonso Gallo 2017-10-07 06:48
Percorsa il 06/10/2017. Ferrata corta e divertente per le numerose prese artificiali ricavate nella roccia, che pur essendo sabbiosa, tiene comunque abbastanza bene (ma attenzione al bagnato). Solo l'ultimo tratto (il quarto prima della cima) presenta qualche difficoltà in più, ma niente di impossibile soprattutto se si sale alla destra del cavo. Suggerirei una corda fissa (per i più insicuri) nel breve tratto molto ripido di bosco prima dell'attacco del tratto finale: se bagnato, molto insidioso, e una scivolata all'indietro può costare cara! Sentiero di rientro non segnalato, ma basta seguire la traccia nel bosco una volta in cima verso destra e subito poi giù a sinistra (attenzione anche qui al sentiero che subito si presenta molto ripido, con presenza di rovi..).Una volta giunti al santuario con una semplice passeggiata in 10 minuti si ritorna alla strada. Con un buon passo il giro si completa in meno di un'ora. Buon divertimento!
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0 #27 Carlo Andrea 2016-03-29 12:12
Percorsa varie volte nel 2014 e 2015, di facile accesso, ottima da fare per provare dei passaggi di 3° (se non si usa il cavo), e da fare più volte per allenarsi a ferrate più lunghe. Attenzione in estate, very hot!
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+1 #26 Federica Farina 2015-01-23 00:00
Percorsa il 10/2014 abbastanza facile ma la considero più arrampicata che ferrata....
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+8 #25 Valentino Reggiani 2015-01-23 00:00
Percorsa il 21/09/2014, una ferrata breve ma non per questo semplice. Dato il recente rinnovo (2011) i cavi sono ben tesi, la roccia risulta particolarmente scivolosa in presenza di umidità, oltre ad essere un po' polverosa (raccomando l'uso dei guanti). NOTA BENE: la ferrata NON finisce al cengione sotto il terzo superiore. Arrivati qui, sulla sinistra il cavo continua in due distinti tratti verticali finali che portano sulla sommità della Rocca. Il secondo di questi, assieme alla pancetta strapiombante che si trova poco dopo l'inizio, sono i due passaggi un po' più impegnativi del percorso. Lascio qualche indicazione per chi vuole cimentarsi per la prima volta: usciti dall'autostrada si segue per Badolo e dopo poco si affrontano 5 tornanti; avanti ancora e sulla destra troverete un cartello che segnala altri 6 tornanti; al QUARTO di questi (sulla sinistra vedrete il cartello che segnala in km 13 della provinciale) potete parcheggiare l'auto sul ciglio (6-7 minuti dall'autostrada). Dal tornante stesso, in mezzo a un prato in salita, parte un chiaro sentiero verso la parete, percorretelo per 5 minuti e vi ritroverete esattamente sotto le falesie; girate a destra e avanti una manciata di metri inizia il cavo della via.
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+3 #24 Lorenzo Bedin 2015-01-23 00:00
Percorsa il 08/2014. Abituato alle ferrate delle ns. parti ho fatto un po' fatica ad abituarmi al tipo di roccia, la quale dà una sensazione di precarietà. Lo stesso tipo di percorso tracciato su una parete di calcare consentirebbe una progressione decisamente più semplice. L'esposizione non è niente male e, quindi, non mi sentirei di consigliarla ai neofiti, fatta eccezione per coloro che non hanno problemi con il vuoto. Molto interessante è anche il traverso attrezzato sopra le pareti della parte che i locals chiamano Badolo Basso. Volendo c'è un ulteriore traverso nella parte alta, attrezzato però con cavo molto più sottile. Nel complesso, soprattutto per il tipo di roccia, direi che la valutazione 2.1 sia un po' bassa. Personalmente credo che un giudizio 3.0 sarebbe più appropriato.
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0 #23 M. Pisa 2015-01-23 00:00
Percorsa il 22/05/2014 La ferrata si trova in ottimo stato con cavo perfetto e ben teso. Non la consiglio come prima ferrata in quanto abbastanza tecnica rispetto ad alcune ferrate dolomitiche (ad esempio la Tridentina). Chi ha già provato e vuole affinare la tecnica di progressione qui può trovare un'ottima palestra grazie alla sua brevità, che consete di ripeterla più volte in una giornata, e le diverse vie di fuga (la 1° dopo il secondo troncone e la 2° dopo il terzo)se uno è stanco. Interessante la breve scala in contropendenza. Consiglio do percorrerla in primavera o in autunno in quanto il caldo e l'umidità, nei mesi estivi si fanno sentire.
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+1 #22 Paolo L. 2015-01-23 00:00
Percorsa il 22/12/2013 via ferrata anomala su arenaria, molti appoggi e appigli sono scavati artificialmente dove servivano. verticale ma breve, può regalare qualche emozione a chi si trova in zona e vuol provare a cimentarsi, magari integrandola in un giro escursionistico sul bel Contrafforte Pliocenico. il cavo è in buone condizioni e ottimamente fissato, attenzione col bagnato. da non sottovalutare l'ultimo tratto con un passaggio un po' piccante. seppur breve, vista la verticalità, la sconsiglio a chi non ha nessuna esperienza di ferrate... meglio iniziare con qualcosa di meno esposto e più panoramico.
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0 #21 Antonio Arioti 2015-01-23 00:00
Percorsa il 5/06/2012 (l'ultima volta) E' una ferrata tutt'altro che banale (anche se viene spesso percorsa a scopo di allenamento o didattico),soprattutto per il tipo di roccia e per l'esposizione. Sicuramente tecnicamente più impegnativa rispetto ad altre che si trovano sulle Dolomiti, nonostante queste ultime presentino maggior impegno fisico per la lunghezza, l'ambiente alpino, tratti ghiacciati, ecc.. Volendo è, inoltre, possibile abbinare la ferrata vera e propria con due traversi molto esposti (utilizzati per il rientro dalle vie sottostanti), il primo sulla cengia mediana e il secondo sopra le vie di Badolo Alto. Ovviamente, il panorama è quello che è.
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0 #20 Daniela Gherardi 2015-01-23 00:00
Percorsa il 16/09/2012. Ferrata molto carina e divertente adatta anche ai principianti che siano fisicamente un po' allenati (è richiesta resistenza e impegno delle braccia in alcuni punti). Manutenzione ottimao, cavo nuovo e teso, non vi sono passaggi esposti non assicurati. La roccia di Badolo fa un po' rimpiangere la dolomite, ma ci si abitua in fretta!!.
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