Via Ferrata del Venticinquennale Corno Occidentale segnalata da Luca Calvi - 2008
Il
Corno Occidentale è il più alto dei 4 Corni di Canzo e si
erge a guardia di Canzo ad Ovest e Valbrona a Nord.Sui suoi
versanti Ovest e Sud un paio di decenni fa è stata tracciata
una via ferrata a cura del CAI Canzo.La ferrata del
Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo è stata
riattrezzata sempre dal CAI di Canzo nel 2008 con
consistenti cambiamenti che l’hanno resa molto più continua
nel percorso e nelle difficoltà.La parte centrale,tra la
placca difficile e la scala e,soprattutto, la parte finale,
sono state ridisegnate e seguono un percorso ben più
difficile ma più avvincente e sicuro per quanto riguarda il
pericolo di sassi. Il nuovo allestimento prevede ora la
presenza di una catena moschettonabile,un cavo inguainato e,
solo nei punti di maggior difficoltà,di alcuni (pochissimi)
pioli. In alcuni punti strategici sono stati inoltre
aggiunti o appoggi scavati o appoggi naturali “resinati”
alla parete.La sensazione, ora, è quella di percorrere una
via importante, per superare la quale si affrontano
placchette,roccette,cenge,traversate e alcuni
strapiombetti.Al di là dell’aumento di difficoltà
dell’itinerario,a gudagnarci di sicuro è stata la continuità
e la bellezza dello stesso.Per escursionisti esperti e
pratici di percorsi attrezzati la ferrata del
Venticinquennale adesso risulta essere ben più attraente ed
interessante di quanto lo era con il pur interessante
allestimento precedente.Da sconsigliare,invece,a
principianti e persone con poca pratica di ferrate. PERCORSO STRADALE-AVVICINAMENTOPer arrivare all’attacco della via
ferrata del Venticinquennale ci sono varie possibilità:
1-Da
Canzo-Co raggiungere la località Gajum (possibilità di
parcheggio non illimitate).Da qui salire al rifugio
Terz’Alpe o per il sentiero geologico (che segue il torrente
Ravella) o per il sentiero che passa dalla Prim’Alpe e dalla
Second’Alpe (ruderi).Raggiunto l’ottimo rifugio
Terz’Alpe,seguire i segnavia che si dirigono a Nord alla
Colma di Pianezzo. Il sentiero,ripido ma ben tracciato,in
circa 45 minuti porta alla Colma di Pianezzo.Poco prima del
Crocefisso,sulla destra,segnavia indicano la ferrata del XXVennale e portano a destra a superare un ghiaione fino
all’attacco della via ferrata (targa commemorativa).Da
Gajum calcolare 1.30–1.45h.E’ anche possibile dalla
Prim’Alpe o dalla Second’Alpe salire alla Colma di Pianezzo
per un sentiero che si alza e porta direttamente al
Crocefisso,da dove si scende in breve all’attacco.
2-Da
Valbrona-Co salire con l’auto all’Alpe Oneda (possibilità di
parcheggio limitate).Oltrepassare la sbarra e seguire la
strada,asfaltata prima,cementata poi e da ultimo
sterrata,che in circa 1.00h porta alla località di Pianezzo.
Invece di proseguire lungo la mulattiera, che salendo
a sinistra conduce al rifugio SEV, prendere il sentiero a
destra al cui imbocco sono poste due frecce che indicano la
Direzione "Terz'alpe/Gajum".
Per chi arriva dall'alpe Oneda la deviazione è riconoscibile
perché posta all'inizio di una strada sterrata che conduce
ad un grosso casolare (edificio a 100mt dall'imbocco della
strada). Giunti alla Colma di Pianezzo (crocifisso Ligneo),
scendere a sinistra prima di un evidente masso, con indicati
i segnavia e seguire il sentiero che costeggia il ghiaioncino. L'attacco della Ferrata è circa a metà della
parete sud". Dall’Alpe Oneda calcolare circa
1.15h.
3-E'
anche possibile portarsi all’attacco da Valmadrera,passando
per l’Acqua del Foo e la Colma di Ravella,seguendo il
Sentiero Panoramico e poi portandosi all’attacco della
ferrata come dal Terz’Alpe.Calcolare almeno 2.15h. LA FERRATALa ferrata del Venticinquennale inizia
salendo di pochi metri sul pilastro Ovest del Corno
Occidentale di Canzo.Da
qui, catena e cavo con guaina ci guidano in una traversata
ascendente verso sinistra fino alla base di quella che
nell’allestimento precedente era il passaggio chiave della
via,ovvero la placca liscia e quasi verticale.Fino
a qui si può tranquillamente salire in arrampicata
(assicurandosi al cavo) con difficoltà di II e III grado
UIAA. La placca liscia è stata adesso “addomesticata” con la
creazione di alcuni appoggi per i piedi che ne facilitano la risalita.Dopo la placca,un canalino ci guida in direzione
della parete Sud. Mentre nell’allestimento
precedente,però,la ferrata andava a prendere un sentierino
alla base della parete sud,la nuova ferrata del
Venticinquennale prosegue ora seguendo un canalino
che porta ad una sorta di fessura,il cui superamento è
facilitato da un paio di pioli.Segue una prima traversata verso destra,in
direzione Sud-Est,fino ad uno spigoletto di pochi metri,il
cui superamento senza l’ausilio della catena prevede un po’
di tecnica alpinistica.Un’ulteriore traversata ascendente ed
il superamento di un piastrino appoggiato ma liscio,seguito
da un altro saltino quasi strapiombante,ci
portano all’inizio di una lunga traversata oramai in parete
Sud,al
di sopra della cengia erbosa sulla quale correva il vecchio
allestimento.La traversata è abbastanza lunga e segue un
sistema di piccole cenge,talvolta quasi inesistenti (in un
paio di punti la parete risulta essere sporgente e la
traversata può risultare faticosa per le braccia),e piccoli
ma pepati saltini, talora facilitati da staffe.Dopo
una placchetta ascendente particolarmente liscia,i cavi e le
catene ci guidano alla scala,nuova
e meno verticale della precedente,alla cui uscita ci attende
uno strapiombetto inatteso,cui fa seguito una risalita su
roccette
e,poi, una sorta di sentierino,sempre assicurato,che
ci porta alla base dell’ultima difficoltà,ovvero il
superamento del pilastrino finale.Il
pilastro sostituisce in questo nuovo allestimento il vecchio
percorso, che seguiva una sorta di canale-diedro non sempre
al sicuro da eventuali sassi smossi. Il pilastro presenta
una serie di piccoli strapiombetti successivi,uno dei quali
particolarmente liscio,serviti da poche ma utilissime
staffe per chi non avesse voglia di cimentarsi su difficoltà
di arrampicata superiori al III + UIAA. Dopo l’ultimo
strapiombino
la parete si abbatte e,dopo pochi metri,le attrezzature
finiscono sulla Cresta Ovest dell’Anticima del Corno
Occidentale di Canzo.Dall’uscita della ferrata seguire i
segnavia rossi verso la cima,a
destra (Est). Resta da superare in discesa un piccolo
intaglio ostico (Passo della Vacca),traversare con
attenzione (punto un po’ esposto) a riprendere il filo della
cresta che,in breve,porta alla croce di vetta del Corno,a
1373mt.Nonostante
la quota bassa,l’itinerario ed i panorami sul lago di Como
e sulle montagne circostanti,a 360°,dal Rosa agli
Appennini.Dalle Alpi Svizzere alle Orobie,danno la
sensazione di essere saliti su una grande montagna. DISCESAPer la discesa ci sono due possibilità:
1-Dalla
vetta seguire i segnavia rossi in direzione Nord,scendendo
ad un canalino con difficoltà di I grado UIAA ma piuttosto
esposto,alto
una decina di metri, che deposita su un secondo canalino
alla cui base troviamo un meraviglioso presepe ligneo.Da
qui,un sentiero un po’ scivoloso porta rapidamente alla
Forcella dei Corni,tra il Corno Occidentale e quello
Centrale e,in pochi minuti, in direzione Nord,al rifugio SEV Pianezzo, da dove è possibile rientrare alla base per la via
scelta per la salita;
2-Per chi non
avesse voglia di affrontare l’esposta discesa del canalino
Nord,è possibile percorrere a ritroso (sempre con
attenzione) la Cresta Ovest
ripassando dall’intaglio del Passo della Vacca
e,seguendo i segnavia, arrivare alla fine della Cresta
a prendere un canalino
che,senza alcuna difficoltà,deposita sui ghiaioncini alla
base della parete Nord-Ovest del Corno,da dove in un minuto
si è al Crocefisso ed in dieci minuti al rifugio SEV. CONSIDERAZIONISi raccomanda assolutamente l’uso di imbrago,set da ferrata e caschetto, così come si sconsiglia la percorrenza dell’itinerario ai principianti.I Corni di Canzo inoltre,sono una delle mete preferite per le gite domenicali, quindi consigliamo chiunque percorra questo itinerario nei giorni festivi di mettere in conto la possibilità di trovare ben poche possibilità di parcheggio ai punti indicati e,soprattutto,di trovare moltissima gente sulla cima e sui sentieri che vi ci portano.
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