Via Ferrata A. Tissi Monte Civetta segnalata da Fabio Trevisani & Claudio Magri - 2010
PERCORSO STRADALE
Provenendo da Belluno-Feltre, è necessario seguire le
indicazioni stradali per
Agordo
percorrendo la scorrevole
strada di fondo valle. All’ingresso del paese di Agordo si
prende la deviazione a destra per il
passo Duran, superato
il quale si scende per qualche km (alcuni tornanti) fino
alla località Chiesa (alcuni edifici), dove si imbocca sulla
sinistra una strada secondaria, per la maggior parte
asfaltata, che in pochi minuti conduce alla malga Grava
(Caséra della Grava), posta in splendida posizione
panoramica e adagiata in una verde conca ai piedi dei gruppi Civetta-Moiazza, dove si parcheggia e dalla quale è già
possibile vedere il percorso
della prima parte dell’escursione che ci condurrà sulla
sommità del Monte Civetta. AVVICINAMENTO
Sulla comoda stradina che inizialmente costeggia
il torrente (spesso in secca) si comincia a salire
dolcemente per arrivare in pochi minuti alla Forcella della
Grava (o da Pecol, quota 1784mt), dove un
cartello ci segnala le varie possibilità. Si prosegue per la
strada (sentiero Tivan, segnavia 557), ma solo per poche
centinaia di metri, e precisamente fino alla partenza della
teleferica per il rifugio Torrani a quota 1808, dove ci si
presenta un bivio. Qui prendiamo la deviazione a sinistra
per il rifugio Vazzoler
(segnavia 558): il sentiero sale subito ripidamente ed in
breve ci conduce su un pianoro
dal
quale è ben visibile LA FERRATA
La via si svolge quasi per intero sul fianco sud-ovest della
Civetta Bassa, in una zona poco esposta al sole, e pur essendo
piuttosto breve guadagna quota rapidamente a causa della sua
verticalità, specie nella prima parte. L’attacco è
abbastanza tranquillo: si sale spostandosi verso sinistra senza
particolari problemi e segue subito un breve tratto un po’
più verticale
che ci conduce ad una larga cengia che ci fa traversare
verso sinistra. A questo punto ci si deve innalzare di quota
di una decina di metri ma per farlo, a seconda delle
stagioni, può essere necessario attraversare un breve tratto
innevato, simile a quello che precedeva l’attacco, che copre
le attrezzature. E’ possibile attraversarlo quasi in piano
(attenzione a non scivolare!) oppure aggirarlo abbassandosi
inizialmente di qualche metro
avendo
cura di restare a ridosso del versante roccioso (che resta
staccato dalla massa nevosa di un certo spazio). Se la neve
(dura) è presente si può senz’altro dire che questo
costituisce il passaggio più delicato della via. La ferrata
prosegue su una spettacolare e liscia placca inclinata
,
attrezzata con pioli (cengia), che sale ripidamente a
ridosso del versante generando progressivamente un vuoto
crescente sulla nostra sinistra. Seguono alcuni tratti
abbastanza ripidi anche se mai del tutto verticali, ricchi
di appoggi per i piedi che ci evitano di affaticare le
braccia. L’esposizione è talvolta considerevole
ma la via non è mai troppo faticosa e ci consente spesso
di tirare il fiato, anche perché i brevi passaggi veramente
verticali sono attrezzati con pioli o gradini metallici. Si
giunge così ad una placca inclinata ed un po’ liscia
che
conduce ad una stretta ed esposta cengia orizzontale
in traverso verso sinistra, sulla quale si fa un po’ di
doccia a causa dell’acqua proveniente dalle sporgenti rocce
soprastanti (prestare attenzione a non scivolare). A questo
punto la parte più impegnativa della ferrata è ormai alle
spalle e la via prosegue con alcune cenge
in
traverso verso la sinistra, alternate a brevi gradini
rocciosi attrezzati. Spettacolare la comoda cengia finale,
praticamente orizzontale, posta alla sommità dello
strapiombo soprastante il Van della Sasse. Siamo ormai al
termine del tratto attrezzato, ed in breve giungiamo sul nevaio sottostante il rifugio
Torrani,
che percorriamo seguendo le orme (se presenti) o, in
alternativa, portandoci al centro di esso
e
risalendolo lungo la linea di massima pendenza (attenzione
in caso di nebbia). In breve siamo al bivio, direttamente sottostante il rifugio, con la discesa per
la via normale. In pochi minuti giungiamo allo spartano ma
accogliente rifugio Torrani (circa
1.30h dall’attacco). DISCESA
Dal rifugio, in circa mezz’ora, lungo un facile ed un po’
faticoso sentiero segnalato si sale alla panoramicissima
cima con la originale croce di vetta, con
splendida vista sulla Civetta Bassa e CONSIDERAZIONI
Sicuramente la via ferrata Attilio Tissi, dal punto di vista
tecnico, è un po’ più impegnativa di quella degli Alleghesi
sia per la verticalità che per l’esposizione, in alcuni
punti notevole, sia per la frequente presenza di tratti
bagnati che costringono a prestare particolare attenzione a
non scivolare, vista la scarsa presa degli scarponi sul
fondo. Alcuni passaggi sono decisamente spettacolari, anche
non vi è la panoramicità della via degli Alleghesi, specie
nella parte finale di quest’ultima, che si svolge quasi
costantemente in cresta. Nel complesso la via risulta
abbastanza facile, anche se esposta, ben attrezzata e
decisamente breve: il tratto attrezzato dura infatti poco
più di un’ora.Nella stagione estiva è sicuramente
consigliabile evitare di affrontare l’escursione troppo
presto, preferibilmente chiedendo informazioni sullo stato
di fatto presso il rifugio Torrani e/o alle guide alpine
prima di affrontarla. Durante il mese di luglio di
quest’anno (2010), infatti, (quando ci siamo passati noi),
all’attacco erano presenti parecchi metri di neve
particolarmente dura, che abbiamo dovuto risalire con i
ramponi per evitare problemi; allo stesso modo, superato il
primo salto roccioso attrezzato, era presente molta neve
dura, da attraversare con molta attenzione per evitare una
scivolata veramente pericolosa.Partendo da Malga Grava, per
la salita al Civetta attraverso la ferrata Attilio Tissi e
la discesa tramite la via degli Alleghesi bisogna mettere in
conto circa 10 ore di cammino, con circa 1600- |