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Via Ferrata "Senza Confini"

segnalata da Enrico Tomasin 

 

PERCORSO STRADALE

Il punto di partenza del percorso è il passo di Monte Croce Carnico,importante valico fin dai tempi dell’Impero Romano,come testimoniano alcune epigrafi ancora in loco.Si raggiunge il passo (1360mt;ampio parcheggio;punto di appoggio ristorante-pensione Da Ottone-0433 779326) lungo la S.S.52b che da Tolmezzo risale il Canale di San Pietro dirigendosi verso l’Austria.

AVVICINAMENTO

Lasciata l'auto si imbocca una traccia segnalata poco prima dell’ex-dogana,che si segue in ascesa e in obliquo a sinistra sino a ricongiungersi con una traccia proveniente dal versante austriaco,ben evidente e costeggiata da alcuni cartelli con indicazioni di carattere naturalistico (sentiero naturalistico del Passo di Monte Croce Carnico).Dopo circa 40' si raggiunge un primo bivio,dove si prosegue a sinistra seguendo le indicazioni per la galleria dello Schulter.Un breve passaggio attrezzato conduce alla suggestiva galleria (183mt di lunghezza e 110mt di dislivello),scavata nella roccia nel 1916 per collegare le postazioni del Cellon e ripristinata nel 1987 dalle guide alpine dell’esercito austriaco,interamente attrezzata con cavo e alcuni gradini.Indispensabili una torcia frontale e l’attrezzatura da ferrata;fare attenzione a non smuovere le pietre che a tratti ingombrano il fondo,che finirebbero inevitabilmente nello stretto budello e dunque su eventuali altri alpinisti.Si esce così su uno spallone erboso:seguendo le indicazioni prima verso sinistra e poi verso nord si raggiunge un bivio fra le ferrate "Steinbergerweg" (percorso di guerra lungo un canale erboso) e "Senza Confini".La via Senza Confini è stata attrezzata nel 1994 dall’ÖAV di Kötschach- Mauthen e ripercorre precedenti vie di roccia di due illustri alpinisti carnici,Sergio De Infanti e Roberto Mazzilis.

LA FERRATA

Esposta e aerea,la via si distingue per uno spiccato carattere ‘atletico’.Dall’attacco (1,30h dal passo),dopo alcuni fessure attrezzate la via segue per un centinaio di metri un lungo diedro,che si supera sulle placche inclinate della faccia destra aiutati da pochi gradini inusitatamente distanziati (tratto atletico e faticoso);superato questo primo tratto la via segue quasi sempre il filo sella cresta,con vari passaggi verticali e in due punti strapiombanti (altri passaggi atletici),attrezzati col solo cavo e in un caso con pochi gradini.Il libro di via,posto in una scatola metallica,preannuncia la prossima conclusione:dopo un altro tratto di cresta si raggiunge una selletta erbosa e in circa 15' si sale alla vetta della Creta di Collinetta o Cellon (2238mt):dall’attacco circa 1,30h.Dalla vetta si riscende fino all’uscita della ferrata e si prosegue verso sud-ovest mirando alla Cresta Verde (2150mt),lungo una mulattiera di guerra prima e lungo un affilato crinale erboso (resti di postazioni di guerra).Si sale a questo punto il versante nord orientale della Creta di Collina;a un primo tratto tecnicamente più impegnativo (un traverso e una ripida risalita su roccette miste a erba;alcuni spit in loco per eventuale assicurazione in cordata;le difficoltà rimangono comunque circoscritte al I° grado) segue una risalita su sfasciumi,verdi e roccette fino alla cima (2689mt;3h dal Cellon).Il panorama nell’ultimotratto della salita si apre sull’Eiskar,ultimo ghiacciaio delle Alpi Carniche e sulle pareti della Creta della Cjanevate,oltre che su tutte le cime circostanti.

DISCESA

La discesa segue i pendii rocciosi del versante sud orientale fino ad un colatoio roccioso (attenzione alla caduta di sassi) che si supera con alcuni passaggi attrezzati,il cosiddetto “Sentiero dello Stivale” (segnavia CAI 171).Confluendo nella traccia CAI 146 che collega il rifugio Marinelli al Passo di Monte Croce Carnico si ritorna al parcheggio in circa 3h.

CONSIDERAZIONI

L’itinerario qui descritto permette di combinare in un percorso anulare una galleria attrezzata risalente al primo conflitto mondiale,una via ferrata di concezione moderna molto aerea e atletica,una lunga e panoramica cresta in un ambiente meno antropizzato del precedente e ugualmente suggestivo.