STAMPA
HOMEPAGE
RELAZIONE
Via
Ferrata Rio Secco
Cadin
Alto
2013
PERCORSO STRADALE
Percorrendo l'autostrada A22 uscire a San Michele
all'Adige ed oltrepassato il casello proseguire a sinistra mantenendola anche
dopo il ponte in direzione Bolzano-Salorno. Si percorrono circa 4km sino a
raggiungere la località Cadino dove immediatamente a sinistra si trova un grande
parcheggio del ristorante Al Cadino. Parcheggiare ed attraversare la strada dove
di fronte si trova il sentiero per l'attacco con tabellone dimostrativo .
AVVICINAMENTO
Il sentiero n.490,in avvicinamento all'attacco,inizia
subito con ripidità sostenuta costeggiando alla sinistra il torrente . A breve
si incontra un bivio con chiara segnaletica alla sinistra del quale arriva il
sentiero di ritorno mentre a destra si prosegue per l'attacco; si oltrepassa il
torrente portandosi cosi sulla sponda destra (nel senso del nostro cammino),si
entra nella fitta boscaglia e in circa 20' dal parcheggio si giunge ad una
comoda panca in legno dove è possibile indossare l'imbrago visto che a pochi
metri vi sono le prime funi metalliche .
LA FERRATA
Alcuni metri in leggera discesa traversando a sinistra
fino a sfiorare l'acqua,pochi passi sui massi per portarsi sull'altra sponda del
Rio e la fune che parte molto verticale su roccia solida,gradinata e ricca di
appoggi artificiali . Si "attacca" la via con l'ausilio di alcune staffe
metalliche e dopo un breve passaggio dove si sfruttano i buoni appoggi della
roccia si continua la salita lungo una serie di altre staffe metalliche fino a
giungere,dopo 7-8mt,ad una cengia . Si aggira un breve traverso con l'ausilio
anche di una staffa metallica alla base di un diedro inclinato denominato,salto
dei Caprioli ,caratterizzato da roccia piuttosto levigata ma con ottimi appoggi
per i piedi,tra i quali,anche artificiali. Si inizia con semplici gradoni ,poi
una staffa ed alcuni metri di divertente progressione su roccia fino all'uscita
dove si trova una breve serie di staffe fin troppo numerose ; attenzione al
materiale detritico all'uscita del diedro . A destra si percorre la breve cengia
terrosa sempre protetta con cavo mentre alle nostre spalle la visuale spazia
verso l'ampia Val d'Adige . Pochi metri lungo la cengia in questione ed a
sinistra si trova una paretina verticale ed esposta che inizia con una breve
placchetta che rappresenta uno dei rari passaggi in cui è richiesto un certo
impegno per raggiungere in un attimo le nuove attrezzature metalliche che hanno
ridotto parecchio le difficoltà che caratterizzavano molti tratti di questa via
tra i quali,sicuramente,questo. Raggiunte quindi le staffe,la progressione
diventa semplice e si possono alternare passaggi su appoggi artificiali a
passaggi su roccia,peraltro compatta,per cercare un minimo di soddisfazione
nella risalita. Da notare la presenza di un "captatore" per evitare l'eventuale
rottura del moschettone in caso di caduta. Si esce su un pulpitino panoramico
,non a caso denominato "Belvedere" ,e con un sentiero,in salita,si lascia
temporaneamente il corso del Rio per rientrarvi poi scendendo in traversata
obliqua costantemente assicurata con cavo . Nel punto basso della discesa
-ambiente suggestivo - ci si ritrova a spostarsi ,per la prima volta,sul lato
destro -nel senso della salita- ,del Rio e ad affrontare un breve spigolo che
dopo 3-4mt porta sulla sinistra della parete da dove si inizia una lunga
traversata,internamente al torrente,a tratti esposta che ora,dopo l'inserzione
delle nuove staffe ,ha ridotto di molto le proprie difficoltà . Nella parte
finale,il traverso piega nettamente a destra ritrovandosi così alcuni metri in
salita verticale anche se piuttosto "appoggiati" giungendo su comodo sentiero
boschivo che si inerpica verso il vicino "passaggio dei Gabbiani" a quota 435mt
mentre sotto di noi è visibile il parcheggio dal quale si è partiti . Il
passaggio in questione,prima del restyling,era considerato uno dei passaggi
chiave della Ferrata in quanto l'aggiramento dell'esposto spigolo richiedeva
piede fermo ed una certa tenuta sulle braccia visto che erano presenti solo 2-3
pioli metallici al termine del traverso; ora,anche qui,la serie di staffe ha
agevolato il tutto e del "passaggio dei gabbiani" è rimasto solo il brivido
dell'esposizione. Si inizia dunque,al termine del sentiero,in decisa esposizione
e l'ottima tensione del nuovo cavo risulta particolarmente efficace e
rassicurante ; ci si avvicina allo spigolo,che si supera tramite l'ausilio di
staffe , e si trova,al di là di quest'ultimo,inizialmente un lungo ed esposto
traverso di una decina di metri in leggera salita ,sempre,più che attrezzato poi
la gola del Rio si stringe e la Via è caratterizzata da un continuo alternarsi
tra brevissimi passaggi in verticale ed altri in traversata . Giunti in uno
slargo della gola si si può riposare prima di proseguire il percorso sulla
parete sinistra del torrente dove la gola si stringe ulteriormente e si
risalgono i primi 4-5mt verticali e su roccia molto servita da staffe ,si
traversa brevemente a destra e dopo un facile passaggio verticale si giunge ad
un bivio dove un'apposita segnaletica indica la possibilità di interrompere la
Via con un'uscita di emergenza o proseguire . La prosecuzione della Via comporta
il superamento di alcune facili roccette un po' "sporche" in un ambiente
semiboschivo e dopo aver camminato per alcuni metri tra grossi massi
caratteristici -a destra la grotta del Basalisc 465mt- ,si giunge,in un
anfiteatro naturale,curioso e suggestivo ricco di ometti di pietra che qui non
fungono da segnavia ma semplicemente decorativi . Terminata l'ammirazione
dell'ambiente,si affronta il tratto della Via ferrata che prima del rifacimento
era sicuramente il più impegnativo di tutto il percorso e questo sia per la
qualità della roccia poco appigliata e per la frequenta probabilità di trovarla
umida. Ora,naturalmente,dopo l'inserzione delle nuove attrezzature il giudizio è
cambiato e da ciò ne consegue l'eliminazione della deviazione "facile" che
permetteva l'aggiramento di questi passaggi. Si attacca il cavo e dopo un breve
salto su roccia levigata si incontrano da subito alcune staffe che
"accompagnano" fino alla vicina Madonnina all'interno di una grossa nicchia
nella roccia con tanto di libro delle firme ma ciò non significa la fine della
via attrezzata anzi,si riparte traversando in diagonale ,si piega a destra per
aggirare un esposto spigolo tondeggiante e levigato ma fortunatamente attrezzato
con 2 staffe metalliche e si guadagna la partenza dell'ultimo "tiro" di cavo
della Rio Secco presso la "Grotta della Mariota" 520mt . In termini di
verticalità ed esposizione,quest'ultimo tratto ,è il più "tosto" dell'intero
percorso attrezzato,sicuramente meno,in termini di difficoltà. Si inizia nei
primi metri con 3 nuove staffe ,poi si "cercano" gli utili appoggi presenti nei
pochi metri di parete libera da staffe per poi ritrovarle ed uscire così
piuttosto agevolmente dalla placca terminando,dopo un breve e facile traverso
,la Via ferrata a quota 580mt.
DISCESA
Ci si incammina nella boscaglia su comodo ed a tratti
ripido sentiero per circa 5' fino ad un bivio presso il quale una segnaletica
indica a destra l'eventuale prosecuzione per la zona del Cadin Alto e rifugio
Sauch mentre a sinistra il rientro a valle tramite sentiero n.489 e poichè tale
ritorno è a tratti attrezzato è consigliabile mantenere indossata l'imbragatura.
Inizialmente il ritorno avviene su sentiero lievemente in discesa ma dopo alcuni
minuti,a sinistra,piega notevolmente verso il basso facendo perdere rapidamente
quota (attenzione in caso di fondo bagnato!) ed incontrando,come
anticipato,nella prima metà alcuni brevi tratti attrezzati con fune ed una
scala; il percorso,a tratti abbastanza esposto,porta nuovamente a valle in circa
40'.
CONSIDERAZIONI
La Via ferrata è stata completamente riattrezzata nel
giugno 2013 pur mantenendo lo stesso percorso. Dal punto di vista tecnico è
stato fatto un ottimo lavoro di assicurazione dove spicca il cavo ottimamente
teso. Sono state inserite staffe metalliche ovunque e facilitato parecchio i
passaggi più impegnativi. Proprio questa facilitazione ha però reso la Via
piuttosto "banale" ed il divertimento nella progressione che si poteva ritrovare
in alcuni passaggi,ove peraltro la roccia è generalmente compatta,è stato
notevolmente ridotto. Non vogliamo entrare in merito alla scelta
fatta,sicuramente per motivi di sicurezza,ma ora la Via ha perso buona parte del
suo fascino. Rimane solo il richiamo all'attenzione,in un ambiente generalmente
umido,nella progressione in quanto le varie staffe metalliche presenti possono
essere comunque scivolose se bagnate. Nulla cambia,naturalmente,per ciò che
riguarda la bellezza e suggestione dell'ambiente.
Importante una nota riguardante questa ferrata: nonostante il nome "Rio Secco"
può accadere,che dopo un periodo,anche breve,di intense piogge il rio sia
nuovamente attivo ovvero vi si trovi un normale corso d'acqua al suo interno.
Generalmente anche in queste condizioni è percorribile ma con le dovute
attenzioni.
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