STAMPA
HOMEPAGE
RELAZIONE
Via Ferrata E. Ricci
Corno Orientale
segnalata da Maurizio
Celli
L'itinerario in questione
permette di raggiungere la vetta Orientale del Corno Grande, vetta
che, nonostante sia leggermente più bassa della sorella Occidentale,
risulta essere la più "vistosa" grazie al paretone Est che la
caratterizza con un'altezza prossima ai 1500mt.
PERCORSO STRADALE
Con l’auto è necessario arrivare alla località
Prati di Tivo, sul versante teramano del Gran Sasso. Provenendo da
Roma, percorrere l’autostrada dei Parchi Roma-L’Aquila, prendere
l’uscita l’Aquila Ovest e proseguire in direzione Teramo attraverso
il passo delle Capannelle fino ad incontrare le chiare indicazioni
per Prati di Tivo. Oppure passare sotto il traforo del Gran Sasso
fino allo svincolo Colledara - San Gabriele-Prati di Tivo. Per chi
invece proviene dalla costa adriatica, è necessario uscire al
casello Giulianova-Teramo-Mosciano dell’A14. Proseguire lungo la
superstrada in direzione Teramo e, dopo aver superato la città,
uscire allo svincolo di Basciano e poi seguire le indicazioni per
Prati di Tivo.
AVVICINAMENTO
Ai Prati di Tivo dobbiamo prendere l’ovovia
della Madonnina aperta solitamente tutti i giorni in estate e solo
nei fine settimana tra settembre e ottobre. Informarsi comunque
sempre sugli orari e le giornate di apertura e chiusura. Nel caso in
cui l’ovovia fosse chiusa, la soluzione migliore è proseguire in
auto dai Prati di Tivo fino alla località Piana del Laghetto (strada
stretta ma in discrete condizioni) e qui parcheggiare. Dalla Piana
del Laghetto proseguire per il sentiero n.103 fino all’arrivo
dell’Ovovia della Madonnina. Dalla Madonnina -2028mt- si sale per il
sentiero n.103 in direzione del rifugio Franchetti tralasciando a
destra la traccia che porta al sentiero attrezzato Ventricini. La
salita non è mai troppo ripida e va comunque affrontata con prudenza
perché in alcuni tratti il percorso è un po’ esposto. Sono però
presenti dei cavi metallici posti nei passaggi più critici.
Spettacolari i panorami sul Corno Grande , le muraglie del Corno
Piccolo , il monte Camicia i monti della Laga , le colline teramane
e il mare Adriatico sullo sfondo . Una volta arrivati al rifugio
Franchetti -2432mt-, sulla sinistra si vede molto chiaramente una
traccia di sentiero che taglia il ghiaione che scende verso il
vallone delle Cornacchie e che porta alla rampa di inizio della
ferrata Ricci (1.15h dalla Madonnina - 2488mt). E’ consigliabile
imbragarsi già al rifugio.
LA FERRATA
La via ferrata , marcata come sentiero n.152,
inizia salendo un’evidente rampa inclinata sui dirupi settentrionali
della Vetta orientale del Corno Grande. In questo tratto il cavo è
posto in alto rispetto al punto di salita e risulta utile nella
progressione. Dopo poche decine di metri il cavo si interrompe e il
sentiero devia leggermente verso sinistra. Le corde fisse però
ricominciano quasi subito. In questo secondo tratto della rampa i
cavi metallici sono infissi direttamente sul piano inclinato di
salita e questo è un po’ un fastidio perché si è costretti, per un
tratto non brevissimo, a procedere quasi carponi se si vuole
rimanere attaccati alle assicurazioni. Alla fine di questo tratto il
cavo si interrompe per riprendere subito sulla parete di destra, ma
dopo pochi metri finisce di nuovo. Dobbiamo quindi proseguire in
salita, abbastanza faticosamente fino ad arrivare al tratto più
bello della via. Lasciamo infatti il versante settentrionale e ci
troviamo su quello orientale della montagna, proprio sull’orlo del
famoso Paretone, lo strapiombo orientale del Gran Sasso, un baratro
di oltre 1.300 metri che non ha nulla da invidiare alle più
blasonate pareti alpine. Costeggiamo l’orlo del baratro fino ad
arrivare ad un ripido spigolo attrezzato piuttosto aereo lungo circa
una trentina di metri. E’ questo il pezzo più tecnico della salita.
Affrontiamo lo spigolo in divertente arrampicata . Al termine dello
stesso la corda prosegue prima verso sinistra poi verso destra .
Successivamente saliamo in aderenza una ripida paretina da
arrampicare sempre con l’ausilio delle attrezzature metalliche . Qui
finisce la via ferrata. Da questo punto iniziamo la salita non
assicurata e in parte un po’ esposta lungo gli sfasciumi della Vetta
Orientale . In più punti vi è la possibilità di spostarsi alla
propria sinistra per adagiarsi su uno dei numerosi pulpiti che danno
direttamente sull’impressionante strapiombo del Paretone.
Continuiamo a camminare sempre più sul filo di cresta (prudenza in
caso di nebbia) dando ogni tanto un’occhiata al tratto appena
percorso fino ad arrivare all’incrocio con la via normale. Prestare
prudenza perché in questo punto vi è da passare sopra un’aerea
forcellina che può risultare insidiosa in caso di vetrato .
Procediamo su roccette di I° grado ancora per circa 15minuti fino ad
arrivare alla cima della Vetta Orientale (2903mt - 1.45h dal
rifugio, 3.00h dalla Madonnina). Da quassù, in caso di tempo bello,
il panorama è grandioso e, se si è fortunati, si riesce a vedere la
costa della Croazia.
DISCESA
Come spesso succede per molti sentieri
attrezzati, il tratto più difficile del nostro itinerario è proprio
la discesa per la via normale. Dalla cima ripercorriamo a ritroso il
sentiero dell’andata fino al bivio con la via normale. Siccome
quest’ultima, seppur breve, è tutt’altro che banale, nulla vieta a
chi non se la sente di ridiscendere direttamente dalla via ferrata
appena percorsa in salita. Al bivio giriamo a sinistra seguendo gli
onnipresenti bolloni bianchi e rossi . Inizialmente non ci sono
molti problemi - roccette di I° grado. L’importante è usare bene le
mani e fare attenzione a non smuovere sassi. Sul fondo della discesa
troviamo però un camino abbastanza ripido ed esposto -II° grado- da
affrontare con prudenza in disarrampicata tenendo la destra dello
stesso. E’ questo il tratto più insidioso. Nulla di impossibile, ma
la prudenza è d’obbligo. Al termine del camino finiscono le
difficoltà. Il sentiero ci deposita sulla morena terminale del
Ghiacciaio del Calderone i cui resti si trovano nella bellissima
conca posta alla nostra sinistra. Risaliamo brevemente per il
sentiero n.153, seguendo sempre i bolloni bianchi e rossi, fino al
passo del Cannone -2667mt- dove si trova la deviazione per la Vetta
occidentale del Corno Grande -2912mt-, massima elevazione
dell’Appennino. Dal passo scendiamo ripidamente per tornanti verso
la Sella dei Due Corni -2573mt- da cui possiamo ammirare le
splendide pareti strapiombanti del Corno Piccolo , nota meta di
arrampicata, raggiungibile per un escursionista dalla vicina via
normale -sentiero n.110- o dalla via ferrata Danesi. Dalla Sella
continuiamo per il sentiero n.103 fino a giungere in pochi minuti al
rifugio Franchetti (1.15h ca. dall’inizio della discesa). Dal
rifugio infine per l’itinerario di andata proseguiamo fino alla
Madonnina (2.15h dalla cima della Vetta Orientale).
CONSIDERAZIONI
La via ferrata Enrico Ricci alla Vetta
orientale del Corno Grande del Gran Sasso d’Italia non presenta
grosse difficoltà tecniche e costituisce un valido banco di prova
per chi è alle prime armi con questo tipo di percorsi. Il tratto
attrezzato rappresenta solo una parte di un itinerario più ampio e
articolato che permette di arrivare alla più orientale delle cime
del Corno Grande. La nota più interessante di questa via è lo
spettacolo offerto dall’impressionante strapiombo del Paretone che
ci accompagna per buona parte del cammino. La via ferrata Ricci è
combinabile a piacimento con altri percorsi (attrezzati e non) del
Gran Sasso, possibilmente pernottando presso lo spartano e
accogliente rifugio Franchetti di proprietà del CAI di Roma. Nulla
vieta di affrontare questo itinerario nel senso contrario. In questo
modo si percorre in salita il tratto più difficile ovvero il camino
iniziale (finale nel senso della presente descrizione) della via
normale. Naturalmente le difficoltà della via Ricci aumentano
notevolmente in presenza di neve o ghiaccio, cosa tutt’altro che
inusuale sul Gran Sasso.
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