Sentiero attrezzato ZumelesTerza Cengia Pomagagnon segnalato da Roberto Belletti
PERCORSO STRADALEDa Cortina d'Ampezzo-Bl con la SS. 51,direzione Dobbiaco-Bz,fino a Chiave (1319mt),piccolo borgo posto circa 2,5 chilometri a nord del centro Ampezzano. Si prosegue quindi fino all’Istituto Elioterapico Putti,posto sopra il borgo,nei pressi del quale si lascia la macchina. AVVICINAMENTODal parcheggio, prima tramite la pista ciclabile delle Dolomiti e poi tramite il sentiero n.202 ci si porta alla base del canalone di discesa della ferrata Michielli-Strobel (1800m-1.30h). Un 'alternativa di avvicinamento, un pò più lunga ma molto meno faticosa, consiste nel non prendere subito il 202, poiché questo porta direttamente al ghiaione. Quando si sale dal Codivilla, seguire sempre il 211 (al bivio con il 218 andare a destra), che guiderà a due bivi dove la cengia è sempre segnata da freccia (al secondo bivio a sinistra). In questo modo si arriva praticamente all'attacco (circa 5 min. max. di ghaione in salita) senza affrontare l'intero ghiaione poiché rimarrete molto più a lungo dentro il bosco. LA FERRATASi inizia su un ghiaione ripido e franoso al termine del canalone di discesa della Michielli-Strobel. La via è segnalata da un cartello con scritto "Terza Cengia-Per esperti". Il ghiaione porta alla base della parete,da dove inizia a staccarsi la cengia.Vi sono alcuni segnavia lungo la parete, ma sono ben pochi. D'altra parte il percorso diverrà ben presto abbastanza evidente. Inizialmente la cengia è larga e contornata da mughi. L'esposizione non è elevata nello sviluppo iniziale.Successivamente un breve traverso attrezzato aiuta a superare in sicurezza un tratto in cui la cengia quasi si interrompe. Il cavo è un pò lasco,ma vi è abbondanza di appoggi. Questo punto è ovviamente molto esposto.Si prosegue sempre in salita e ancora affiancati da mughi,che possono essere usati per agevolare la progressione. Terminati i mughi, l'esposizione aumenta.Brevi tratti attrezzati aiutano a superare i tratti più disagevoli. L'attrezzatura è molto discontinua,brevi tratti attrezzati si alternano a lunghi tratti privi di assicurazione. Successivamente la via procede in discesa dirigendosi verso un intaglio. Questo tratto è completamente attrezzato. Superato l'intaglio,la via riprende a salire lungo un percorso ripido e franoso. L'esposizione è minore in quanto la cengia è piuttosto larga in questo tratto.Volgendo indietro lo sguardo al tratto già percorso, ci si rende conto il grado di esposizione della via.Al termine del ripido tratto franoso,la fine della via è vicina e si inizia a intravedere Punta Erbing.Ancora qualche tratto attrezzato intervallato da tratti non protetti e si scorge un caratteristico "pilone" di roccia che sembra sorreggere la parete.Al di là del "pilone" si intravede la forcella che segna la fine della via.Passato il "pilone" (passaggio attrezzato) si giunge alla forcella terminale.Da qui il panorama spazia a 360 gradi dal Cristallo,a Cortina, proprio sotto di noi,alle Tofane,alla Croda Rossa. Dalla forcella vale la pena di raggiungere Punta Erbing distante da quest'ultima qualche decina di metri di facili roccette (croce di vetta-2300mt). DISCESALa discesa avviene per il sentiero n.205 fino a forcella Zumeles (breve passaggio di I° in discesa su roccette non attrezzate).Da qui (2072mt) si scende lungo il sentiero n.204, che si trasforma in comoda strada forestale,fino al rifugio Col Tondo (1429m). Superato il rifugio,si prosegue sempre sulla forestale prima e strada asfaltata poi,scendendo nuovamente fino al parcheggio. CONSIDERAZIONIDal punto di vista strettamente tecnico, la via non presenta difficoltà particolari, risultando in effetti piuttosto semplice. Anche il breve tratto assicurato nel quale la cengia quasi si interrompe,non è difficile essendo molto corto e dotato comunque della giusta quantità di appoggi.Occorre però considerare la notevole esposizione dell'intero percorso,che è assicurato solo nei tratti più disagevoli. Per la maggior parte della via ci si trova a percorrere,senza alcuna assicurazione,una stretta cengia con uno strapiombo sul lato destro che cresce in altezza mano a mano si procede nella salita. I passaggi assicurati sono generalmente molto brevi e posti solo nei punti più impervi.Per percorrere la via,occorre quindi,a mio parere,una totale mancanza di vertigini e il cosiddetto "passo sicuro".Inutile a mio avviso l'utilizzo dei bastoncini.Un altro fattore da considerare è che la salita si svolge praticamente a filo della parete,a volte dentro la parete stessa,quasi in un tunnel. Questo può opprimere psicologicamente.Prestare inoltre molta attenzione a non farsi sbilanciare dallo zaino urtandolo involontariamente contro la parete nei punti più bassi. Ovviamente da evitare con neve,ghiaccio o con condizioni meteo non stabili.Spettacolare il panorama a 360° da punta Erbing verso le montagne che coronano la conca d'Ampezzo.Consigliabile l'abbinamento con la ferrata Michielli-Strobel,dato che l'attacco si trova esattamente alla base del canalone di discesa della ferrata Strobel. |