Via Ferrata dei Picasass Monte Camoscio segnalataci da David Bianchi - 2017
Ferrata di media
lunghezza, a bassa quota con vedute spettacolari sul Lago Maggiore,
posta su placche di granito di Baveno in prossimità delle cave. Da
Baveno sale alla vetta del Monte Camoscio. PERCORSO STRADALE Da Baveno-Vb o dall'uscita della A26 seguire per
il Camping la Tranquilla, in località oltrefiume. Vie limitrofe sono
la Via delle Cave o la via Giovanni Susena. Posteggiare l'auto nei
dintorni del campeggio. AVVICINAMENTO Individuare la strada che sale al centro
dell'incrocio con la segnaletica M3, Monte Camoscio e Ferrata.
Salire. La strada inizialmente asfaltata diviene sterrata/acciotolata,
scavalca la A26 e si porta sul pendio. Qui sale, seguire sempre la
segnaletica. La stradina diventa sentiero e giunge al bivio ben
segnalato, seguire a destra per la Ferrata dei Picassas. Avete
percorso quasi 200mt di dislivello. Qui si sale in falso piano fino
all'attacco della ferrata. In totale circa 40/50 minuti dal
parcheggio LA FERRATA
La ferrata è molto verticale ed
esposta. Nessuna difficoltà "seria" però se si eccettuano i due
momenti critici: una splendida cengetta strapiombante a circa 1/3
del percorso e il ponte tibetano alla fine. Quest'ultimo è comunque
aggirabile con un sentiero che ci porta a monte della ferrata nel
tratto sommitale. La ferrata inizia subito ben verticale, con staffe
ma anche qualche sostegno naturale. Esposizione sempre abbastanza
sostenuta ma nessun punto critico. Qualche traverso esposto, sempre
affrontabile con sicurezza fa tirare il fiato. Ignorate la grotta o
forse cava che vi troverete sulla destra: a sinistra delle staffe vi
aiuteranno a risalire l'ennesima placca. A circa un terzo del
percorso giungiamo in vista della cengia strapiombante, un
bellissimo terrazzino che "butta fuori"completamente esposto nel
vuoto. E' forse il punto più bello della ferrata, da affrontare con
cautela ma con sicurezza, abbassando i piedi sul gradino più basso
per evitare di piegarsi troppo. Se avete qualcuno dopo di voi fatevi
fare una bella voto sospesi nel vuoto. Aggirato lo spigolo si trova
la scala che risale il versante opposto. Qui comincia un susseguirsi
di placche verticali o comunque con pendenza elevata e spesso da
salire in aderenza aiutandosi con la catena. Alcuni cambi
sono "volanti" e ci si deve servire delle staffe o della destrezza.
Il panorama sul golfo di Verbania, sulle Isole Borromee, e sulla
parte finale della Valdossola, compresa la selvaggia Valgrande è
semplicemente sublime. Si giunge ad un pianoro a circa due terzi del
percorso dove il CAI ha posto un quadernetto dove registrare il
proprio passaggio. Di li si risale di nuovo, questa volta con
esposizione minore, si fa un filo di cresta ma sempre in sicurezza e
finalmente si giunge verso la fine. Qui si può andare a destra
direttamente al Monte Camoscio o a sinistra ed affrontare il ponte
tibetano, di quelli lunghi monofilo per i piedi, quindi da fare in
laterale. Poco sopra la croce di vetta del Monte Camoscio. DISCESA A sinistra un sentiero, un po lungo, scende al
bivio e quindi alla strada e al parcheggio in circa 50minuti. Nei
pressi della Cima c'è un rifugio che è però generalmente chiuso in
quanto viene aperto solo in occasione di feste paesane. CONSIDERAZIONI Il nome della ferrata "Picasass" è stato scelto
in onore di tutte quelle persone, i picasass appunto che fin dal
'800 hanno lavorato all'estrazione e alla lavorazione del famoso
granito rosa delle cave di Baveno. La ferrata offre lungo tutto
l'itinerario un panorama eccezionale sul Lago Maggiore, le isole
Borromee e sulle montagne che circondano il Lago stesso. |