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Via Ferrata al Monte Penna

Monte Penna

segnalata da Roberto Belletti


Sul lato est del massiccio del Cusna, non si può fare a meno di notare una conformazione rocciosa, una “penna” che delimita in maniera decisa i dolci pendi, verdi e coperti di boschi, del gruppo del Cusna. Proprio su una di queste caratteristiche formazioni rocciose di arenaria compatta, tipiche dell’Appennino Emiliano, si trova la ferrata del Monte Penna, divertente ma impegnativo percorso di recentissima realizzazione (settembre 2014).
PERCORSO STRADALE
Da Reggio Emilia si prende la SS63 (passo del Cerreto - Spezia) fino a Felina. Da qui a destra sulla SP64 fino a Gatta. Poco dopo il ponte sul Secchia, si imbocca la SP9 per Villa Minozzo. Attraversata Villa Minozzo, si seguono le indicazioni verso Civago. Raggiunto il paese di Civago, occorre seguire a destra le indicazioni per Case di Civago e imboccare la strada che conduce al rifugio Ospitale San Leonardo. Dopo poche centinaia di metri la strada si fa sterrata. Si può lasciare qui l'auto (ampie possibilità di parcheggio), oppure proseguire ancora sulla strada sterrata fino a un grosso masso e un cartello con divieto di accesso (anche qui ampio parcheggio). Il sentiero di avvicinamento alla ferrata, indicato da un cartello , si stacca sulla destra alcune decine di metri prima del cartello stradale.
AVVICINAMENTO
Se raggiungere il sentiero di avvicinamento è molto comodo, altrettanto non si può dire dell'attacco della ferrata. L'avvicinamento è assai ripido e si sviluppa su instabili pietraie alternate a tratti di bosco. Segni a vernice bianca su rami e ometti di sassi indicano la direzione da seguire. Una corda fissa aiuta a superare un tratto di sentiero disagevole nei pressi dell'attacco. Giunti al di fuori del bosco, una scomoda quanto esposta traversata sotto le pareti porta finalmente all'inizio delle attrezzature .
LA FERRATA
Ci si aggancia al cavo su un tratto steso in orizzontale, ma la ferrata mostra immediatamente la sua vera natura. Dopo pochi metri, infatti, il cavo schizza in verticale attraversando un bellissimo diedro da percorrere in spaccata. Alcune staffe aiutano la progressione nei punti più poveri di appoggi. Usciti dal diedro, un breve tratto su erba porta sotto ad una paretina verticale con l'uscita leggermente in strapiombo. Anche qui alcune staffe aiutano a integrare gli scarsi appoggi naturali. Segue una placchetta da superare in aderenza e successivamente un aereo spigolo. Aggirato lo spigolo, si affronta un breve camino reso un pò scomodo dalla presenza del cavo, salito il quale si percorre un breve tratto erboso che termina alla base di una paretina. Questa inizia con un lieve strapiombo dove occorre valutare bene gli appoggi naturali. Dopo lo strapiombo la parete si appoggia e alcune staffe aiutano la progressione. Superata la parete, termina la prima "sezione" della ferrata. Un tratto su erba conduce alla seconda "sezione" che è anche quella più impegnativa. Qui, un breve e non difficile salto di roccia porta alla base dei due punti chiave della via. Il primo è costituito da una parete verticale, con partenza decisamente strapiombante, che si supera con l'aiuto di alcune staffe. Altre staffe poste su una parete verticale portano al passaggio più bello e tecnico della via: una pancia strapiombante da superare con delicatezza e decisione, giocando con l'equilibrio e sfruttando non solo le attrezzature artificiali ma anche alcuni appoggi naturali che non risultano evidenti a prima vista. L'uscita dal punto chiave porta a doppiare uno spigoletto esposto e quindi a una bella parete verticale che rappresenta una delle ultime difficoltà della via. L'aderenza su esigui appoggi e alcune staffe consentono di superare questo esposto tratto. La ferrata è quasi al termine. Restano da affrontare una non difficile paretina in obliquo, una breve ma esposta cengia e una divertente parete appoggiata. Superata quest'ultima paretina, in breve si giunge al termine delle attrezzature e al libro di via . Quindi si prosegue su sentiero in salita all'interno del bosco seguendo i segni a vernice bianca, fino a raggiungere il bivio con i sentieri 607 e 631/A.
DISCESA
Giunti al bivio con i sentieri 607 e 631/A è possibile ritornare al parcheggio in circa 1.00h, seguendo entrambi gli itinerari in direzione Case di Civago. Tramite il 607 si può raggiungere direttamente il parcheggio ma, come indica il cartello, è un sentiero assai ripido e scomodo da evitare dopo le giornate di pioggia. Il 631/A, invece, consente (facendo attenzione in qualche punto dove la segnatura è un pò carente) di raggiungere in modo più comodo il rifugio Ospitale San Leonardo, un luogo carico di storia che merita sicuramente una visita. Dal rifugio è possibile rientrare al parcheggio in circa 30 minuti seguendo la strada forestale (sentiero n.605).
CONSIDERAZIONI
Ferrata ottimamente attrezzata che si sviluppa lungo la "Penna di Civago" , una formazione di roccia arenaria che si trova in Val Dolo, poco sopra l'abitato di Civago (Appennino Reggiano). La ferrata è relativamente breve ma atletica e occorre non lasciarsi ingannare dal fatto di essere in Appennino o di trovarsi a una quota relativamente bassa (il parcheggio è a quota 1040mt). La via si sviluppa quasi tutta su pareti verticali e nel percorrerla ci si trova sempre in elevata esposizione. Molti passaggi, compreso il passaggio chiave (che non è all'inizio ma quasi alla fine della via), sono strapiombanti e possono creare serie difficoltà se non si è in possesso di una adeguata tecnica di arrampicata o se ci si è già "bruciati" le braccia nelle parti precedenti del percorso. Il breve tratto su erba che separa le due "sezioni" della ferrata aiuta a riposarsi, ed è bene approfittarne prima di affrontare la parte più impegnativa della via. Assolutamente da non sottovalutare. Periodo consigliato: primavera/autunno.