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Via Ferrata del Partusac

segnalata da Ferruccio Baravelli - luglio 2016

 

La ferrata del Partusac è un percorso ad anello, tra la cima del monte Tovo e il Falconera, adatto a mettersi alla prova, a testare se stessi su pioli e fune metallica lunga 130mt. Una facile ferrata di avvicinamento all’attività.

PERCORSO STRADALE

Si arriva a Civiasco-Vc per strada provinciale n.78 che da Varallo porta al Passo della Colma, oppure in senso contrario sempre su questa provinciale salendo da Arola. All'entrata di Civiasco, sulla sinistra salendo da Varallo, imboccare la comunale per località Piandellavalle - Parco Giochi. A Piandellavalle è presente un ampio parcheggio con area sosta per Camper ed aree pic nic e svago. Si imbocca il sentiero 636 da Piandellavalle fino a una graziosa Cappelletta dedicata agli Alpini che si trova a sinistra salendo subito dopo l'ultima casa di Piandellavalle, prima di una sbarra.

AVVICINAMENTO

A sinistra della Cappelletta parte il sentiero 636b da seguire sino al terzo bivio della boscosa cresta (il primo e secondo conducono al sentiero delle grotte e calata del Partusac) dove, ben segnalato sulla sinistra in direzione sud, si imbocca il sentiero 636c. Subito dopo ci accoglie una bella panoramica denominata dello Scoiattolo con vista su Varallo e Monterosa e da dove, proseguendo, in pochi minuti arriviamo all'attacco della ferrata. Lungo il percorso aree attrezzate e pannelli esplicativi illustrano le straordinarie peculiarità scientifiche e panoramiche della zona. Da Piandellavalle parcheggio circa 20' e 100mt di dislivello all'attacco della ferrata.


LA FERRATA

Ben segnalata, la partenza si trova più a monte rispetto all'arrivo, su questa panoramica cresta. All'attacco, il classico tabellone dà le indicazioni di rito e quelle relative alle piccole grotte che incontreremo sul percorso. La ferrata è, eventualmente, percorribile in entrambe i sensi e consente sempre di tornare al punto di partenza. Nel senso consigliato, si scende per ripido sentiero con gradoni in terra e in metallo sempre assicurati al cavo di sicurezza della ferrata. Ottima occasione per insegnare ai principianti l'uso del set da ferrata. Dopo una dozzina di metri in discesa sulla sinistra si stacca un piccolo tratto diagonale, sempre attrezzato, che conduce al "buco di Tom", la prima delle due grotterelle che arricchiscono questa ferrata didattica e originale. Possiamo fare una curiosa visita al suo interno per poi tornare sui nostri passi e riprendere la ferrata principale del Partusac. Il percorso scende ancora di qualche metro grazie a comodi gradini metallici sino a giungere, con facile diagonale su una cengia sempre assicurati al cavo, a una seconda variante che conduce alla seconda grottina "Riparo di Luna". I nomi delle grotte, Tom e Luna, traggono origine dai due cani che, per giorni, sono qui sopravvissuti dopo essersi persi in questa zona. Da questo punto si cominciano a osservare le interessanti rocce, uniche al mondo, grazie a questo "vulcano" che straordinariamente si è rovesciato mostrando a noi il suo ventre solidificato. Un composto di rocce fuse nel magma che si sono amalgamate creando colori e disegni spettacolari . Da questo punto lo sviluppo della ferratina è più tecnico e si comincia a parlare più seriamente di vera ferrata, con un primo diagonale aereo sul vallone delle grotte lungo una ventina di metri . Al termine del diagonale si sale per oltre 20 metri in verticale. I gradini sono comunque molto vicini così come i fittoni del cavo di sicurezza, proprio per offrire massima sicurezza e possibilità anche ai più piccoli di percorrere questa ferrata scuola. A metà salita ci troviamo su di una placca rocciosa verticale di colore nero ma intarsiata da una grossa venatura verticale di marmo bianco che, osservata dal basso, lascia immaginare il sapiente colpo di pennello che il Creatore ha voluto imprimere su queste policromatiche rocce, in un vero quadro della natura . Sotto di noi si apre il selvaggio vallone delle grotte e anche il ferratista più esperto non può che rimanere affascinato da questo panorama che volge a sud mostrando tutti i passaggi del ghiacciaio, con il laghetto di Sant'Agostino ancora incastonato come uno smeraldo, nei solchi scavati dal ghiacciaio. Facile e sicura l'uscita su tappeto erboso . Subito dopo questa uscita, sulla sinistra, percorrendo una ventina di metri su comodo sentiero si arriva a una piccolo e panoramico cucuzzolo senza nome, che di fatto con la nostra ferrata abbiamo aggirato e che ci offre ancora uno spettacolare e aereo panorama.

RITORNO

La scelta è ampia. Il ritorno può avvenire per lo stesso sentiero oppure al primo bivio, dopo la panoramica dello Scoiattolo, imboccando il sentiero 636b in direzione nord e raggiungendo il piccolo laghetto di Scarpia, con la sua ampia area pic nic e acqua di sorgente sino a raggiungere comunque Civiasco, seguendo le chiare indicazioni su sentiero 636 che conduce al nostro parcheggio. In caso si decida, ed è auspicabile se avete qualche minuto in più da spendere, di rientrare attraverso il vallone delle grotte, senza svestire l'attrezzatura da ferrata, si torna indietro sino al primo bivio. A questo incrocio si lascia il sentiero 636c per imboccare a destra il 636b direzione sud est, lo stesso che abbiamo percorso all'andata per raggiugere la ferrata. Dopo circa 10 minuti si raggiunge un primo crocevia che sulla destra indica chiaramente la calata del Partusac -n.642- e il sentiero delle grotte. Inizialmente il sentiero è segnalato dal Cai oltre che da bollini gialli, sino all'attacco di una piccola corda fissa che, con la stessa tecnica usata in ferrata, ci porta in circa 30 metri di discesa alla Tana del Partusac. Questa è la prima e più conosciuta grotta della zona, teatro di battaglia tra partigiani e fascisti. Muniti di un piccolo frontalino potrete, con attenzione, esplorarne l'interno o semplicemente goderne la frescura nel periodo estivo. Ora ci si toglie l'imbragatura e da qui il sentiero scende a sud. Si seguiranno solo ed esclusivamente dei bollini gialli su piante e rocce. La traccia a terra è comunque ben marcata. Tutte le grotte che incontreremo sono dotate all'esterno di un pannello esplicativo con mappatura, sezione e note caratteristiche della cavità. Il sentiero da questo punto è EE per "escursionisti esperti" perchè scivoloso e in un paio di brevi tratti un poco esposto, anche se in futuro si mira a renderlo più scorrevole e sicuro. Di seguito incontreremo la grotta Tana e la bella grotta del Principe . Quest'ultima tutta da vedere, sempre con caschetto e frontalino. Purtroppo le altre grotte situate in questa zona sono fuori percorso e quindi non segnalate. Come quella del Teschio che si trova in parete sotto la grotta del Principe o quella del Giglio, sulla stessa linea ma al di sopra di quella del Principe. La grotta del Martello è invece molto distante dal sentiero, prevede un passaggio molto esposto e rischioso e la sua conformazione e qualche smottamento la rendono quasi inaccessibile. Più avanti invece, sempre sul sentiero delle grotte segnalato in giallo, incontriamo l'apertura della voragine Tre Amici . E' recintata ed è sconsigliato avvicinarsi troppo se non si è speleologi esperti e con le protezioni necessarie. Il rischio è di fare un volo di una dozzina di metri in un buco tutt'altro che invitante cè, ma il fatto di osservarne l'imbocco a debita distanza è già di per sè emozionante. Questa grotta è stata scoperta per ultima in ordine di tempo mentre si eseguivano i lavori di ripristino del sentiero delle grotte. Scoperta per puro caso è molto ampia e interessante ma, ripeto, solo per speleologi esperti. Poco oltre, il sentiero si reinserisce sul 636b che abbiamo lasciato in precedenza e in soli 5 minuti saremo nell'abitato di Piandellavalle e al nostro parcheggio.


CONSIDERAZIONI

Interessante per le prime esperienze in ferrata, ma in grado di soddisfare anche i ferratisti navigati per la sua originalità. Prevede brevi passaggi in grotta, un finale verticale equilibratamente emozionante con panorami stupendi. Vi è la possibilità di fare un'esperienza completa che comprende A) un' escursione interessante da un punto di vista panoramico e scientifico B) una interessante esperienza su ferrata C) se voluto, possibilità di un percorso di rientro emozionante, grazie alla calata sulla grotta del Partusac e la passeggiata tra le cavità naturali di questa zona. Il tutto servito da aree attrezzate nei punti panoramici dei percorsi e soprattutto logisticamente complete alla partenza (o arrivo), dove vi è un ampio parcheggio con aree Camper e pic nic, ristorazione e ogni comfort per tutta la famiglia, giochi e attrezzature sportive per tutte le età.