Sentiero Attrezzato Panorama Punta Valletta luglio 2017
PERCORSO STRADALEPercorrere l'autostrada Torino-Aosta (A5) imboccata l'uscita Aosta Est continuare in direzione dell'Autoporto.Si seguono le indicazioni per la famosa stazione turistica di Pila, situata nell’omonima conca sopra la città di Aosta, e si esce da quest’ultima verso sud. Si supera il fiume Dora Baltea sul grande ponte nella località Pont Suaz, si sottopassa l’autostrada A5 (Torino-Ivrea-Courmayeur) e si raggiunge un grande trivio appena al di là del ponte, già in territorio di Charvensod. Si supera il trivio (strade per Pollein, per Pila e per Gressan) e si procede dritti imboccando la Strada Regionale per Pila SR 18, che inizia subito a salire sfruttando molti tornanti. In breve si raggiunge l’abitato di Charvensod, lo si attraversa e si continua la salita superando molte piccole frazioni. Dopo circa 12 km da Aosta si raggiunge la località di Péroulaz e, poco più avanti, quella di Les Fleurs. Poi la strada percorre altri 6 km, superando ancora alcuni tornanti, passando accanto ad altre frazioni: Acquefredde, Cheremoz, Rosselin per giungere infine a Pila, dopo circa 18 km da Aosta. Posteggiare l'auto nei pressi degli impianti di risalita e prendere la seggiovia del Chamole'; controllare nel periodo estivo gli orari ed i giorni di apertura. E' anche possibile evitare di raggiungere Pila in auto salendo direttamente da Aosta con la telecabina che in circa 15' porta dai 579mt ai 1801 della stazione a monte. AVVICINAMENTODopo aver ammirato il Cristo di Chamolé, scultura lignea di Mario Stuffer nei pressi della stazione a monte della seggiovia a quota 2310mt in località Chamolé si procede a destra passando nei pressi del Bar Chamolé imboccando la stradina poderale in leggera discesa. Si percorre la strada, segnavia - 19C, trascurando alcune intersezioni in direzione della partenza della seggiovia Couis 1 trovando però prima della stazione stessa un bivio presso il quale attraverso il segnavia 22 si inizia a risalire verso il Col Tsa Sètse. Si prende quindi la nuova diramazione a sinistra, in salita, si superano alcuni alpeggi e si continua rintracciando un sentiero che piega prima a sinistra poi a destra. Si attraversa un plateau erboso trovando talvolta qualche segnavia verniciato su pietre e poi su traccia tra materiale detritico sino al colle Tsa Sètse -2815mt- segnato da un cartello inchiodato su una pietra. Dal colle la visuale si apre ed avvolge la vallata di Cogne alla quale fan da cornice elevati gruppi montuosi dai quali spicca indubbiamente il Gran Paradiso con la maestosa piramide della Grivola. Come si evince dalla segnaletica presente il percorso prosegue verso sinistra (cartello indicatore “Punta Valletta”), superando una lunga cresta rocciosa che termina con la croce di vetta, visibile, ma ancora piuttosto lontana mentre alla destra si vede il sentiero panoramico in crestas che arriva dalla stazione a monte degli impianti "Couis 1" che potrebbe rappresentare una interessante alternativa di avvicinamento. Si parte inizialmente su cresta erbosa e tondeggiante, si seguono alcuni paletti in legno che indicano la via evitando di stare troppo sulla sinistra. Guadagnata la vetta del primo gendarme roccioso si giunge all'attacco del tratto attrezzato. Come anticipato vi è un'alternativa di avvicinamento utilizzando anche gli impianti di risalita Couis 1 alla cui stazione di partenza -2163mt- si giunge proseguendo la carrareccia -19c- in discesa che parte dalla stazione a monte seggiovia Chamolé. In questo caso si raggiunge quota 2705mt e si ha così la possibilità di raggiungere il colle Tsa Sètse (Colle Chasèche 2815mt) percorrendo il "Sentiero Panorama", che segue esattamente la cresta spartiacque che divide Pila da Cogne. Per un agevole sentiero, che presenta pochi cavi di protezione solamente nei punti più esposti, si superano alcune cime intermedie che si ergono sulla cresta: Piatta di Grevon 2753mt, Punta di Montpers 2794mt, Punta Chasèche 2824mt, per arrivare finalmente al Colle Chasèche (Tsa Sètse) punto di convergenza delle 2 possibilità di avvicinamento descritte. Nel caso si scelga l'utilizzo anche degli impianti Couis 1 è necessario informarsi riguardio il periodo di apertura degli stessi in quanto ad esempio nell'estate 2017 è solamente dal 29/07 al 20/08. Riassumendo, entrambe le Vie portano al Colle Chasèche (Tsa Sètse) -2815- dal quale inizia la parte "tecnica" della salita. Nel primo caso risalendo com maggior dislivello il vallone sotto il Colle, nel secondo caso, partendo da una quota maggiore - 2700mt, percorrendo la cresta panoramica. LA FERRATAIndossato comodamente l'equipaggiamento di sicurezza si inizia una lunga discesa da prima per superare un facile salto roccioso agevolati dalla presenza di un maniglione metallico poi su un piano inclinato assicurato con cavo dove rapidamente si raggiunge il sottostante sentiero di cresta che si percorre per pochi metri fino a ritrovare il cavo. Un gendarme roccioso si aggira sfruttando l'aderenza su roccia levigata con la presenza anche di 2 maniglie metalliche sicuramente non indispensabili comunque all'occorrenza presenti e si scende alla base dal quale quasi nell'immediato si inizia la risalita sfruttando anche un intaglio nella cresta. La base di una bella paretina verticale invita a rivolgere lo sguardo verso il tratto di cresta fino a qua percorso per apprezzare così l'ambiente circostante. Si parte allora per uno dei pochi tratti che interrompono lo sviluppo in falsopiano della Via trattandosi di una paretina verticale molto appigliata e gradinata che non offre particolari difficoltà all'uscita dalla quale si può ammirare il successivo sviluppo della cresta indubbiamente suggestiva con le sfumature della roccia che si alternano dal ramato a tonalità argentate. Ci si mantiene alcuni metri sotto il filo di cresta lungo un arioso traverso dove il cavo se non necessario dal punto di vista della progressione lo è indubbiamente come sicurezza visto che si cammina su materiale piuttosto friabile uscendone su cengia semierbosa. Si perde ora leggermente quota ancora su fondo insidioso e si inizia una lunga alternanza di brevi passaggi in falsopiano che riportano continuamente dal filo di cresta a pochi meti più sotto con il cavo che funge sostanzialmente solo da scorrimano pur consigliandone sempre l'assicurazione. Se dal punto di vista tecnico sicuramente questo lungo trasferimento non offre particolari interessi, dal lato paesaggistico la cresta dà il meglio di sè con uno sviluppo molto variegato ed alcune "finestre" che concedono la visuale anche sul versante opposto potendo così apprezzare la vicinanze dei grandi gruppi montuosi Valdostani in primis il Monte Bianco. Terminato questo lungo tratto ci si porta nei pressi della risalita finale al gendarme roccioso sul quale è fissata la croce di vetta. Qui il fondo detritico con materiale franoso lascia posto a gradoni rocciosi alternati a grossi massi spigolosi incastrati fra loro. Si inizia quindi la salita finale alla vetta, con il cavo che contrariamente a quanto accaduto fin qua aiuta in alcuni passaggi alla progressione pur mantenendosi contenute le difficoltà, si risalgono un pò affannosamente alcuni "salti", si scende brevemente sul filo di cresta su semplice sentiero mantenendo comunque attenzione in quanto la fatica dell'intera salita si fà sentire e si risalgono le ultime articolate roccette, ora assicurati al cavo, ad un passo ormai dall'agognata vetta 3090mt. Impareggiabile il panorama che a 360° spazia verso il Monte Bianco, Rosa, Cervino, Gran Combin, Gran Paradiso, Mont Glacier ect....compreso la sottostante conca di Pila ed il vicino monte Emilius dove è presente l'atra via ferrata di difficoltà ben superiori. DISCESALa discesa avviene sulla normale via di salita alla Punta Valletta. Si inizia a discendere la cresta nord della Punta Valletta che forma verso est una bastionata verticale con rocce rotte e che rappresenta una delle pareti che contengono il Vallone d’Arbole e i suoi laghi prima, e poi quello del Comboé, attenzione ad alcuni massi instabili, ed ignorando un segnavia che poco sotto la vetta conduce inspiegabilmente verso un franoso canale. Al termine dello spallone detritico si giunge nei pressi di un crinale erboso, si discende ancora lasciando sulla destra il modesto rilievo del Mont Belleface per poi discendere verso il piccolo pianoro che precede la Tête Noire. Lungo la discesa si può apprezzare la splendida vista sul vallone dell'Arbolle con i suoi laghetti ed il rifugio. Giunti alla Tête Noire si procede ad una severa discesa verso il Col de Chamolé - 2641mt: il sentiero discende ripidamente con una serie di rapide svolte che mettono a dura prova piedi e caviglie. Raggiunto il colle si discende verso il lago Chamolé -2325mt- ( versante opposto rispetto al rifugio Arbolle) stavolta su sentiero turistico che con una serie di svolte viene raggiunto con tranquillità. L'escursione volge al termine; in pochi minuti di sentiero pressoché pianeggiante si raggiunge Chamolé -2310mt- e la seggiovia per il rientro a Pila. CONSIDERAZIONIPercorso attrezzato in quota con vari saliscendi che non ha pretese di competere con Vie ferrate di ben altre caratteristiche e difficoltà tuttavia vista la quota e l'ambiente prettamente alpinistico non deve essere affrontato con troppa disinvoltura. Il cavo metallico utilizzato prevalentemente come scorrimano permette però l'assicurazione in molti passaggi esposti e su fondo franoso dove una caduta sarebbe probabilmente fatale. La bellezza della cresta così come l'ambiente circostante ne giustificano ampiamente le fatiche e la denominazione "Panorama". |