Sentiero attrezzato dei Mughi Cima Caldoline segnalato da Luca Calvi - 2008
Le Piccole
Dolomiti Bresciane sono un gruppo montuoso che fa parte
delle Prealpi Bresciane. Poco conosciute dall’escursionismo
di massa,frequentate generalmente solo da appassionati
locali,presentano,invece, due cime superiori ai 2000mt,il
Dosso Alto (2064mt) e la Corna Blacca (2005mt).Tra queste
due massime elevazioni,al valico denominato Passo Portole
(1726mt),presso il quale si trovano numerosi resti del Primo
Conflitto Mondiale,troviamo due elevazioni:il Corno Barzo
(1848mt) e la Cima Caldoline (1842mt),che resta impressa più
per il profilo del pilastro Occidentale,chiamato Naso, che
per le due vette mugose.Questa cima,se da Settentrione
appare come una sorta di panettone mugoso a due punte,da
Occidente, da Meridione e da Levante presenta interessanti
pareti calcaree e gugliette che ricordano,fatte le debite
distinzioni,l’ambiente dantesco della Grignetta.Un sistema
di cenge permette di girare attorno a questa
cima,attraversando canaloni e vallette che scendono dalla
cima, in un ambiente, come dicevamo,dantesco in quanto a
guglie e pinnacoli e, contemporaneamente,aereo e
panoramico,con ampie vedute sulle Prealpi Bresciane e
Gardesane e fino al Brenta ed all’Adamello.Su questo sistema
di cenge e piccole balze è stato tracciato un
itinerario,attrezzato in alcuni punti,denominato Sentiero
dei Mughi per la grande presenza di questi arbusti. Chiamato
anche Sentiero del Centenario per ricordare il centenario
del CAI Brescia,attualmente il sentiero è stato intitolato
alla figura del grande alpinista Virginio Quarenghi.
PERCORSO STRADALEIl punto di partenza di questo breve e
semplice itinerario è il bivacco non custodito Tita Secchi
(1740mt) al Passo Portole (1726mt) situato tra la Cima Caldoline (1842mt) ad Est ed
il Corno Barzo (1848mt) ad Ovest,al centro delle
Piccole Dolomiti Bresciane e sul percorso dell’Alta Via
Sentiero 3V. Per raggiungere il Passo Portole ci sono
3 possibilità: 1- Passo del Maniva (1664mt),raggiungibile in automobile da Collio (Alta Val Trompia-Bs) o da Bagolino (Val Sabbia-BS).Seguendo la ex rotabile asfaltata per Anfo (chiusa da qualche tempo a causa di frane e slavine che l’hanno resa impraticabile) in circa mezz’ora si raggiunge il Passo di Dosso Alto (1674mt) e da qui, seguendo le evidenti indicazioni ed il percorso più che evidente, per comodissimo sentiero in circa 10 minuti al Passo Portole ed alla Capanna Tita Secchi.
2-Da Anfo seguire
la tortuosa rotabile che porta a pochi metri dal Passo del
Dosso Alto (scarse possibilità di parcheggio),da dove in
dieci minuti si arriva al Passo Portole. 3-Da Collio salire all’Alpe Pezzeda per sentiero o con la seggiovia recentemente inaugurata e da qui, seguendo i segnavia biancazzurri del Sentiero 3V in circa due ore al Passo Portole. PERCORSO ATTREZZATO Dalla Capanna Tita Secchi tabelle e segnavia portano in direzione Est,passando vicino ad una grotta con Madonnina,ad una tabella che illustra le difficoltà del percorso e sotto lo sperone del Naso di Cima Caldoline,chiamato in loco anche “Sfinge”.Il percorso inizia su una ampia cengia erbosa,che progressivamente si restringe,diventando (caratteristica che verrà mantenuta per tutto il percorso) aerea e spesso esposta.Poco oltre incontriamo una prima corda fissa su cengia esposta ma pianeggiante che ci offre con bella veduta su Corno Barzo e Corna Blacca.Proseguendo sempre per aeree cengette intervallate da piccoli pulpiti, all’altezza di una piccola gola troviamo il secondo tratto di corda fissa, che presenta passaggio leggermente esposto, una sorta di “Passo del Gatto” che può essere risolto tanto “strisciando” all’interno che sfruttando gli abbondanti appoggi all’esterno.Sempre seguendo il sistema di cenge incontriamo un ottimo balcone panoramico e, di seguito, dopo due curve a sinistra,entriamo nella “Valletta dell’eco” ,attraversando la quale,sempre perdendo quota,ci si tiene alla parete con panorami vastissimi tanto sulle cime circostanti che sul dantesco paesaggio di guglie e pinnacoli della Cima Caldoline.Il Sentiero dei Mughi Virginio Quarenghi prosegue ancora a sinistra,dove incontriamo il terzo tratto di corda fissa che aiuta a superare un tratto particolarmente esposto ma privo di difficoltà tecniche0; finita questa,si deve superare un saltino di 5 metri per il quale ci si trova ad usare le mani.Una ulteriore cengia presenta il quarto tratto di corda fissa,tesa per agevolare la traversata in notevole esposizione sui ghiaioni sottostanti,ma sempre senza difficoltà tecniche apprezzabili.La teorie di cenge,canali e vallecole prosegue ininterrotto ed evidente per 200 metri,fino a farci incontrare il quinto tratto di corda fissa,assolutamente non più impegnativo dei precedenti,che porta ad un piccolo ripiano con un abete rosso a destra.Una ulteriore traversata ci porta al sesto ed ultimo tratto di corda fissa, che si presenta breve,ma esposto:è un passo in traversata per il quale conviene l’appoggio sul piede sinistro e l’uscita col destro.Questa traversata segna anche il punto più basso del percorso:comincia qui una risalita, sempre per cenge e attraversamento di canalini,passando per una sorta di arco/ponte di roccia,in direzione di un evidente e particolare fungo roccioso che segna la fine delle difficoltà.Dopo aver ammirato il fungo alla sua base,inizia una ripidissima risalita in mezzo ai mughi fino ad arrivare ad una selletta dalla quale,in direzione Ovest,con andamento pianeggiante,si torna,dopo un percorso aereo e panoramico di circa un’ora,alla Cappella Alpina ed alla Capanna Tita Secchi. DISCESAIl percorso è ad anello: inizia e termina alla Capanna Tita Secchi. CONSIDERAZIONIIl Sentiero dei Mughi Virginio Quarenghi è un percorso attrezzato facile,ma non va assolutamente preso sotto gamba:si tratta pur sempre di un percorso molto aereo,con tratti in forte esposizione e con la possibilità assolutamente non remota di trovare tratti viscidi e/o scivolosi.Per l’escursionista esperto il superamento dei tratti impegnativi (il “Passo del Gatto” del secondo tratto di corda fissa e la traversatine del sesto tratto) risultano tecnicamente molto facili,ma per principianti potrebbero riservare qualche problema. Le attrezzature,inoltre,per quanto assolutamente funzionali,sono all’apparenza piuttosto “rustiche” e “caserecce” (un cavo d’acciaio sottile ancorato alla parete di roccia decisamente non salda con chiodi tradizionali) e potrebbero infondere al precorritore un senso di insicurezza.E’ consigliabile, nonostante la facilità tecnica del percorso,usare l’imbrago ed il kit per la notevole esposizione,ricordando che,tuttavia, l’esposizione è costante anche nei numerosi tratti privi di assicurazione. Detto questo, il Sentiero dei Mughi è un bellissimo giro ad anello aereo ed esposto con panorami a 360°,da consigliare soprattutto a chi voglia godersi angoli di montagna non troppo frequentati. |