STAMPA
HOMEPAGE
RELAZIONE
Via
Ferrata O. Marangoni
Monte
Albano
2014
Dopo
circa 3 anni dalla chiusura,la Via ferrata di Mori viene
riaperta ad aprile 2014 ed a sorpresa di molti viene
completamente stravolta dal punto di vista delle
attrezzature mentre rimane lo stesso il percorso eccetto
piccolissime varianti.
PERCORSO STRADALE
Si raggiunge l'abitato di Mori-Tn,borgata
ubicata a 7 km da Rovereto,sulla strada statale 240 che
collega la Valle dell'Adige con il Lago di Garda. (a 5 min.
dal casello di Rovereto Sud dell'autostrada A22 del
Brennero) è possibile parcheggiare nel comodo ed ampio
parcheggio costeggiante la statale stessa nonchè alcuni
comodi parcheggi all'interno del paese senza però
addentrarsi nel centro storico.
AVVICINAMENTO
Si attraversa il vecchio borgo
-indicazioni - in direzione dell'evidente santuario alle
pendici del Montalbano da dove un breve sentiero porta
all'attacco della Via . Nel punto dell'attacco vi è un
piccolo spiazzo con panca in legno dove indossare le
imbragature mentre è consigliabile indossare subito se non
addirittura prima ancora il casco in quanto ci si accorgerà
poi che lo sviluppo della via porta gli escursionisti
proprio sopra la zona in questione ed una eventuale caduta
accidentale di oggetti o sassi potrebbe interessare proprio
gli escursionisti in fase di avvicinamento.
LA FERRATA
L'inizio -3mt- è piuttosto impegnativo
in quanto bisogna superare un salto di roccia senza fune
tranne una staffa posizionata abbastanza in alto ed il cui
raggiungimento comporta un passaggio in arrampicata libera
all'interno di una fessura con roccia molto levigata. Dopo
avere superato questa difficoltà iniziale, che per le sue
caratteristiche rappresenta un grado di difficoltà superiore
rispetto al resto della Via,si traversa prima a destra poi
si risale uno spigolo attrezzato con alcune cambre
metalliche , si traversa a sinistra utilizzando il cavo ben
teso ,così come nella totalità del percorso, e ci si
addentra in un lungo camino attrezzato su ambo i lati con
cambre uscendone, dopo un breve tratto su roccia levigata e
"sporca" attrezzato con solo cavo , presso uno slargo nel
quale prima della chiusura era possibile abbandonare la
ferrata, a destra, tramite un breve sentiero che riportava
rapidamente all'attacco mentre ora la segnaletica "rientro
d'emergenza" non è più presente anche se il sentiero è
presumibile possa esservi ancora anche se in cattive
condizioni. Si riparte superando un pilone roccioso
particolarmente verticale reso "innocuo" da una folta
presenza di cambre metalliche e così, in breve, si giunge
all'attacco di un lungo ed adrenalinico traverso -Gufo- che
rappresenta uno dei tratti più caratteristici del percorso e
dove probabilmente qualcosa della "vecchia Mori" è rimasto
quanto meno in termini di brivido nell'esposizione ed una
certa tenuta sul cavo anche se i gradini metallici aggiunti
e persino alcune zigrinature artificiali della roccia fatte
nei punti d'appoggio dei piedi hanno sicuramente abbassato
discretamente il grado di difficoltà di questo tratto. Si
affronta il traverso e si alternano passaggi su cambre ad
altri su roccia generalmente piuttosto unta ma, come
anticipato, si notano punti d'appoggio volutamente zigrinati
per migliorare la presa tra roccia e suola . All'estremità
opposta il traverso termina con una sporgenza rocciosa che
viene "scavalcata" tramite 4 appoggi metallici più uno
finale come comodo appiglio per le mani ,si traversa in
diagonale verso destra poi a sinistra arrivando alla base di
un lungo diedro verticale attrezzato con una vistosa serie
di gradini artificiali tra i quali si nota la presenza di
alcune vecchie staffe ormai inutilizzate . Facile traverso a
destra in estrema esposizione e si riparte per un breve
tratto in verticale sempre abbondantemente attrezzato
uscendo su alcune facili roccette attrezzate con solo cavo
in una delle rare zone in cui si trova traccia di
vegetazione . Ci si avvicina ad un affilato spigolo e lo si
aggira con l'aiuto di alcune cambre ed una gradita fessura
per i piedi iniziando così un lungo traverso che senza
apparenti difficoltà ma una certa tensione adrenalinica
conduce verso un pulpito artificiale rappresentato da una
piastra metallica base di partenza per un breve "salto"
verticale che culmina,dopo aver aggirato un ulteriore
spigolo ,all'inizio di un lungo percorso di "trasferimento"
inizialmente rappresentato da un traverso piuttosto ricco di
appoggi per i piedi poi un comodo ed almeno qui inusuale
sentiero ed infine una bella ed ampia cengia rocciosa presso
la quale può essere programmata una sosta. Alla ripartenza
si trova un imponente camino molto bello esteticamente con
il primo passaggio non ancora attrezzato con gradini
artificiali anche se questi arrivano quasi nell'immediato e
la loro disposizione completamente spostata sul lato
sinistro non permettono di "entrare" nel caminone e così,in
linea retta,si guadagna rapidamente l'uscita . Si piega a
destra trovando alcuni facili gradoni rocciosi e ci si
addentra in una lunga cengia piuttosto interessante per
sviluppo e morfologia in quanto inizialmente composta da
grossi massi incastrati fra loro poi si restringe
notevolmente ed in forte esposizione aggira un terzo ed
ultimo spigolo della via,non difficile,ma che richiede
comunque cautela vista l'estrema esposizione che dà quasi la
sensazione di "volare" sull'abitato di Mori, in direzione di
una prima placca leggermente inclinata dalla quale se ne
esce in mezzo ad alcuni grossi massi che segnano l'inizio di
un esposto traverso lungo il quale è già visibile la seconda
lunga placca verticale da percorrere a breve . All'attacco
di questa nuova placca è presente il libro delle firme anche
se per il termine della Via bisogna attendere ancora alcuni
passaggi. Le cambre metalliche assicurano la placca fin dal
primo "stacco" quindi la si risale senza difficoltà degne di
nota effettuando, dopo alcuni metri, un breve spostamente a
destra per proseguire all'interno di un lungo diedro che nel
tratto centrale "spancia" lievemente . Si esce traversando
brevemente a sinistra sfruttando un gradino artificiale e
dopo alcuni metri su traccia di sentiero ed un salto
verticale privo di difficoltà si guadagna la base
dell'ultima placca mentre alla sua sinistra si nota,
parzialmente smantellato, il vecchio percorso che portava ad
un tetto finale piuttosto impegnativo . Ora, invece, la
ridondanza di attrezzature presenti rende quest'ultima
placca di impegno piuttosto modesto eccetto nel caso in cui
qualcuno possa essere giunto fin qui più stanco del previsto
ma in questo caso una sosta rigenerante può servire prima di
percorrere questi ultimi metri che portano al balconcino
sommitale a circa 500mt.
DISCESA
Si risalgono gradoni in legno fino ad
una prima panchina , poi lungo sentiero si giunge ad una
seconda panchina dove la segnaletica indica, a destra, la
direzione da percorrere ed in circa 30' si torna nella zona
del Santuario passando per il bivio incontrato in fase di
avvicinamento. Da notare che il vecchio sentiero attrezzato
che dalla fine della Via ferrata scendeva alla destra,
rispetto al sentiero, ora è stato chiuso.
CONSIDERAZIONI
E' una Via ferrata che dopo molti anni
dalla sua realizzazione -1976- è stata completamente rifatta
con caratteristiche e disposizione delle attrezzature che
ricordano molto le Vie attrezzate francesi. Il percorso che
di per sé sarebbe ricco di diedri-camini-placche viene di
fatto superato attraverso una notevole serie di cambre
metalliche, in linea retta, senza possibilità e necessità di
toccare roccia. Roccia che risultando però piuttosto "unta"
sarebbe comunque di scarso aiuto. Tecnicamente le difficoltà
della "nuova Mori" sono calate notevolmente però
l'esposizione è rimasta ovviamente la stessa e quindi ,in
particolare alcuni traversi, NON sono assolutamente da
banalizzare. In particolare i traversi hanno mantenuto
parzialmente una certa dose adrenalinica che richiede di
muoversi con cautela in quanto raramente, la roccia "unta"
trasmette fiducia negli appoggi dei piedi. A tal proposito
originali alcune zigrinature artificiali create per ovviare
proprio alla mancanza di grip.
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