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Via Ferrata Che Guevara

Montecasale

2014


Il percorso si sviluppa lungo l'imponente parete est del Monte Casale per un dislivello totale di quasi 1400mt.

PERCORSO STRADALE

Giunti a Riva del Garda-Tn,proseguendo a nord ,bisogna oltrepassare Arco,Dro e raggiungere l'abitato di Pietramurata-Tn. Attraversare quest'ultima località in direzione Sarche,completamente fino al cartello che indica la fine della frazione e dove sulla destra si trova un ingrosso ortofrutticolo. A sinistra si seguono le indicazioni per il grande parcheggio posto a circa 500mt e dove è consigliato indossare l'imbrago in quanto alcuni brevi tratti attrezzati,pur non appartenenti al Via vera e propria,non sono lontani.

AVVICINAMENTO

Si procede lungo il perimetro sinistro del complesso minerario,a breve si risale un tratto boschivo e si incontra un tratto di sentiero gradinato ed assicurato con scorrimano metallico,si continua in affannosa salita lungo sentiero,si esce dalla vegetazione (20' dalla partenza) per costeggiare brevemente una parete in direzione del primo tratto verticale che pur non essendo particolarmente impegnativo può essere considerato il più tecnico di tutta la salita in quanto privo di staffe metalliche e con la presenza di roccia che inizialmente lascia spazio ad alcuni divertenti appigli , poi, maggiormente levigata, impone una certa trazione sul cavo. Si esce da questa placconata verticale e si traversa a destra inizialmente lungo un cengione roccioso poi sentiero tralasciando ,ad un bivio,una deviazione a sinistra in direzione di una corda fissa mentre il sentiero prosegue dritto in leggera discesa verso un nuovo tratto attrezzato costituito da alcuni "salti" rocciosi privi di difficoltà ,discontinui ed attrezzati,dove necessario,con alcune comode staffe che caratterizzeranno poi gran parte della Via. Eccoci ad un terrazzo detritico a quota 550mt. Qui arrivava il vecchio percorso di avvicinamento quando,questi, si sviluppava sulla destra della cava. Da qui in avanti il vecchio e nuovo percorso coincidono ed infatti i vicini cavi metallici sono visibilmente più datati dei precedenti e li si raggiungono tramite un breve sentiero. Divertenti roccette arrampicabili si alternano ad alcune placchette attrezzate con staffe e facili gradoni dove la difficoltà maggiore stà nel non smuovere il materiale detritico presente. Nel mezzo di tanta roccia,un inaspettato sentiero panoramico conduce rapidamente alla base dell'incombente placconata; alcuni facili e divertenti passaggi in arrampicata libera per superare uno spuntone roccioso dietro il quale si "nasconde" l'effettivo attacco della Che Guevara che però,visti ormai i molteplici passaggi attrezzati presenti per l'avvicinamento,potrebbe ormai essere anticipato notevolmente. Ci troviamo a quota 675mt ed a circa 1.20h dall'inizio della salita.

LA FERRATA

Pochi metri a destra e si sale in verticale con roccia gradinata ed interrotta da piccole cengette panoramiche con il Lago di Toblino che inizia ad allietare il cammino. La verticalità e l'esposizione della salita aumentano ma non le difficoltà in quanto la qualità della roccia e la disposizione di appoggi per i piedi rendono piacevole la progressione senza affaticare le braccia pur non mancando comunque eventuali punti di sosta. Stretta ed esposta cengetta si perviene a quota 735mt con la parte alta della parete che,strapiombante, sembra "precipitare" verso il basso. Si lascia quota 735 superando da prima un susseguirsi di levigati gradoni piuttosto appoggiati ,poi una placchetta attrezzata,passando per un ampio pulpito panoramico ,in direzione di una grande placca molto levigata inevitabilmente attrezzata con staffe che permettono di superarla agevolmente permettendo,a metà,un lieve traverso a destra . Alcuni metri di fondo piuttosto "sporco" richiedono attenzione nella progressione ed una nuova scritta ci indica la quota: 820mt. Tre staffe conducono ,dopo un breve trasferimento senza cavo, ad alcune facili roccette in libera anche se a breve si ritrovano le attrezzature metalliche che assicurano per alcuni metri delle placchette levigate. Breve cengia,che vista la forte esposizione richiede comunque di assicurarsi al cavo,e si inizia una sezione del percorso caratterizzata da facili gradoni con il cavo che funge in parte da scorrimano mantenendo comunque l'accortezza di non smuovere l'abbondante materiale detritico presente . Con un pò di affanno si guadagna lentamente quota e si raggiunge una zona del percorso con caratteristiche,ora,del tutto diverse dalle attuali in quanto la placconata che ci sovrasta deve essere superata inizialmente da 3 paretine levigate ma piuttosto brevi poi,dopo una esposta cengia panoramica dalla quale si inizia ad intravedere il lago di Cavedine ,quella che forse è la placca più lunga dell'intera salita ma sempre attrezzata con staffe che garantiscono una progressione piuttosto facile anche se impressione l'estrema levigatezza della roccia. Si inizia quindi questa lunga risalita verticale raggiungendo una quota intorno ai 1100mt uscendone su comodo pulpito mentre il percorso modifica nuovamente le sue caratteristiche ritrovano una roccia molto più appoggiata e gradinata con il cavo inizialmente piuttosto lasco per un piolo divelto . Si prosegue senza particolari difficoltà anche se il dislivello finora percorso inizia a farsi sentire. Brevi passaggini in "appoggio" si alternano a tratti di comodo sentiero e finalmente si risalgono i 100mt che ci separano dalla nicchia in legno contenente il libro delle firme situata,quasi a sorpresa,lungo una cengia (Maurizio) tra roccia e vegetazione. Siamo a quota 1200mt dopo aver camminato per circa 3,30h. La soddisfazione è palpabile ma la salita termina a quota 1630mt questo significa che vi è ancora "qualcosa" da dare e vista ancora la presenza di qualche passaggio attrezzato,pur modesto,è il caso di mantenere l'imbrago ed il casco. Rientrato l'entusiasmo,si riparte lungo sentiero incontrando un breve passaggio su roccette ,poi alcuni metri "delicati" su fondo piuttosto franoso,una placca isolata ed attrezzata ed un canalone piuttosto franoso che grazie ad una fune tesa da parte a parte si attraversa da destra a sinistra per circa 50mt e volgendo lo sguardo nella direzione alta del canale stesso si vede la croce sommitale da raggiungere. Da qui si deve considerare ancora circa 1.00h per la vetta. Usciti celermente dall'insidioso canalone si entra nella vegetazione ed una timida scritta "facile" indica presumibilmente la possibilità di proseguire,a sinistra,lungo sentiero boschivo mentre continuando lungo la linea si salita principale si ritrovano alcuni "salti" rocciosi attrezzati e divertenti tra i quali anche un franoso canalino in uscita dal quale si percorrono alcuni metri in ripida salita lungo breve sentiero sicuramente insidioso se bagnato e quasi inaspettatamente,anche se cosa piuttosto gradita,ci si ritrova alla stessa altezza della croce sommitale -1630mt- presso la quale si giunge attraversando in piano un verdeggiante pascolo. Al panorama che fin qui ci ha accompagnato ovvero Laghi di Toblino-Cavedine-Garda,Monte Stivo-Bondone-Baldo si aggiunge ora,sul versante opposto,il "vicino" Gruppo del Brenta. A qualche centinaia di metri dalla croce si trova il rifugio della Sat "Don Zio" generalmente aperto nel periodo estivo.

DISCESA

Il ritorno,molto lungo, parte dal rifugio presso il quale si trova il cartello che segnala la discesa per il paese di Sarche lungo sentiero n.427. Comodamente,prima tra i pascoli quindi nel folto della faggeta,si perde quota rapidamente sino a Godesi-1300mt. Si giunge al bivio ben segnalato da cartelli e si mantiene la destra: per un breve tratto si traversa nel folto con scarsi dislivelli per poi calare di nuovo ripidamente nel sottobosco. A quota 660mt si esce dalla faggeta per passare nel prato ove si trova una casa forestale; subito oltre,il sentiero si fa un po’ più scomodo "sfociando" su fondo sassoso,ma sempre senza particolari difficoltà si prosegue sino a raggiungere la statale che unisce Sarche a Comano Terme (2,20h dal rifugio Don Zio - qui si può parcheggiare una eventuale seconda auto). Si risale la strada per pochi metri verso destra sino all’evidente tornante ove si separa sulla sinistra il sentiero n.427b. Si segue quest'ultimo nella boscaglia per un breve tratto sino a guadagnare le prime case di Sarche. La segnaletica indica ora la larga mulattiera chiusa al traffico in direzione di Pietramurata,da notare alle nostre spalle il Piccolo Dain dove si sviluppa la Via ferrata Pisetta. Prima tra i vigneti quindi subito a destra del fiume,si procede parecchio lungo il tratto piano sino a confluire nella statale che unisce Pietramurata a Sarche. A destra per una breve frazione sino al bivio a destra che conduce al parcheggio della partenza presso la grande cava. (3.00 h ca. dal rifugio Don Zio).

CONSIDERAZIONI

In sintesi questa escursione non è assolutamente di difficile livello tecnico ma interminabile nella sua lunghezza e con una continua esposizione al sole giusto per questo è il caso di partire con grandi quantità di liquidi e sconsigliata nei periodi più caldi come quelli estivi. Il sentiero per l'attacco della via costeggia come precisato nella relazione una cava e per questo motivo possono esserci alcune deviazioni o variazioni nel tempo che richiedono una certa attenzione. Da notare che ormai da alcuni anni l'attuale sentiero di rientro n.427 ha sostituito il vecchio sentiero n.426 che,a ragione,veniva considerato più pericoloso ed impegnativo della ferrata stessa. Da notare anche il notevole ed instabile materiale detritico presente.