Via Ferrata "Ciao Miki" segnalata da Paolo Favero e Luca Farinella - 2003
AVVICINAMENTO
Ad
Oropa
(Biella),con
la funivia,in prossimità del Santuario
(1200mt),si
sale ad Oropa Sport
(1813mt).Seguendo
il sentiero D23
(a sinistra
dall'uscita della funivia,transitando a fianco del rifugio
Savoia) in 50' si è all'attacco (Colle
Chardon 2221mt). LA FERRATA Qui,l'ormai solita ma preziosa targa ci ricorda le minime norme di sicurezza da osservare.Iniziando l'ascesa si apprezza fin da subito l'ottimo lavoro fatto:"ferratura" di tutto rispetto(!!!),con generoso cavo d'acciaio e gradini tipo "MARINARO" in esubero (anche ogni 30cm.).Ciò fa si che la Via,nonostante in alcuni tratti l'esposizione a cui è sottoposto il "ferratista" sia notevole,assuma carattere di percorso didattico.Adottando il moschettonaggio alternato (cavo+ gradino) sui passaggi complessi si acquisisce sicurezza,si evita "l'incrodatura" e si procede con serenità.Si affronta questa prima,corta,possente roccaforte scalando alternativamente:su piccoli diedri,ora a destra ora a sinistra;spuntoni e roccette emergenti;brevi placche verticali,a volte leggermente strapiombanti e,per condire il tutto,anche qualche piccolo tetto obliquo.Raggiunta e superata la sommità si perde quota discendendo dalla parte opposta e seguendo con lo sguardo la fune d'acciaio in lontananza, stupisce apprendere che la Via corre lungo il crinale spartiacque fra le Regioni Piemonte e Valle d'Aosta.Si ha così l'opportunità di apprezzare la splendida vista sul maestoso massiccio del Monte Rosa (4637mt) al quale fanno da corollario le più belle vette delle Alpi Pennine.Si prosegue.Percorrendo la seconda breve tratta verticale si ha subito la conferma della similitudine con la precedente scalata.La stessa impressione accompagnerà l'escursionista fino al termine di "Ciao Miki",seppur intercalata da brevissimi tragitti di tipico sentiero su cresta,a volte molto esposto.Infido in caso di umidità o bagnato,a causa dell'erba,tanto da consigliare la tecnica di "progressione in conserva".Inaspettatamente,ben prima che ce lo si aspetti,il bel granito serizzo,lascia spazio al vero e proprio sentiero di cresta,attrezzato con una "grossa corda" al posto del ben più rassicurante "cavo d'acciaio".Il cambiamento indica che la Via Ferrata è terminata.Proseguendo con un'estenuante sgroppata fra roccette instabili e snervanti saliscendi,si giunge in cima al monte Mars (2600mt-2.30h) dove una piccola croce ed alcune targhe commemorative ci accolgono e il panorama a 360° avvolge lo spettatore e lo induce a ripetere più volte il nome delle vette riconosciute:il Cervino,il Bianco,il Gran Paradiso e.. forse?Il Monviso!.E giù,giù.perfino l'Appennino!. DISCESA Seguire,attraversando il versante SUD,il sentiero D23 che,ricongiungendosi con la tratta già percorsa in salita,riporta alla funivia. CONSIDERAZIONI Le Alpi biellesi, come destino per tutte quelle montagne che occhieggiano la pianura,sono tormentate per moltissimi giorni l'anno da nebbie fitte e, in particolar modo durante l'estate, risulta estremamente facile imbattersi in acquazzoni pomeridiani.Quindi si raccomanda la massima prudenza nell'affrontare e programmare le proprie ascensioni. |