Via Ferrata delle Mesules Piz Fassa 2007
AVVICINAMENTO Partenza dal parcheggio del passo Sella (2240mt),più precisamente l'inizio del sentiero (n.649) che abbandona la strada asfaltata del passo si trova,a sinistra,alcune decine di metri prima dell'albergo Maria Flora arrivando dalla Val Gardena dove un primo cartello indica l'esatta direzione.In avvicinamento al versante Ovest del Sella si traversa in lieve salita alla base delle Torri del Sella inizialmente su terreno erboso poi avanzando su materiale detritico ed in circa 30' si raggiunge l'attacco della via (2290mt) mentre alle nostre spalle,maestoso,fà bella mostra di sè il Sasso Lungo. LA FERRATA
Il
cavo metallico è raggiungibile dopo 2-3 metri di roccette non attrezzate e ormai da anni è stato spostato a destra rispetto
all'originale.Si traversa
inizialmente in diagonale a sinistra
ma
ben presto si inizia la risalita verticale della via
affrontando una fessura da prima gradinata passando poi
ad un lungo tratto attrezzato con pioli metallici
che
alterna passaggi con roccia levigata
ad altri dove la presa è sicuramente
migliore.Si
guadagna circa un centinaio di metri di quota raggiungendo così una breve
cengia che,alla nostra destra,porta
alla base del primo tratto chiave della via,sia per spettacolarità che per
impegno,rappresentato inizialmente da una profonda fenditura da superare
senza cavo di sicurezza eccetto una staffa nel tratto alto con almeno un passaggio di
II° in una situazione
in cui potrebbe essere utile avere una corda per assicurare eventualmente
persone in difficoltà.Si fuoriesce dalla fenditura,si scende brevemente ad un
pulpito di sosta ed è naturale volgere lo sguardo al tratto appena percorso in quanto molto suggestivo
inoltre
una breve sosta non guasta prima di risalire la scaletta metallica in quanto
siamo a pochi passi dal secondo punto chiave della via,stavolta non
rappresentato da una fenditura bensì da un "caminone" di una ventina
di metri attrezzato con gradini in ferro ancorati alla parete.I gradini,cui ci si può assicurare con i
moschettoni,non salgono verticalmente ma spostandosi progressivamente sulla
destra ed è necessario procedere con cautela,eventualmente
puntando la schiena anche sulla parete opposta (quella di valle),per evitare di
perdere l’equilibrio sotto il peso dello zaino.Gli ultimi gradini sono
fissati sulla parete opposta (di valle),sicchè è necessario fare attenzione
perché,per la limitatezza dello spazio a disposizione,il carico e
l’ingombro dello zaino possono ostacolare la rotazione del corpo di 180°
necessaria per invertire il senso di salita.Spettacolare l’uscita alla sommità
della gradinata:essendo il diedro coperto orizzontalmente,il percorso aggira
sulla sinistra la roccia di valle riportandoci all’esterno su
un’esile terrazzino,da dove una seconda scala in ferro ci fa subito
innalzare di quota di qualche metro.Il passaggio è molto esposto ma,in
compenso,risulta perfettamente attrezzato e davvero spettacolare.Superata
la scaletta,ancora un breve tratto con roccia levigata poi
la progressione risulta più semplice in quanto la roccia molto
frastagliata offre più possibilità di appigli,una terza scaletta agevola
ulteriormente la progressione e
si guadagna quota senza incontrare particolari difficoltà alternando brevi
tratti verticali all'interno di fessure ad
altrettanti brevi tratti in traversata.Breve
sentiero a mezzacosta,alcune facili roccette e
si raggiunge la
base di un'ampia conca detritica nella quale ci si addentra in completa ammirazione mentre
sotto di noi si mostra in tutta la sua bellezza la Val Gardena arricchita
dal fascino del gruppo Odle-Puez.Rapidamente
ci si avvicina al margine destro della conca dove solo i primi metri sono ancora
attrezzati e
poi una lunga traversata su traccia di sentiero (segnavia bianco-rossi) indubbiamente più affannosa
nella seconda parte (tornanti nel ghiaione) che porta in circa 30' senza nessuna difficoltà ad
immergersi verso l'altipiano delle Mesule raggiungendo così la sella
detritica racchiusa tra la cresta spiovente del Piz Ciavazzes ed il lati sud del
Piz Selva,proprio quest'ultimo sarà l'obiettivo terminale della nostra salita.Lasciamo
dopo una breve ma sicuramente benefica sosta la sella,dalla
quale il panorama si conferma strepitoso,seguendo i segnavia verniciati sulla roccia
inizialmente lungo una breve ed
esposta cengia poi
nuovamente in verticale superando tratti attrezzati mai impegnativi anzi
talvolta utilizzando il cavo esclusivamente come scorrimano all'interno
di un canalino gradinato.Ci si addentra in
un paesaggio sempre più strepitoso ricco di pinnacoli molto suggestivi,la cima è ormai molto
vicina,tempo di superare ancora alcune roccette,un
comodo sentiero,e si sbuca letteralmente sull'altipiano delle Mesule.Lasciamo il terrazzo detritico
ed in pochi minuti raggiungiamo la tanta sospirata ampia vetta del Piz
Selva (2940mt) dopo circa 3.00h dall'attacco.Ad
est il paesaggio lunare dell’altipiano delle Mesules e del Sella con il Piz
Boè a dominare la scena e la Marmolada sullo sfondo,ad ovest il massiccio del
Sassolungo,il Catinaccio,a nord le Odle con il gruppo del Puez ed i Cir sopra
Passo Gardena;in lontananza ad est si scorgono le Tofane,il Cristallo e l’Antelao,e
a sud le Pale di S. Martino con la Fradusta,la Cima Vezzana ed il Cimon della
Pala. DISCESA Tolta l'imbragatura si inizia il ritorno che in pratica nella prima parte non è altro che una lunga traversata e già in partenza offre una doppia possibilità infatti pochi metri sotto la vetta si trova la segnaletica che non lascia alternativa indicando come unico ritorno il sentiero n.649 lungo l'altipiano delle Mesules.La seconda possibilità consiste nel trascurare la prima segnaletica e quindi l'evidente traccia di sentiero proseguendo invece già dal Piz Selva,in quota,verso nord lungo la spettacolare cresta delle Mesules "toccando" così dapprima la vetta del Piz Gralba (2972mt) e poi del Piz Miara (2965mt) dove è posto un grande crocefisso. Dal Piz Miara si scende alla Forcella dei Camosci (2920mt-qui una traccia di sentiero permette la discesa nel versante Gardena) e da qui i segnavia bianco-rossi portano rapidamente alla Sella Pisciadù (2910mt) dove proseguendo a sud-est (destra) si incrocia in basso la traccia di sentiero da percorrere optando per la prima alternativa. A questo punto le due possibili varianti si unisco e si prosegue in direzione del piano carsico della Forcella d'Antersass,si incontra un paletto con ricca segnaletica e si giunge dopo circa 1.40h alla forcella dalla quale in effetti inizia la vera discesa attraverso il sentiero n.647 che devia a destra rispetto al tracciato percorso finora. Inizialmente si attraversa ancora l'altipiano detritico delle Mesules dove alcuni ometti di pietra fanno da guida ma in breve ci si "immerge" nella selvaggia Val Lasties che si percorre in tutta la sua lunghezza fino a raggiungere il Pian de Sella (2053mt) dopo circa 1.30h dalla Forcella d'Antersass. Sotto di noi ora vediamo la strada che porta al passo Sella dal versante Pordoi,strada che dobbiamo raggiungere ora in circa 40' procedendo a destra a quest'ultimo bivio tramite sentiero n.656 oltrepassando,prima di entrare nel bosco,un simpatico torrente. Giunti su strada asfaltata bisogna risalire 7 tornanti per riportarsi al Passo. CONSIDERAZIONI Varie le considerazioni che si potrebbero fare davanti ad escursioni di tale portata. Principalmente ci teniamo a specificare una particolarità riguardante il percorso di ritorno. Oltre alla già citata alternativa possibile in partenza dal Piz Selva,si può optare per un'ulteriore variante:se si sceglie come via di ritorno il sentiero n.649,quindi quello indicato dalla segnaletica presente poco sotto il Piz Selva,dopo circa 15-20' di marcia,con un pò d'intuito in quanto non segnalata,si nota alla destra una traccia che scende in direzione della Val Lasties ed evita in gran parte tutta la traversata dell'altipiano evitando così di passare per la Forcella d'Antersass. La traccia porta all'interno di un canalone con brevi tratti attrezzati ed incrocia più in basso nuovamente il sentiero n.647.E' una variante di cui difficilmente si trovano indicazioni sui testi ed anche sulle cartine,quando segnalata,lo è in modo poco marcato in quanto viene utilizzata sopratutto dalle guide per ritornare a valle con i clienti ed ha margini di sicurezza inferiori rispetto al percorso tradizionale quindi la scelta della via è a discrezione del singolo escursionista. Indipendentemente dalla via intrapresa nel ritorno,si finisce la discesa sempre nello stesso tratto di strada asfaltata quindi sarebbe sicuramente utile la presenza di una seconda macchina. Per quanto riguarda invece,nello specifico,considerazioni sulla via ferrata delle Mesule è giusto dire che non raggiunge,mediamente,difficoltà tecniche tali da giustificarne il giudizio così severo presente in molti testi tuttavia è da tener conto che non ha vie di fuga in caso di imprevisti quindi consultare accuratamente le previsioni meteo ed affrontarla solo se adeguatamente allenati. |