Sentiero Attrezzato Anita Goitan Jôf Fuart
segnalato
da Enrico Tomasin
AVVICINAMENTO Punto di partenza dell’escursione è il centro sciistico di Sella Nevea (1150mt),frazione di Chiusaforte;in corrispondenza del punto più elevato della località un ampio piazzale con tabelle segnavia offre possibilità di parcheggio.Lungo il sentiero CAI 625 si risale prima nel bosco,toccando Casera Cregnedul di Sopra e poi in obliquo su ripidi pendii prima boscosi e in seguito prativi fino al passo degli Scalini (2022mt).Con leggera discesa e con un lungo percorso in quota,costeggiando la parete delle Gocce e la base dell’Ago di Villacco,si raggiunge il rifugio Corsi (1874mt;2, 30h dal parcheggio).Dal rifugio si segue una traccia evidente verso nordovest (segnavia CAI 627) che sale alla forcella di Riofreddo (2240mt) in circa 1h,superando nell’ultimo tratto facili roccette protette (attenzione alla possibile caduta di sassi). LA FERRATA Indossata,alla forcella.l’attrezzatura di autoassicurazione si seguono le segnalazioni del sentiero Goitan che conducono verso meridione.Guadagnata leggermente quota per facili roccette (solo a tratti attrezzate) si segue un ampio cengione detritico per diversi metri,fino al punto in cui questo si stringe;inizia ora il tratto più spettacolare del percorso:i corrimano e pochi pioli consentono di superare senza problemi strettissime cornici.Alcuni passaggi attrezzati conducono così alla forcella dell’Innominata (2410mt);si presentano ora due possibilità da scegliere in base alle condizioni dell’innevamento:seguire il cengione detritico sul versante settentrionale oppure salire e ridiscendere lungo canalini e fessure sul lato meridionale,fino a raggiungere la forcella che divide Innominata e Madri dei Camosci.La variante nord è preferibile per gli scorci panoramici in direzione del rifugio Pellarini ma,a causa del suo orientamento presenta spesso neve fino a stagione inoltrata,rendendo in quel caso utili piccozza ed eventualmente ramponi;il saliscendi sul versante meridionale è tecnicamente più impegnativo e faticoso ma aggira il problema dell’eventuale innevamento.Una risalita su ripidi lastroni attrezzati riconduce su un tratto della cengia ampio e comodo,un vero giardino pensile;dopo poco si incontra il bivio con la via normale allo Jôf Fuart (1,30h).Raggiunto l’incrocio con la via normale alla cima che sale dal rifugio Corsi la si percorre per circa 45'.lungo ripidi pendii di roccette,verdi e sfasciumi sino al roccioso crestone che conduce alla vetta (2666mt;Madonnina e libro di vetta). DISCESA
Ridiscesi al bivio si prosegue in direzione meridionale per
tracce di sentiero in quota,scendendo infine alcuni ripidi canalini attrezzati
fino alla forcella Mosè
(2271mt;1,30h
dalla cima,possibilità di discesa diretta al rifugio
Corsi;il nome deriva dalla particolare conformazione di un
roccione nei pressi dell’insellatura).Il sentiero Goitan risale invece verso le cime
Castrein,che si raggiungono
superando prima alcune roccette attrezzate e in seguito ripidi pendii di erba e
rocce (la cima principale,2502mt,non viene raggiunta direttamente dal
sentiero);guadagnata una facile cresta si incontra ad ogni passo ciò che
rimane delle postazioni e dei camminamenti risalenti alla Grande Guerra,testimonianza e monito.La discesa
alla forcella Lavinal dell’Orso
(2271mt)
segue una traccia,fra i verdi pendii,molto ripida ma priva di difficoltà tecniche
(1,30h
da forcella Mosè).Dalla forcella si scende lungo un ampio vallone
(segnavia CAI 628,possibilità di incontrare nevai) fino a imbattersi
nel sentiero CAI 625 percorso in salita;si risale così al passo degli Scalini e
da qui si ritorna a Sella Nevea
(2h circa
dalla fine del sentiero). Il pioniere e cantore delle alpi Giulie non poteva dunque battezzare in altro modo che "Cengia degli Dei" il percorso circolare che abbraccia l’intero gruppo dello Jôf Fuart per circa 6 km.La prima traversata integrale si deve al fortissimo alpinista triestino Emilio Comici,che la percorse nel 1930,superando difficoltà in roccia sino al IV+.Il sentiero attrezzato Anita Goitan (concluso nel 1973 e dedicato alla memoria di un’alpinista triestina) percorre un tratto,il più agevole e accessibile, di questa lunghissima cengia;collegando le forcelle di Riofreddo e Lavinal Dell’Orso consente di raggiungere con brevi deviazioni su tracciati alpinistici di difficoltà moderata diverse cime minori del gruppo delle Madri dei Camosci,oltre a fornire una comoda via di ritorno in Val Saisera (tramite le suddette forcelle,passando per il bivacco Mazzeni oppure per la selvaggia valle di Riofreddo) per gli alpinisti che abbiano salito le più impegnative vie dei versanti settentrionali,dalla più semplice Gola Nord Est fino ai classici itinerari di alta difficoltà tracciati da Deye,Peters e Comici sulle pareti della cima di Riofreddo o delle Madri dei Camosci.La combinazione qui suggerita,il percorso integrale del sentiero e la salita alla cima dello Jôf Fuart per la via normale,è solo una delle numerose possibili:il dislivello e la lunghezza del percorso sconsigliano ai meno allenati,o anche solo a chi voglia sostare un po’ più a lungo sulle ampie cenge rubando un po’ di posto agli dei,di percorre l’itinerario in giornata oppure nella sua interezza.Si potrà dunque dividere il percorso in due escursioni (forcella Riofreddo-forcella Mosè in un’occasione e Cime Castrein in un’altra) oppure prevedere un pernottamento al comodo rifugio Corsi. |