Via Ferrata G. Sega Monte Coalaz 2014
Ferrata molto particolare in quanto la si raggiunge dopo un lungo e ripido sentiero in mezzo al bosco per cui a tutto si pensa tranne al fatto di poter trovare una parete -Monte Coalàz- lungo il quale poter fissare una ferrata ed invece all'improvviso ci si trova dinnanzi ad un enorme conca rocciosa che lascia senza fiato per le sue dimensioni. PERCORSO STRADALE Partenza da Avio-Tn- comodamente raggiungibile con l'autostrada del Brennero ed alcuni chilometri poi di strada secondaria seguendo continuamente la direzione Monte Baldo (3km) e piccolo parcheggio con tabellone turistico in curva sul primo tornante -310mt- entrando nella Val dei Molini. AVVICINAMENTO Come detto si percorre il lungo sentiero attraverso una "foresta" di latifoglie tramite il sentiero n.652-685 inizialmente costituito da una mulattiera che porta ripidamente ad oltre 500mt di altitudine e poi tenendo sempre la destra si continua a salire forse in modo un pò meno ripido fino al bivio principale -1.00h- dove abbandoniamo il n.652 che prosegue a sinistra e che ritroveremo nel ritorno e,mantenendoci sulla destra,proseguiamo con il n.685 verso il torrente Aviana dove 2 spezzoni di cavo ne agevolano il guado. Nelle immediate vicinanze si trova la cascata Preafessa mentre,proseguendo,ci si avvicina lentamente alla parete rocciosa sulla sinistra dove dopo circa 30' si trova,sempre alla sinistra,il cartello dell'attacco in un anfiteatro roccioso piuttosto suggestivo ed impressionante. L'imbrago è consigliabile indossarlo alcuni metri prima dell'attacco dove un tetto roccioso ed una larga cengia proteggono da eventuali cadute sassi visto che lo sviluppo della via è perpendicolare agli ultimi metri di avvicinamento. LA FERRATA Pochi metri per superare facili roccette non attrezzate ed ecco l'inizio delle attrezzature rappresentato da una scala metallica in uscita dalla quale alcuni metri di cavo ,che fungono prevalentemente da scorrimano, risalgono un tratto di terreno piuttosto sabbioso che richiede cautela per evitare di scaricare materiale direttamente alla base della via. I metri finali di questo breve tratto si svolgono su roccette più stabili ed è importante mantenere la linea del cavo -destra- per evitare di spostarsi a sinistra dove il percorso invita al passaggio ma vi è la presenza di molto materiale detritico piuttosto pericoloso per chi ci segue. Si giunge presso un comodo pianerottolo dal quale si ha una visione completa del tratto appena risalito mentre davanti a noi si prospetta una lunga cengia assicurata con cavo,molto esposta ma priva di difficoltà tecniche. La si percorre,inizialmente piuttosto larga poi si affila,il cavo aggira a destra la parete ed a breve la cengia si "perde" nella vegetazione arrivando alla base di un innocuo "salto" roccioso ed a breve ci si ritrova in ripida salita nel bosco in direzione di un secondo passaggio attrezzato anch'esso piuttosto semplice. Rapidamente si piega a destra lungo sentiero e dove l'esposizione aumenta si ritrova il cavo d'assicurazione anche perché improvvisamente riappare la parete rocciosa che inizialmente porta ad aggirare un esposto spigolo e successivamente ad un piano praticamente superiore alla precedente ,ma in senso contrario,si ritrova una lunga cengia che ,nel proseguo,non richede la presenza di funi metalliche vista la notevole larghezza . Si è sovrastati da un enorme tetto di roccia strapiombante e la suggestione del luogo porta inevitabilmente ,nel percorrere la lunga cengia ,ad una serie di scatti fotografici per immortale queste sensazioni. Alle nostre spalle la parte iniziale della cengia,lateralmente la sottostante Valle dei Molini e sotto di noi la prima cengia percorsa che ,da qua, appare davvero molto più "sottile". Si rientra nella boscaglia ,agevolati da uno scorrimano metallico,e ci si lascia definitivamente alle spalle questo ambiente cosi particolare per risalire alcuni metri attraverso comodo sentiero incontrando dopo alcuni minuti un breve "salto" attrezzato che si supera con l'ausilio di 2 pioli metallici mentre il cavo prosegue alcuni metri anche oltre questo passaggio e conduce al vicino libro delle firme che trae in inganno in quanto la Via non è per nulla terminata,anzi,ci aspetta più avanti il tratto tecnicamente più interessante. Dopo alcuni metri nella vegetazione il cavo termina e ci si ritrova a dover risalire una decina di metri di terreno piuttosto instabile e scivoloso dove la probabilità di smuovere materiale è davvero alta quindi la salita richiede molta cautela tornando così utili i vari rami presenti per controllare la progressione. Al termine della breve ma intensa risalita si giunge su un bel pulpito molto panoramico dal quale la vista spazia sulla valle dei Molini e sulla sottostante Val d’Adige. Qui è consigliabile una sosta rifocillante senza togliere l'imbrago in quanto dopo la ripartenza ecco che si presenta, un po' a sorpresa, l'ultima parte della Via peraltro la più impegnativa e nello stesso tempo divertente. Breve sentiero ed in uscita dalla vegetazione eccoci davanti ad una bella parete piuttosto verticale ma nello stesso tempo molto appigliata che diverte ed impegna meno della prima sensazione che si prova nel vederla. Così, tra un appiglio e l'altro, si supera questa decina di metri e dopo un breve trasferimento attrezzato su terreno misto ecco la seconda ed ultima sorpresa rappresentata da un bel diedro verticale di cui subito si nota la ricchezza di appoggi . Pochi e divertenti metri di arrampicata comunque sempre attrezzata ed il cavo piega a sinistra verso 2 massi separati da un ampia fessura. Si risale lungo lo spallone di quello di sinistra in ottima aderenza ed in spaccata,su quello di destra per terminare cosi la Via ferrata senza, purtroppo, la classica cima ma bensì un semplice sentiero prativo comunque divertiti da quest'ultimi tratti più tecnici - 1150mt ca. Si raggiunge la parte alta dell'intera escursione proseguendo ancora per circa 5' fino a raggiungere i vicini pascoli. DISCESA Immersi nei pascoli si percorre a sinistra la carrareccia e si attraversa l'altipiano prativo,trovando talvolta chiare indicazioni, fino a raggiungere dopo circa 40' la chiesetta della Madonna della Neve. Lasciata a sinistra quest'ultima,si procede fino al vicinissimo bivio ove una chiara segnaletica indica tra le varie possibilità la direzione,a sinistra,per Avio ovvero il ritorno all'auto. Inizialmente su strada sterrata,poi lungo sentiero ci si inoltra in uno stretto e suggestivo vallone racchiuso tra "sinistre" pareti rocciose passando prima per il ponte della Balanza a quota 980mt. In circa 30' dal ponte ci si ritrova presso il bivio per la cascata Preafessa -700mt,già incontrato all'andata,e da qui si ripercorre il tragitto compiuto alla salita fino a riguadagnare il punto di partenza presso il parcheggio. CONSIDERAZIONI Una Via ferrata con un avvicinamento piuttosto lungo anche se qualcuno potrebbe pensare di salire con l'auto presso il rifugio Monte Baldo,scendere a piedi fino al bivio per la cascata e da qui dirigersi all'attacco ritrovando così l'auto per la discesa ed accorciare parzialmente la salita per l'attacco. Il punto chiave della Via,che generalmente viene inserito all'inizio,in questo caso lo si trova al termine anche se comunque senza particolari difficoltà. Un anfiteatro roccioso iniziale grandioso che contrasta poi con la seconda metà della Via in gran parte boschiva e quindi un po' deludente. La bassa quota ne può consigliare la percorribilità anche in stagione inoltrata evitando però le giornate estive per via dell'eccessivo calore. |