Via Ferrata dei Finanzieri Colàc 2016
PERCORSO STRADALELuogo di partenza per l'avvicinamento alla Via è il parcheggio della funivia del Ciampac ad Alba di Canazei-Tn, località della Val di Fassa, raggiungibile utilizzando diverse strade, anche se la più comoda e diretta è la SS48 delle Dolomiti che, dall'uscita dell'A22 del Brennero, attraversa la Val di Fiemme prima e la Val di Fassa poi, toccando alcuni dei più noti centri turistici delle Dolomiti. AVVICINAMENTODal parcheggio - 1520mt, a piedi o con la funivia del Ciampac con partenze ogni 30’, si raggiunge la stazione a monte della funivia 2060mt direttamente alla base del massiccio del Colac. Si percorre un breve tragitto in discesa, a sinistra rispetto alla direzione di salita, seguendo le indicazioni per continuare poi su un breve sentiero che si snoda a zig zag nel ghiaione che porta all'attacco della ferrata-2150mt. LA FERRATASi "attacca" la Via affrontando alcune facili roccette attrezzate con solo cavo che ben presto termina a favore di un lungo sentiero di trasferimento verso la base della bastionata rocciosa superiore lungo la quale si sviluppa in effetti la "vera" ferrata. Si supera un facile salto roccioso e si traversa a sinistra in discreta esposizione ma senza trovare particolari difficoltà attraversando in leggera discesa un canalino detritico per risalire poi sul lato opposto di quest'ultimo dove alcune roccette, sempre assicurate con cavo, conducono all'attacco di una placconata particolarmente inclinata. Alla base di questo "scivolo roccioso" si supera inizialmente una fessura con roccia particolarmente levigata, in aderenza con una certa trazione sul cavo, poi un breve sentiero ed una successiva cengetta portano verso una serie di staffe metalliche che assicurano la risalita della rampa particolarmente levigata e spesso umida arrivando così, un pò affannosamente vista la posizione ripiegata in avanti, alla base della parete sommitale. Questa lunga placconata con caratteristiche di "diedro abbattuto" non offre particolari difficoltà tecniche trovandosi ad utilizzare spesso il cavo solo come scorrimano ma essendo caratterizzata da una roccia levigata e spesso umida richiede attenzione e costante assicurazione al cavo in quanto una caduta risulterebbe probabilmente fatale inoltre essendo sovrastata dalla verticale e strapiombante paretona superiore lungo la quale si trova abbondante quantità di materiale detritico instabile è pericolosamente soggetta alla caduta di massi che viste appunto le caratteristiche della parete sovrastante ne rende eventualmente visibile la caduta praticamente solo poco prima dell'impatto. Si inizia quindi la risalita della parete sfruttando inizialmente alcune innocue e divertenti roccette ed una brevissima risalita levigata in diagonale che impone inizialmente una trazione sul cavo poi attrezzata anche son alcune cambre metalliche che permette di guadagnare la base di quello che viene considerato il tratto chiave della Finanzieri costituito da una serie di brevi diedri molto ben attrezzati che risultano leggermente strapiombanti ed estremamente esposti. Probabilmente la scelta di indirizzare la Via all'interno di questi camini è stata dovuta anche alla necessità di evitare il più possibile i tratti più soggetti alla caduta pietre. Si affronta allora la prima serie di staffe che si sviluppa totalmente sul lato destro del primo diedro, si sale in assoluta verticalità e se ne esce sposatosi su una seconda serie stavolta alla sinistra dalla quale poi ci si riporta sulla terza, nuovamente a destra, uscendone definitivamente a sinistra lungo un'espostissima rampa inclinata. All'uscita da quello che è appunto considerato il punto chiave della Via ci si rende conto che tale fama non è dovuta tanto alla difficoltà tecnica dello stesso visto che si tratta fondamentalmente di risalire delle scale quanto invece come già sottolineato dall'adrenalina dovuta alla sostenuta esposizione ed alcuni singoli gradini lievemente strapiombanti. Come anticipato si esce a sinistra su placca obliqua, la si risale in aderenza ed un pò affannosamente per deviare nettamente a destra dove un piccolo pulpito concede possibilità di rifiatare prima di ripartire per risalire la parete camminando praticamente assicurati al cavo come scorrimano. Si sale quindi guadagnando lentamente quota, si giunge nei pressi di un secondo pulpito alla base di un breve canale dal quale se ne esce piuttosto celermente continuando così nuovamente in cammino su facili roccette con alcuni salti rocciosi che non offrono particolari difficoltà essendovi talvolta anche la presenza di pioli per favorirne l'attacco fino ad una caratteristica fenditura che "rompe" momentaneamente la monotonìa del percorso. La fenditura in questione non è altro che una "lama" di roccia staccata dalla parete principale, la si sormonta sfruttando alcuni appoggi naturali che offre e ci si ritrova nuovamente a risalire facili roccette dove il cavo funge sostanzialmente da scorrimano, in alcuni tratti l'esposizionene della parete tende ad aumentare ma la tipologia della roccia sempre estremamente appigliata non porta a forzare con le braccia. Alcuni brevi canalini, "sporchi", richiedono attenzione per non smuovere materiale, un breve traverso permette di apprezzare la bellezza del Sella fino ad una piccola cengia dalla quale si "stacca" uno dei tratti più esposti e verticali che non deve però preoccupare in quanto a difficoltà. Si inizia superando una grossa sporgenza rocciosa, ci si porta in sostenuta esposizione verso lo spigolo e si risale il costone sfruttando i molti gradini naturali presenti uscendone in aperta parete. Ci si addentra in un canale dove anche qua è richiesta cautela nei movimenti per l'abbondante quantità di materiale instabile presente, se ne esce alla destra sormontando uno spallone e si percorre un semplice tratto di trasferimento in direzione di un breve passaggio verticale piuttosto levigato ma agevolati dalla presenza di 2 pioli artificiali che permette di entrare in uno stretto camino che solo all'uscita si allarga offrendo all'uscita una spettacolare visione alla parete sud della Marmolada e Gran Vernel. Il tempo di godere del panorama e perchè no di rifiatare e si riparte mentre è evidente che ormai la vetta è piuttosto vicina anche se è necessario percorrere ancora da prima un tratto di sentiero attrezzato sotto il filo di cresta, poi, lasciando a sinistra il vecchio tracciato della Via, alcune facili roccette trovando, fortunatamente in un tratto non fondamentale, attualmente un piolo di fissaggio tranciato nonchè l'ormai frequente presenza di materiale instabile ed infine al termine del cavo pochi metri lungo la larga cresta sommitale raggiungendo così la croce di vetta a 2715mt. Questa cima, lungi dall'essere tra le più rinomate a livello Dolomitico offre però un mirabile colpo d'occhio a 360° sull'intera Val di Fassa e non solo. Da notare che viste le attrezzature presenti lungo la discesa non è il caso di togliere l'imbrago. DISCESAA ritroso lungo la cresta sommitale percorsa per raggiungere la vetta si trova l'intaglio dal quale inizia la discesa. Si entra inizialmente in un ripido canale franoso fino ad un cengia attrezzata. Poi una forcellina assicurata con cavo e staffe porta ad un secondo canalone attrezzato, dove necessario, anche con alcune brevi serie di staffe che conduce in modo vertiginoso e rapido, vista l'inclinazione, fino alla base della strapiombante parete est del Colàc. Da questo versante, che è quello che si osserva risalendo la Val Contrin, il Colàc acquista tutto il fascino delle più nominate pareti dolomitiche. Giunti al sentiero prativo sottostante il percorso più diretto e logico per ritornare agli impianti e quindi ad Alba passa per la Forcia Neigra dalla quale un comodo e turistico sentiero per prati porta alla stazione a monte del Ciampac dove se necessario si trovano varie possibilità di ristoro. Una valida alternativa per il ritorno consiste nel deviare, nei pressi di Forcia Neigra, per il rifugio Contrin e successivamente attraverso l'omonima valle scendere direttamente ad Alba compiendo così un ben più lungo ma renumerativo percorso dal punto di vista paesaggistico. CONSIDERAZIONIDal punto di vista tecnico questa Via ferrata è per noi risultata di difficoltà piuttosto inferiori a quelle che da sempre le si attribuiscono. Si percorre la Via utilizzando in gran parte il cavo come scorrimano eccetto alcuni brevi passaggi come il cosiddetto punto chiave nel quale poi si tratta fondamentalmente di risalire una serie di staffe metalliche anche se un pò strapiombanti. Dal punto di vista della sicurezza invece la fama di essere una Via piuttosto "sporca" con diffusa possibilità di caduta materiale dall'alto è stata pienamente confermata. Indubbiamente l'ideale sarebbe non avere nessun escursionista troppo sopra di noi. In verità, percorrere tutta la ferrata senza smuovere neppure un sasso è impresa veramente ardua. |