Via Ferrata al Monte Emilius Monte Emilius segnalata da Andrea Nevache - 2010
PERCORSO STRADALE Percorrere l'autostrada Torino-Aosta (A5) imboccata l'uscita Aosta Est continuare in direzione dell'Autoporto. Si seguono le indicazioni per la famosa stazione turistica di Pila, situata nell’omonima conca sopra la città di Aosta, e si esce da quest’ultima verso sud. Si supera il fiume Dora Baltea sul grande ponte nella località Pont Suaz, si sottopassa l’autostrada A5 (Torino-Ivrea-Courmayeur) e si raggiunge un grande trivio appena al di là del ponte, già in territorio di Charvensod. Si supera il trivio (strade per Pollein, per Pila e per Gressan) e si procede dritti imboccando la Strada Regionale per Pila SR 18, che inizia subito a salire sfruttando molti tornanti. In breve si raggiunge l’abitato di Charvensod, lo si attraversa e si continua la salita superando molte piccole frazioni. Dopo circa 12 km da Aosta si raggiunge la località di Péroulaz e, poco più avanti, quella di Les Fleurs. Poi la strada percorre altri 6 km, superando ancora alcuni tornanti, passando accanto ad altre frazioni: Acquefredde, Cheremoz, Rosselin per giungere infine a Pila, dopo circa 18 km da Aosta. Posteggiare l'auto nei pressi degli impianti di risalita e prendere la seggiovia del Chamole'; controllare nel periodo estivo gli orari ed i giorni di apertura. E' anche possibile evitare di raggiungere Pila in auto salendo direttamente da Aosta con la telecabina che in circa 15' porta dai 579mt ai 1801 della stazione a monte. AVVICINAMENTOPartendo dalla stazione a monte della seggiovia a quota 2300mt si imbocca il sentiero n.19c poi 19a fino al colle di Chamole 2600mt per poi scendere nel vallone di Arbolle dove si trova l'omonimo rifugio a quota 2500mt.Tempo 1.30h. Giunti al rifugio si può decidere se passare la notte li (il posto è molto bello comodo ed accogliente) oppure scendere lungo il sentiero n.14 nel Vallone di Comboè (perdendo circa 400metri di dislivello) per poi prendere il sentiero n.16 (al bivio tenersi a destra prendendo il 16a) che porta al Col Carrel -2907mt, altre 2.30h. In questo punto si trova il Bivacco Federigo, una piccola "botte" di ferro dotata di 9 posti letto e nessuna comodità ma certamente rende la gita dal sapore più alpinistico e regala tramonti indimenticabili. Se si ha ancora la voglia di camminare giunti al bivacco e posata la parte più pesante dell'attrezzatura in 20-30 minuti si può raggiungere la facilissima vetta della Becca di Nona -3140mt- dalla quale si gusta un bellissimo panorama su Aosta ed il Monte Bianco e si può ammirare tutta la cresta N-O del monte Emilius lungo la quale si sviluppa la nostra via ferrata. LA FERRATASi parte dalla quota di 2907mt (l'attacco è subito dietro al bivacco) e si sale ai 3551mt dell'Emilius. Da subito in salita ripida ma su un terreno roccioso dal quale è facile scaricare sfasciumi su chi ci segue,quindi bisogna procedere con prudenza. Attraversata una zona abbastanza semplice si effettua un traverso dove bisogna aiutarsi molto con gli appigli naturali, poi una ripida salita ci porta allo sperone di roccia dal quale si scende in arrampicata al ponte tibetano panoramico e molto aereo. Passato il ponte si raggiunge una prima punta denominata Mont Ross di Comboè,si cambia lato della montagna per poi perdere un pò di quota ed attraversare delle placche molto ripide e suggestive che ci conducono ad una seconda punta detta Piccolo Emilius -3342mt- dalla quale si perde nuovamente quota attraversando un altro tratto di ripide placche da dove si ha un bellissimo panorama sul Lago Gelato.In questa zona si trova un cartello che indica l'unica via di fuga che riporta sulla normale verso il rifugio Arbolle. L'ultimo tratto consiste in alcune ripide salite dotate di scalini artificiali,finalmente non si scende più ed in poco tempo si arriva alla fine del cavo della ferrata ma non in vetta,per quella si deve ancora fare un tratto di facile cresta che porta alla Madonnina (foto 10) ed ad un panorama meraviglioso in quanto l'Emilius è il cuore della regione e la vista spazia dal monte Bianco al Rosa....dal Cervino alla Grivola e dal Gran Paradiso al Pic Garin.Un sogno che ripaga le 3-4 ore di fatica in ferrata. DISCESASi scende dalla Sud o normale ma il primo tratto fino al colle dei Tre Cappuccini non è banale.Ci si aiuta anche con le mani,giunti al Colle si prende il sentiero n.14 che conduce al rifugio da li si ripercorre l'itinerario di salita ritornando così alla seggiovia (4.00h). CONSIDERAZIONIValuto questa ferrata molto difficile,in quanto si trova in un ambiente fortemente alpinistico. Si perde quota in diverse occasioni quindi bisogna essere molto allenati e tener conto delle fatiche del giorno precedente. Casco guanti scarponi e vestiti pesanti. Mai dimenticare di essere in quota e portarsi dietro l'acqua, dal rifugio Arbolle in avanti non troverete nessuna fonte d'acqua. La ferrata non è dotata di molti scalini, si usano molto gli appigli e vi sono numerosi passaggi in cresta. Il cavo è protetto da una guaina che lo rende sicuro anche se umido o bagnato,ma è posizionato piuttosto in basso quindi non comodissimo nei cambi della longe. |