STAMPA
HOMEPAGE
RELAZIONE
Via
Ferrata
El Barranco del Dolo
Cresta rocciosa del Dolo
2015
La Via ferrata in questione è
piuttosto recente in quanto inaugurata nel gennaio 2015 e si
sviluppa lungo una sorprendente cresta rocciosa che risale dal letto
del torrente Dolo fino alla sede stradale.
PERCORSO STRADALE
Da Reggio Emilia si prende la
SS63 (passo del Cerreto - Spezia) fino a Felina. Da qui a destra
sulla SP64 fino a Gatta. Poco dopo il ponte sul Secchia, si imbocca
la SP9 per Villa Minozzo. Attraversata Villa Minozzo, si seguono le
indicazioni verso la frazione Civago-Re a circa 20km. Poco prima di
raggiungere l'abitato di Civago -1km- si imbocca una galleria
piuttosto breve, all'uscita dalla quale dopo circa 100mt, alla
sinistra, si trova una piazzola con segnaletica che non deve trarre
in inganno in quanto questo è il punto di arrivo della Via.
Proseguendo invece, lungo la strada asfaltata per poche decine di
metri, si trova una seconda piazzola utile, così come la prima, come
parcheggio mentre l'attacco del sentiero di avvicinamento si trova
subito dopo questa seconda piazzola presso una terza, stavolta
piuttosto piccola, "nascosta" da uno sperone roccioso presso la
quale vi è al limite posto per una sola auto.
AVVICINAMENTO
Giunti quindi a questa terza
piccola piazzola lungo la sede stradale che dall'uscita della
galleria porta alla frazione di Civago si nota, attualmente, alla
sinistra della piazzola stessa ed una decina di metri all'interno
del bosco un "timido" volantino pubblicitario relativo
all'inaugurazione che conferma trovarsi lì il sentiero di
avvicinamento all'attacco della Via. Si scende nella boscaglia lungo
traccia di sentiero a tratti piuttosto ripida seguendo come
riferimento i vari bolli bianchi presenti nella vegetazione e
costeggiando nella parte terminale il corso del torrente si giunge
in circa 20' alla base della placconata rocciosa.
LA FERRATA
I primi metri di cavo portano
subito ad alcune staffe dalle quali si staccano i primi metri
verticali ben assistiti anche da comodi appoggi per i piedi
giungendo presso un traverso che sfruttando una "comoda" sporgenza
per i piedi porta ad un secondo stacco verticale. Si supera una
breve placca anch'essa attrezzata con staffa e fornita di un ottimo
appoggio roccioso guadagnando così un secondo traverso attrezzato
stavolta con 2 staffe metalliche per arrivare alla base di un terzo
salto verticale. Si sfruttano stavolta alcuni vistosi gradoni che
non richiedono la presenza di staffe artificiali ed in pochi metri
si abbandona temporaneamente la parete rocciosa uscendo su un pendìo
erboso che funge anche come prima possibilità di sosta. Si "attacca"
la seconda placconata, piuttosto levigata, e sfruttando alcune
sporgenze oblique per i piedi si guadagna la vicina cengia dalla
quale si può valutare la bella fessura che taglia la sovrastante
placca particolarmente esposta ma ottimamente attrezzata con varie
staffe. Si inizia la salita, eventualmente utilizzando le staffe
anche come appigli, e gradualmente senza particolari difficoltà si
guadagna quota fino ad un traverso dal quale si può notare la
notevole esposizione del tratto verticale appena superato.
Continuando lungo il traverso si aggira lievemente uno spigolo
trovandosi di fronte alcuni metri verticali che vista l'assenza di
staffe metalliche e nonostante alcuni comodi appoggi iniziali
risultano avere caratteristiche di difficoltà discretamente
superiori alla Via fin qui percorsa. Ci si porta verso la parte alta
del camino con alcune trazioni sul cavo vista la placca
particolarmente levigata e si riparte per uno "strappo" fino alla
sommità della cresta dove è possibile e consigliato riposare. La
cresta assume linee sempre più "taglienti" e spettacolari. Si
riparte risalendo alcuni innocui gradoni lungo un pendìo obliquo e,
costeggiando una placca ormai in costante forte esposizione, si
presenta il secondo dei 2 tratti con difficoltà più sostenute della
media seppur vistosamente più breve. Ecco che allora si parte
tirando sul cavo arrivando su un pulpito roccioso dal quale è
evidente la povertà di appigli della placca appena superata. Da
questo pulpito la successiva risalita verticale torna ad avere
caratteristiche più simili ai tratti iniziali della Via ovvero torna
la presenza di staffe artificiali quindi si riparte con maggior
tranquillità, al di là dell'eventuale stanchezza, si supera questa
placca finale raggiungendo, dopo alcune semplici roccette,
nuovamente la sommità della cresta. Si tratta ora solo di percorrere
il filo di cresta assicurati al cavo che funge sostanzialmente da
scorrimano fino al vicino libro delle firme alla base della
caratteristica ed "affilata" Torre finale.
RITORNO
Dalla cresta, nel senso di
salita, si entra a destra nella boscaglia ed in pochi minuti si sale
verso la vicina sede stradale dove in una delle piazzole si è
lasciata l'auto e dalle quali si intravede nella vegetazione parte
della cresta percorsa .
CONSIDERAZIONI
Ferrata ottimamente attrezzata
con la caratteristica però di avere le maggiori difficoltà nella
parte centrale senza possibilità di evitarle. La cresta ha
caratteristiche estetiche davvero sorprendenti ed inaspettate vista
la folta vegetazione nella quale si trova. Da sottolineare però le
difficoltà attuali -maggio 2015- nel trovare il sentiero di
avvicinamento essendo praticamente inesistenti le indicazioni.
|