Via Ferrata Catinaccio Antermoia Vetta Antermoia 2021
La
Via ferrata al Catinaccio d'Antermoia pur non essendo in sè un percorso
vario e di certo non ai livelli di altre Vie ferrate dolomitiche
consente però di ammirare un ambiente circostante di notevole
interesse. In questa relazione viene descritta la salita per la ferrata
Ovest con discesa dalla Est peraltro piuttosto simili come
caratteristiche.
PERCORSO STRADALE
Essendo il Catinaccio d'Antermoia una splendida vetta nel cuore del Gruppo del il suo avvicinamento sia stradale che escursionistico prevede molteplici alternative. Si descrive l'escursione con partenza dalla località turistica Vigo di Fassa. Raggiungere quindi tale località prevalentemente da queste direzioni: provenendo dall’autostrada A22 del Brennero:
1- uscita ORA/EGNA: SS 48 delle Dolomiti – Passo San Lugano – Val di Fiemme – Val di Fassa (distanza km 45)
2- uscita BOLZANO NORD: SS241 Grande Strada delle Dolomiti – Passo Costalunga – Val di Fassa (distanza km 37)
AVVICINAMENTODa Vigo di Fassa con funivia fino al Rifugio Ciampediè per poi proseguire a piedi (circa 45 minuti) sul sentiero N° 540 fino al rifugio Gardeccia a quota 1965m. Da qui si prende l’ampia strada (sentiero n.546) che, attraverso la Valle del Vajolet, raggiunge in 40' alle Porte Neigre i rifugi Preuss e Vajolet a quota 2243m. Questi ultimi sorgono su un balcone roccioso, allo sbocco del Gartl, l’aspra conca rocciosa dalla quale s’innalzano le famose Tre Torri del Vajolet, Delago, Stabeler e Winkler. Su questa vallata si affacciano alcune delle cime più famose delle Dolomiti di Fassa: il Catinaccio con la sua scura parete striata dalle acque di fusione raccolte dal catino superiore, le frastagliate guglie del Larsec con i suoi caratteristici dirupi le Torri del Vajolet che si intravedono di tre quarti lungo il Gartl e in fondo, a chiudere la valle, il trapezio scuro del Catinaccio d'Antermoia che, con i suoi 3004m, è la cima più alta del gruppo. Si prosegue in direzione nord sul sentiero n.584 che corre sul bordo destro orografico, fino alla testata della valle. Qui, nei pressi del passo omonimo, sorge il piccolo rifugio del Passo Principe, a quota 2600m (2.30h dalla funivia).
FERRATACome da segnaletica si lascia il rifugio e si risale una traccia di sentiero nel ghiaione alla base della bastionata arrivando rapidamente all'attacco. Giunti alla targa metallica si risale a sinistra lungo una cengia non assicurata con cavo da percorrere con attenzione e dopo aver aggirato uno spigolo si supera un salto verticale con l ausilio di buoni appoggi ed alcune staffe metalliche. Si sale ancora su traccia di sentiero guadagnando rapidamente quota rispetto al rifugio raggiungendo così i primi metri di cavo che permettono, attraverso l'ausilio anche di una scaletta, di portarsi su una ampia cengia in direzione di uno sperone roccioso esposto ma ben gradinato. Dopo alcuni passi all'interno di un canalino inizia un lungo trasferimento nel tipico ambiente dolomitico fatto di cenge e tracce di sentiero tra materiale detritico arrivando alla base di un tratto con sviluppo più verticale presso il quale si può sostare approfittando di ammirare l ambiente circostante . Si inizia la breve salita, in appoggio, su una paretina particolarmente ricca di appoggi fino ad un nuovo tratto su sentiero dove alcuni passaggini attrezzati con cavo che spesso si utilizza come scorrimano, oltre che la costante assicurazione, portando ad una forcellina dalla quale inizia l'attacco alla crestina sommitale. Lasciando quindi la forcellina ci si ritrova a superare elementari tratti attrezzati più affannosi che altro e senza difficoltà alcuna si giunge in vista della cresta sommitale che ci separa dalla croce di vetta. L'aerea cresta, molto bella, non è assicurata con cavo ma solo attrezzata in alcuni punti, pochi, con qualche staffa metallica. Non è nulla di proibitivo, anzi, però in una salita come questa risulta forse il tratto più delicato che richiede maggior attenzione per alcuni passaggi molto esposti anche se poi tecnicamente non richiede particolari doti. qualche minuto e si è in vetta -3004m- dopo circa 1.30h dal Passo Principe.
DISCESALa discesa può avvenire, oltre che ovviamente a ritroso per la stessa via di salita, per il versante Est. Ci si allontana da croce di vetta proseguendo in cresta fino alla calata segnalata appunto nel versante Est dove si lascia la cresta e si scende rapidamente grazie anche alla presenza del cavo alternando quest'ultimo ad alcuni tratti di comodo sentiero. Il cavo facilita parecchio tutta questa discesa in disarrampicata mentre nei vari salti rocciosi si trovano in aiuto varie staffe ed una scaletta. Non togliere l'imbrago finchè non si arriva alla targa rossa metallica di inizio/fine ferrata - 1.00h dalla vetta. Giunta quindi alla targa le possibilità per un eventuale prosecuzione del trekking sono varie, dovendo tornare agli impianti prima dell'orario di chiusura si scendono ancora alcuni metri in direzione del fondovalle verso l'evidente sentiero che arriva dal rifugio Antermoia riuscendo però a stare più alti in quanto una chiara traccia inizia prima la risalita verso il passo di Antermoia aggirando parzialmente in senso orario la vetta del Catinaccio. Dal Passo -2770m- ci si affaccia di nuovo sulla valle del Vajolet e si può scendere, bordeggiando le pareti meridionali del Catinaccio di Antermoia, al rifugio Passo Principe, tornando poi a ritroso verso gli impianti. Sempre presenti le varie segnaletiche anche se il percorso ad anello è sempre piuttosto evidente.
CONSIDERAZIONIQuesta
ferrata può costituire una autentica nave scuola per chi voglia
avvicinarsi al mondo dei percorsi attrezzati dolomitici detto ciò però
è utile una corda per assicurare nel tratto finale di cresta, dove
mancano totalmente assicurazioni fisse, bambini o comunque persone
infastidite dall'esposizione. |