Vie Ferrate di Casto Parco delle Fucine aprile-giugno 2009
Le Ferrate di Casto si trovano all'interno del Parco delle Fucine e
possono essere considerate una sorta di "palestra
attrezzata".I passaggi di Vie Ferrate sono tredici e possono
essere affrontati anche separatamente per cui è possibile
costruire il proprio itinerario in base alle proprie
capacità. Il dislivello totale delle ferrate è intorno ai 500
metri ma non è una vera e propria scalata perchè i settori
attrezzati spesso si sviluppano uno di fianco
all'altro,inoltre al termine della maggior parte dei singoli
percorsi vi è la possibilità,tramite semplice sentiero,di
ritornare al punto di partenza.
PERCORSO STRADALE
Lungo la SS.237,in Valle Sabbia,si
raggiunge il comune di Nozza-Bs dal quale si devia con
chiara indicazione in direzione dell'abitato di Casto (6km).Si attraversa il centro di quest'ultimo,si segue una
prima indicazione per le Ferrate ed in direzione della
frazione di Alone si trova,dopo uno stretto ponte,il
parcheggio sulla sinistra con chiara indicazione del posto.
AVVICINAMENTO
In questo caso è anomalo parlare di
avvicinamento visto che le varie Vie sono distribuite in
ordine sparso nella zona.Dal parcheggio parte la Ferrata n.1
ma in breve è possibile raggiungere l'attacco di buona parte
delle altre mentre alcune sono situate più all'interno del
Parco.Sempre nel parcheggio vi è un tabellone illustrativo
della disposizione degli itinerari possibili,non solo
attrezzati.
LE FERRATE N.1 Come già detto l'attacco si trova proprio nelle vicinanze delle auto. Si raggiunge la fune metallica con un passaggio non attrezzato,si attacca il traverso verso destra sfruttando alcuni appoggi naturali e pioli metallici. La via prosegue in verticale su roccia poco appigliata tanto da dover esercitare una certa trazione sulla fune,poi obliqua nettamente a sinistra in forte esposizione e con l'ausilio di alcuni pioli ci si avvicina allo pigolo della parete (lungo questo tratto vi è la possibilità di proseguire a destra per alcuni metri attrezzati privi di indicazione e raggiungere una piccola grotta naturale).Si aggira lo spigolo,si salgono bruscamente pochi metri in verticale e si ritrova un nuovo esposto traverso ricco di pioli al termine del quale,oltre un secondo spigolo,si trova un utile punto di sosta. Si riparte affrontando nuovamente un lungo traverso ben attrezzato con i soliti pioli a pochi metri dal suolo mentre la scarsità di appigli costringe quasi costantemente ad una forte trazione sulla fune. Gli arbusti si avvicinano,siamo ormai in dirittura d'arrivo così come conferma la targa metallica dopo circa 20' dall'attacco. Il sentiero scende brevemente per ritornare al parcheggio ma indica anche la direzione per raggiungere le vie n.2-3-4,in particolare si incontra dopo pochi metri la deviazione per l'attacco della ferrata n.2 che però visto lo sviluppo della via si sconsiglia di iniziare da qua. N.3 L'attacco si trova all'inizio del suggestivo percorso che senza alcuna difficoltà e fatica porta al rifugio Paradiso ed è raggiungibile in pochi minuti direttamente dal parcheggio con breve sentiero che passa sotto l'attacco della via n.2,sentiero che si incrocia anche ritornando dalle vie n.2-3.Si inizia sfruttando da subito un piolo metallico,si traversa 4-5mt in obliquo a destra con trazione sul cavo e progressione in buona aderenza,si piega bruscamente la traversata a destra,passando sotto una Madonnina,si percorrono alcuni metri in facile progressione raggiungendo l'attacco del primo tratto verticale.Nei primi passaggi,presenza di un piolo,la roccia offre discreti appoggi per i piedi ed alcuni appigli che possono invitare i più esperti a lasciare il cavo.Si esce da questo primo breve tratto verticale e si affronta un lungo traverso da prima obliquo verso sinistra in forte esposizione poi orizzontale,altro piolo,raggiungendo così dopo circa una decina di metri lo spigolo dal quale la via inizia uno sviluppo più verticale. Si sale sfruttando i discreti appigli presenti,ci si sposta leggermente a destra verso un punto della parete sicuramente più appigliato e dopo un facile passaggio ci si ritrova ad affrontare un nuovo spigolo esposto ed insidioso. Si è ormai in dirittura d'arrivo: prosegue per pochi metri la verticalità della via lungo una placca piuttosto levigata e si raggiunge la parte sommitale del percorso attrezzato rappresentata inizialmente da una grossa fessura nella roccia,poi da alcune roccette prive di particolari difficoltà tecniche. Pochi passi e terminano le ostilità. Non ci risulta al momento la presenza di un sentiero segnalato per poter tornare,al termine di questa via,direttamente al parcheggio bensì si è costretti ad affrontare anche la breve via n.4. N.4 L'attacco si trova a pochi metri dal termine della via ferrata n.3. Subito verticale con roccia che offre buoni appoggi per i piedi ci si sposta leggermente a sinistra esercitando una certa trazione sul cavo visto il passaggio impegnativo che "spinge" il busto lievemente all'esterno. Si raggiunge una placca lungo la quale nuovamente non è facile lasciare il cavo e la si supera progredendo da prima in diagonale a sinistra,poi a destra in modo da "aggirare" in parte la verticalità. Si vedono gli arbusti della parte alta del complesso roccioso,segno che siamo al termine,non prima però di aver superato ancora per pochi metri alcuni spuntoni attrezzati. La targa segna il termine della via. Nelle immediate vicinanze una prima segnalazione indica la possibilità di raggiungere il rifugio Paradiso o l'attacco di altre vie,e proprio in direzione di quest'ultime si procede. Lungo la strada sterrata si incontra una seconda segnalazione ed una terza che riporta al parcheggio (Corna Zana). N.6 Dal parcheggio si percorre in salita la strada asfaltata in direzione Alone passando da prima nelle immediate vicinanze dell'attacco della ferrata n.12 e dopo alcune centinaia di metri,dove la strada fà ponte sul percorso delle fucine,a sinistra si trova il sentiero con segnaletica che da subito si biforca in quanto a sinistra si raggiungono gli attacchi delle vie 7-8-9-10 mentre a destra si procede per le vie 5-6 e Stretta di Luina.Alcuni metri nel bosco ed una seconda segnaletica conferma la giusta direzione,si imbocca lo stesso suggestivo passaggio attrezzato che conduce alla Stretta -attenzione terreno umido- ed all'inizio di quest'ultima si prosegue,attraverso un ponticello,in direzione dell'evidente spigolo lungo il quale si sviluppa la via. Alla targa d'inizio si tralascia un cavo metallico che prosegue orizzontale sulla destra verso alcune vie d'arrampicata e si attacca l'evidente tratto in diagonale a sinistra che non desta problemi per poi iniziare alcuni metri verticali con presenza di discreti appigli naturali anche se,vista l'esposizione risulta comunque utile l'utilizzo del cavo. Si sale aggirando gradualmente a sinistra lo spigolo ed utilizzando la presenza di un piolo metallico si raggiunge un piccolo pulpito di sosta. Il cavo devia bruscamente a destra e dopo un gradone roccioso si superano alcune facili ed affilate roccette raggiungendo in successione i due passaggi un pò più delicati che richiedono una certa trazione sul cavo. Le difficoltà terminano in coincidenza con la partenza di un ponte tibetano che,se percorso,porta direttamente lungo il tracciato della via n.5 mentre tralasciandolo si prosegue e completa la via attraverso una breve e ripida traccia di sentiero. La salita continua ancora alcuni minuti entrando nella vegetazione per poi ridiscendere a destra ritornando così dopo circa 10' nei pressi dell'attacco. N.7 La via n.7 ha uno sviluppo prevalentemente orizzontale,superando in traversata la porzione di parete "racchiusa" tra l'attacco della via n.8 e l'arrivo delle vie n.5-6.Dal parcheggio principale del parco si sale alcune centinaia di metri lungo la strada asfaltata fino a raggiungere un primo ponte dal quale si stacca un sentiero e dal quale si nota la segnaletica per buona parte delle vie. Dopo poche decine di metri di sentiero si raggiunge l'attacco della via n.8 della quale è necessario,come già anticipato,superare la parte iniziale per raggiungere l'attacco della n.7. Da subito è necessario esercitare una discreta trazione sul cavo in traversata verso destra per alcuni metri per raggiungere la base di un tratto verticale provvidenzialmente attrezzato con un primo piolo. Si sale utilizzando anche i buoni appoggi per i piedi ritrovando dopo pochi metri un secondo passaggio in traversata verso destra,molto breve,che porta ad una comoda cengia presso la quale si trova,oltre alla logica prosecuzione della via n.8,l'attacco della via n.7. La posizione della targhetta può indurre nell'errore di pensare che la via n.7 si sviluppi in verticale mentre in realtà,salendo,si prosegue la n.8.Si prosegue in orizzontale iniziando così un lungo ed esposto traverso durante il quale le mani trovano appigli praticamente solo sul cavo metallico. La strada sottostante contribuisce ad aumentare "l'effetto vuoto" ed è più che mai necessario sentire l'appoggio sicuro dei piedi in quanto a tratti si avanza in aderenza. Lo spigolo si avvicina e dopo un delicato passaggio,lo si aggira raggiungendo così il tratto finale che termina lungo traccia di sentiero talvolta umido e scivoloso in mezzo agli arbusti. Pochi metri di sentiero e ci si ritrova presso la segnaletica iniziale. N.8 Dal parcheggio principale del parco si sale alcune centinaia di metri lungo la strada asfaltata fino a raggiungere un primo ponte dal quale si stacca un sentiero e dal quale si nota la segnaletica per buona parte delle vie. Dopo poche decine di metri di sentiero si raggiunge l'attacco della via n.8. Da subito è necessario esercitare una discreta trazione sul cavo in traversata verso destra per alcuni metri per raggiungere la base di un tratto verticale provvidenzialmente attrezzato con un primo piolo. Si sale utilizzando anche i buoni appoggi per i piedi ritrovando dopo pochi metri un secondo passaggio in traversata verso destra,molto breve,che porta ad una comoda cengia presso la quale si trova l'attacco della via n.7 o,in verticale,la prosecuzione della n.8. Si "attacca" la verticale da una posizione in cui il tratto sembra piuttosto impegnativo ma studiando bene gli appoggi lo si può superare con molte meno difficoltà del previsto. La parte alta si presenta sottoforma di un breve diedro all'uscita del quale si traversa leggermente a destra raggiungendo un piolo dal quale un passaggio verticale porta all'inizio di un esposto traverso. I primi metri sono "tranquilli",poi le difficoltà aumentano pur senza eccedere aggirando lo spigolo e raggiungendo così l'adrenalinica scaletta terminale presso la quale si trova anche l'arrivo della via n.9 (da qui la si percorrerebbe in discesa).Terminata la salita della scala si raggiunge il termine delle attrezzature. Verso destra,una evidente traccia di sentiero porta rapidamente in direzione della parte alta della via n.5 dove una scaletta metallica riporta alla segnaletica iniziale. N.10 Dal parcheggio principale del parco si sale alcune centinaia di metri lungo la strada asfaltata fino a raggiungere un primo ponte dal quale si stacca un sentiero e dal quale si nota la segnaletica per buona parte delle vie. Dopo poche decine di metri di sentiero si raggiunge l'attacco della via n.8,proseguendo,a breve si incontra l'attacco della via n.9 e successivamente la partenza della n.10.Si "attacca" in diagonale a sinistra,vi sono buoni appoggi per i piedi,l'impegno non è eccessivo e ci si porta rapidamente alla base di un lungo tratto verticale con maggiori difficoltà.Si sale sfruttando anche i buoni appoggi,si raggiunge un primo breve traverso a sinistra,poi a destra e si riprende per alcuni metri in verticale con difficoltà sostenute. Gli ultimi passaggi in diagonale aggirano lievemente uno spigolo sollecitando le braccia guadagnando così la sommità del monte dove la roccia terminale risulta essere instabile. Al termine è possibile seguire a sinistra l'indicazione "Corna Zana" o,come nel caso delle vie n.7-8,a destra ritornando poi attraverso la scaletta metallica alla segnaletica iniziale. N.12 Lo sperone roccioso lungo il quale si sviluppa la via è visibile,in quanto a pochi metri,dal parcheggio. Dall'attacco si traversa in diagonale a destra con buoni appoggi per i piedi,si aggira lo spigolo e si prosegue ancora lungo traverso esposto -anche se a pochi metri da terra-. La parte finale del traverso richiede notevole trazione sul cavo in quanto ci si trova "buttati all'infuori" dalla roccia e nello stesso tempo bisogna affrontare un passaggio in verticale raggiungendo così una provvidenziale cengia.Si prosegue attaccando una placca abbastanza levigata -presenza di piolo- e si supera un tratto verticale interrotto dalla possibilità di una sosta negli arbusti dalla quale è visibile lo sviluppo del tratto percorso. La via prosegue ancora pochi metri in verticale,esposta e con notevole ausilio del cavo ma piegando a destra in direzione di una cengia che raggiunge il colletto alla base della cima. Da qui un cavo prosegue con alcuni saliscendi lungo la parete opposta in direzione prima di una palestra di roccia e poi dell'attacco della via ferrata N.11;la nostra via prosegue,anche se non obbligatoriamente,in verticale affrontando gli ultimi 5-6mt dello sperone finale alla cui sommità si trova la bandiera tricolore. Si ridiscende dallo sperone a ritroso raggiungendo nuovamente il colletto da dove parte il lungo e instabile ponte a fune.Si percorre il ponte lentamente e sarebbe consigliabile percorrerlo una persona alla volta per evitare un'eccessiva ondulazione. Al termine 2 le possibilità: A- scendere tramite scala a fune piuttosto scomoda e che richiede molta attenzione terminando la discesa lungo sentiero attrezzato che rapidamente si ricongiunge all'itinerario A in direzione del parcheggio. B- al termine del ponte si segue in salita il cavo metallico che in breve raggiunge la vegetazione. Si segue una traccia di sentiero piuttosto scivolosa e apparentemente poco frequentata scendendo e ricongiungendosi rapidamente al sentiero attrezzato proveniente dall'itinerario B. Stretta di Luina Oltre alle 13 Vie ferrate presenti nel parco merita una nota di riguardo un percorso molto suggestivo denominato appunto Stretta di Luina che si sviluppa per 300mt ca. all'interno di un canyon naturale scavato tra pareti di roccia strapiombanti alte decine di metri. Si affrontano passaggi molto semplici a pochi centimetri dal corso dell'acqua dando comunque attenzione agli appoggi metallici per i piedi,umidi e quindi scivolosi. Oltre ai molti infissi per i piedi è presente anche un cavo metallico che "corre" parallelo al corso dell'acqua al quale è possibile eventualmente agganciare i moschettoni di sicurezza anche se,vista la tipologia del percorso, l'imbrago non risulta strettamente necessario. La Stretta è situata vicino alla via Ferrata n.5 ma la si può anche raggiungere direttamente dal parcheggio,senza obbligo di percorrere alcuna ferrata,a 200mt circa in prossimità del secondo ponte proprio di fronte alla guglia sulla quale gli alpini hanno posto una madonnina. L'unico tratto che richiede di superare,in discesa,un brevissimo dislivello è l'inizio mentre nel proseguo è una semplice camminata a filo d'acqua con alcuni attraversamenti da un lato all'altro delle pareti. CONSIDERAZIONICi riserviamo di esprimere considerazioni varie quando sarà completa la stesura delle 13 vie ferrate. |