Via Ferrata Caspai Corna di Caspai marzo 2012
Attualmente questa nuova Via ferrata non risulta ancora omologata cosi come ampiamente segnalato lungo la via d'accesso. PERCORSO STRADALELungo la SS.237,in
Valle Sabbia,si
raggiunge il comune di Nozza-Bs dal quale si devia con
chiara indicazione in direzione dell'abitato di Casto (6km). Si attraversa il centro di quest'ultimo in direzione
di Lodrino-Bs,raggiunto il quale si sale,come da
indicazioni,per la località Pineta fino al parcheggio della
trattoria "La Genzianella". Vi è anche la possibilità di
proseguire ancora brevemente in auto trovando altra
possibilità di parcheggio,sulla destra,presso un tornante
riconoscibile dalla presenza di un tavolo e panche in legno.
AVVICINAMENTO Lasciata l'auto,si seguono gli indicatori
bianco-verdi,già
presenti lungo la strada asfaltata,in direzione del passo
Cavada. Dopo circa 10 minuti,giunti sopra il grande vallo
paramassi a tutela di frana secolare,si devia
a sinistra
e si segue il nuovo sentiero per altri 15 minuti,in direzione del
massiccio roccioso,per
giungere all'attacco della ferrata.
L'attacco è rappresentato da un traverso
obliquo da superare anche tramite la presenza di un piolo la buona aderenza della roccia.
Pochi metri lungo arbusti
e si giunge alla base di un secondo traverso obliquo che alternandosi a brevi tratti verticali raggiunge,tramite
un tratto finale piuttosto esposto,una
prima cengetta erbosa.
In questi passaggi si trovano presenti vari pioli
metallici. Dalla cengia inizia una lunga traversata
prevalentemente in quota che tramite tracce di sentiero alternate a passaggi esposti ma di scarsa
rilevanza tecnica aggira parte della parete rocciosa e con
qualche saliscendi supera alcuni canalini. In questa sezione di "trasferimento" è il caso di evidenziare un lungo traverso
esposto,in uscita da un canalino,caratterizzato da una
difficoltà superiore alla media fin qui incontrata ed in
particolare l'avvicinamento allo
spigolo
mentre la seconda parte del traverso stesso risulta più
appigliata.
In discesa si giunge alla base di un tratto
verticale,esposto ma ben appigliato ed attrezzato con pioli
uscendone,a sinistra,nuovamente
su cengia erbosa. Da prima in discesa
lungo anche un salto roccioso franoso,poi in salita sul
versante opposto,la cengia porta a superare
inizialmente un anfratto,poi,interrotta da un breve traverso ben
attrezzato,continua
"tagliando" all'interno un canalino
raggiungendo così una bella placca appigliata da superare
stavolta in verticale.
Un breve traverso obliquo
conduce all'inizio di un nuovo lungo tratto sostanzialmente
in quota con fisiologici saliscendi composto da
un'alternanza di passi su zolle erbose,cenge
erbose,gradoni rocciosi
e traversi. Si trascorrono parecchi minuti nella percorrenza
di questa sezione di scarso interesse tecnico,non impegnativa ma a tratti
affannosa se non addirittura noiosa. Si attraversano alcune strettoie
e dopo aver risalito un pendìo
franoso ci si addentra in una suggestiva fessura,con
cautela vista la gran quantità di materiale detritico
presente. Alcune facili roccette
terminano poco più in là presso una comoda cengia panoramica
ottimo punto di sosta.
Lasciata la sosta si traversa brevemente
in direzione di un tratto verticale molto ben
appigliato
ritrovando da subito l'ormai caratteristico sviluppo di
questa Via ossia una nuova lunga traversata che aggira
nuovamente la parete mantenendosi prevalentemente in quota
eccetto scendere qualche metro all'interno di alcuni
canalini franosi per poterli aggirare. Ci si ritrova così a
percorrere alcune cenge erbose,a
superare alcune roccette in discesa ed alcuni esposti
traversi
ed è proprio al termine dell'ultimo di questi traversi che
si giunge al punto chiave di questo lungo percorso.
Come specificato nella segnaletica presente
bisogna scegliere se proseguire attraverso il più facile
percorso
in direzione della cima poi in buona parte su
sentiero o se proseguire in verticale affrontando 4 "salti"
rocciosi di notevole impegno fisico. Le difficoltà che si
incontrano in questi strappi verticali sono nettamente
superiori alla media della Via ed il tratto attrezzato che
si vede dalla segnaletica è solo il primo dei 4. Optando per
la soluzione difficile si parte nettamente in verticale
guadagnando la base di una placca leggermente strapiombante
nella quale la presenza dei pioli non deve ingannare,in
particolare richiede un intenso uso delle braccia il
passaggio di uscita della placca.
Primo "salto" superato e possibilità di sosta. Nelle
immediate vicinanze si trova l'attacco del secondo "salto"
anch'esso verticale
che richiede notevole trazione sul cavo anche se
complessivamente le difficoltà sono lievemente inferiori al
precedente compensando l'assenza di pioli metallici con la
presenza di maggiori appoggi naturali per i piedi.
Si giunge rapidamente su una cengia
dove è possibile scaricare la tensione e recuperare energie
in attesa del terzo "salto",più lungo dei precedenti e più
variegato in quanto inizia con un traverso obliquo esposto e
levigato,aggira
uno spigolo e prosegue nettamente in verticale
con l'ausilio di un piolo. Un breve traverso a sinistra
sposta di qualche metro la linea di salita sempre verticale
e culmina nella parte alta all'interno di un diedro ricco di
pioli
con le braccia che risentono degli sforzi fatti. In uscita
si superano alcune roccette
e ci si dirige verso il quarto "salto" alla cui sommità è
appeso un grande tricolore. Si cammina su arbusti
ed
avvicinandosi alla parete si incrocia una via di fuga
che all'occorrenza può servire anche come Via di accesso
alla cima evitando quest'ultimo tratto. In avvicinamento
al torrione roccioso è evidente lo sviluppo del percorso;
inizialmente si traversa verso destra
per salire poi faticosamente in verticale
verso un camino
finale dal quale si esce su arbusti con il cavo che
finalmente serve solo come scorrimano.
Il raggiungimento della vicina croce di vetta comporta
ancora il superamento di un breve tratto attrezzato non
particolarmente impegnativo
eccetto il primo passaggio leggermente più fisico
ma ormai siamo alla cima -1391mt.
Come anticipato,la scelta della variante "facile" comporta
invece il superamento di alcuni tratti attrezzati che non
comportano particolari difficoltà.
DISCESA Come da segnaletica presente alla cima si
segue la direzione per passo della Cavada
dal quale poi si scende in direzione Lodrino intercettando
la strada mulattiera percorsa parzialmente in salita.
Attenzione all'esposto sentiero erboso in particolare nella
parte alta verso la vetta che risulta essere molto
pericoloso e scivoloso in caso di umidità. CONSIDERAZIONI La nuova Via ferrata presenta uno sviluppo piuttosto lungo in quanto traversa e aggira le pareti rocciose scendendo e risalendo all'interno di anfratti e canalini talvolta anche con passaggini insidiosi. Il percorso così sviluppato risulta,all'interno delle sue 3.00h di percorrenza media, talvolta un pò noioso e stancante. Per quanto riguarda la sezione segnalata come "difficile" merita assolutamente una scelta occulata in quanto le difficoltà sono realmente molto sostenute ed in caso di rinuncia prima della Via di fuga potrebbe essere molto difficoltoso ritornare sui propri passi. Attenzione al fissaggio precario di alcuni pioli metallici. |