Sentiero attrezzato Dino Buzzati segnalato da Gian Michele Gozzi (Bo) - 2005
PERCORSO STRADALE Uno degli angoli più remoti e solitari delle Pale di San Martino è stato raggiunto nel 1977 da questo splendido percorso attrezzato,ideato dalla guida locale Gabriele Franceschini in memoria del celebre scrittore e giornalista Dino Buzzati,scomparso nel 1973,appassionato frequentatore di queste montagne che gli era stato compagno in tante ascensioni.Da Fiera di Primiero si imbocca la S.S.347 verso Passo Cereda-Agordo;la si percorre per pochi chilometri fino ad un tornante a destra sul cui esterno si stacca la strada asfaltata che immette nella Val Canali (indicazioni);la si percorre interamente fino alla località Cant del Gal (1180mt) da dove,passando in una zona di parcheggi e con alcuni alberghi/ristorante,si gira verso sinistra e si imbocca una stradina asfaltata in salita;la si percorre fino ad un punto in cui convergono alcuni stradelli (asfaltati e non):si prosegue dritti per un brevissimo tratto asfaltato in salita (divieto di accesso pochi metri più avanti),parcheggiando la macchina sulla sinistra negli spazi delimitati dalla segnaletica orizzontale (solo 4-5 posti auto;all’occorrenza altri spazi delimitati di parcheggio lungo la strada);complessivamente sono necessari circa 20' da Fiera di Primiero,e ci si trova in un punto facilmente riconoscibile sulle cartine,a quota 1326mt. AVVICINAMENTO Il tratto asfaltato dove si è parcheggiata l’auto prosegue con uno stradello forestale,che si imbocca per giungere in breve,con leggera pendenza,nell’ampia conca prativa dei Prati Fosne (1370mt);qui,confortati da abbondante segnaletica,si imbocca sulla destra un sentiero nel bosco (segnavia n.747) che sale subito con discreta pendenza,fino ad incrociare un’altra strada forestale;la si percorre per alcune centinaia di metri,fino a quando un nuovo cartello segnaletico non invita ad abbandonarla verso destra e ad inerpicarsi nuovamente nel bosco.Si procede faticosamente,alternando tratti di stretti tornanti con lunghi strappi in violenta salita,fino a raggiungere il limitare del bosco,quasi sotto le pareti meridionali del Cimerlo (1900mt-1.40h).Da qui si costeggiano verso destra le rocce,tra mughi e qualche ultimo albero,imboccando un primo ampio e ripido canale ghiaioso che si risale a zig zag fino a piegare verso destra su qualche roccia,raggiungendo una selletta;la si oltrepassa per immettersi in un secondo erto canalone che,attenuando la pendenza verso il suo termine, conduce ad uno spiazzo di ghiaie e massi proprio sotto la paretina ove inizia il percorso attrezzato (2100mt-25'-2.00h). LA FERRATA Il luogo mostra tutto il fascino caratteristico di questa parte delle Pale di San Martino,contornato da una selva di campanili,guglie e pinnacoli dalle forme bizzarre che,talvolta,sembra stentino a mantenersi in equilibrio.Ci si aggancia alla corda metallica e si attacca la paretina,un po’ concava ed appoggiata,in diagonale verso sinistra,fino a raggiungere un pulpito che immette in un caminetto che si risale fino al termine (circa 30mt attrezzati);per facili ghiaie (15mt ca.) si raggiunge il tratto attrezzato successivo.Si percorre una facile cengia che sale verso sinistra,si aggira uno sperone in bella esposizione,quindi si continua a salire verso destra fino ad una forcellina (circa 30mt attrezzati).Si scende qualche metro privo di infissi,quindi per un facile canalino e rocce rotte si guadagna un’altra forcellina, in prossimità di alcuni caratteristici campanili.Nel successivo tratto non attrezzato,si segue una traccia di sentiero (alcuni punti esposti ma facili),si scende in un canale ghiaioso e lo si risale sulla sinistra per una ventina di metri fino ad agganciarsi nuovamente alla fune metallica.Si sale ancora una ventina di metri sulle rocce alla sinistra del canale fino al termine delle ghiaie;abbandonata la corda,si attraversa verso destra il canale e poi si prosegue per ghiaie.Ci si riaggancia all’ultimo lungo tratto di corda metallica (circa 80mt complessivi),e si risale un canale inclinato verso destra che immette in una zona di ghiaie ed in un successivo canale con zolle erbose;ci si trova all’imbocco di uno stretto ed oscuro antro, costituito da due alte e lisce pareti di roccia,sempre bagnate e distanti meno di un metro,sbarrate in alto da un grosso masso:si percorre il camino sul fondo quasi pianeggiante avanzando con fatica per l’attrito sulle pareti,fino a raggiungere una prima scaletta metallica;su esili appoggi ci si alza in spaccata per raggiungere il primo gradino,molto alto da terra,si percorrono più facilmente la prima scala verticale e la seconda inclinata,poste esattamente in mezzo alle due pareti,fino ad un ripiano alla base di un salto dove si trova la breve terza scala,appoggiata sulla parete di destra;per evitare problemi di ingombro dello zaino,conviene risalire sulla ben appigliata paretina a destra per raggiungere la scala a metà della sua lunghezza,e con pochi brevi passi si passa sotto il masso sommitale uscendo così nuovamente alla luce del sole (2360mt-1.15h-3.20h).Quest’ultimo caratteristico tratto del percorso attrezzato può risultare molto faticoso,soprattutto per persone di corporatura particolarmente robusta;conviene disporre di zaini di piccole dimensioni e privi di ingombri esterni (attenzione a bastoncini e macchine fotografiche); soprattutto nel caso di roccia molto bagnata il raggiungimento del primo gradino della scala può risultare problematico, e può richiedere un movimento molto atletico;la luminosità all’interno del camino è molto scarsa,ma comunque sufficiente a non rendere necessario l’uso di una torcia elettrica.Dall’uscita del camino si imbocca il facile sentiero in salita che percorre a zig zag i prati sommitali,fino a raggiungere la Spalla Orientale del Cimerlo (2480mt-20'-3.40h);si volta verso sinistra per prati e facili roccette,quindi si prosegue per alcuni metri traversando sulla destra lungo delle esili rotture su una liscia placca inclinata lungo la quale occorre prestare molta attenzione perché a destra si perde su alti strapiombi;una successiva placca liscia impedisce la prosecuzione ed occorre aggirarla scendendo alcuni metri sulla sinistra e risalendo per ghiaie e roccette ad una forcellina,sul bordo di un catino di sfasciumi e zolle erbose sottostante le due cime di altezza quasi uguale;si attraversa il catino fino alla selletta tra le due cime sul bordo opposto,e senza via obbligata si raggiunge la vetta (2503mt-15'-4.00h). RITORNO Inizia a questo punto il percorso di rientro,raggiungendo nuovamente la Spalla Orientale del Cimerlo per lo stesso percorso di salita (2480-10'-4.00mt).Da qui,agganciando immediatamente la corda metallica,si imbocca in discesa verso sinistra un canale caratterizzato da tratti franosi e roccette un po’ instabili;si giunge quindi in prossimità di un grosso masso incastrato che ostruisce parzialmente il canale: occorre attraversare l’angusto passaggio sotto il masso rimanendo praticamente seduti a terra,quindi si scende per qualche metro sfruttando la parete di destra (orografica) e,per un ultimo diedrino appoggiato,si raggiungono nuovamente le ghiaie del fondo del canalone,dove termina la corda metallica.Per evidenti tracce si attraversa scendendo il canalone,fino a riagganciarsi alla corda metallica sulle rocce di sinistra (orografica);si traversa verso sinistra fino ad una forcellina sulla quale incombe la slanciata forma della Torre Moser,la si oltrepassa e si scende il successivo diedrino;seguono alcune semplici roccette ed una paretina esposta che immette in un tratto di saliscendi su facili tracce;un’ultima paretina ed una facile rampa inclinata,con fondo un po’ friabile, portano su una sella al termine della parte attrezzata del percorso di discesa (2400mt-30'-4.35h).In pochi minuti si risale qualche metro e,percorrendo un aereo ma facile crinale con belle viste sulla Val Cismon,sul versante occidentale del Cimerlo e sulle parti sommitali della Cima della Madonna e del Sass Maor,si giunge sotto la Cima della Stanga,dove il sentiero attrezzato Dino Buzzati termina incrociando il sentiero del Cacciatore (cartelli segnaletici-2420mt-5'-4.40h).Il sentiero del Cacciatore (segnavia n.742) consente di scegliere tra due differenti alternative per il rientro,di impegno pressochè equivalente (anche se la prima soluzione richiede un ulteriore sforzo di un centinaio di metri di dislivello):la prima soluzione prevede di imboccare verso sinistra il sentiero del Cacciatore,risalendo il pendio erboso per ripidi tornanti ed attraversando qualche facile tratto di roccette fino a raggiungere il Passo della Stanga (2530mt-20'-5.00h),pochi metri sotto l’omonima e facilmente raggiungibile cima;da qui,per facile sentiero e ghiaie,si giunge in breve al rifugio del Velo (2358mt-30'-5.30h);da qui si inizia a scendere per il sentiero n.713-721 e,poco dopo,si imbocca la diramazione verso sinistra per il sentiero attrezzato Camillo Depaoli (segnavia n.734),che con alcuni brevi e divertenti tratti attrezzati concentrati all’inizio (attrezzatura da ferrata consigliata) e lunghi traversi sotto le pareti occidentali del Cimerlo,conduce ai Prati Fosne e,in breve,al punto di partenza (1326mt-3.00h-8.30h) mentre la seconda soluzione prevede invece di scendere verso destra lungo il sentiero del Cacciatore,con percorso a lungo attrezzato ed in alcuni punti impegnativo (attrezzatura da ferrata consigliata;almeno un tratto di 10-15 metri in discesa di impegno non inferiore al percorso di salita),fino a raggiungere la località della Portela,alla base dei pendii detritici che sotto le pareti del Sass Maor e dalla Val Pradidali (cartelli segnaletici-1627mt-2.40h-7.20h);si abbandona la naturale prosecuzione del sentiero del Cacciatore verso il Cant del Gal,per girare a destra (segnavia n.719) e,dopo avere attraversato il bianco e caotico letto asciutto di un torrente,ci si immette su un tranquillo stradello forestale che,dopo qualche incrocio ove si procede sempre verso valle ed alcuni tornanti,riporta finalmente al punto di partenza (1326h-1.10h-8.30h). CONSIDERAZIONI Si tratta di un percorso caratterizzato da dislivelli importanti su terreni a tratti molto faticoso (soprattutto fino all’attacco del tratto attrezzato) e con un rientro lungo e non banale, indipendentemente dalla soluzione prescelta;in alcuni tratti il fondo di ghiaie e sfasciumi risulta molto instabile, ed occorre prestare estrema attenzione a non smuovere sassi qualora si proceda in gruppi numerosi od in prossimità di altri escursionisti;nei tratti di arrampicata la roccia è generalmente sufficientemente solida;in alcuni punti (in particolare nel camino terminale) i passaggi sono obbligati e costringono ad avanzare singolarmente per diversi metri,causando perdite di tempo in caso di affollamento.Si tratta comunque di un itinerario non molto frequentato,a causa degli accessi lunghi e faticosi,ma del tutto a torto perché presenta una grande varietà di situazioni escursionistiche e di panorami sulle cime circostanti;nonostante su molte guide venga segnalato come via di discesa per altri itinerari,si consiglia caldamente di percorrerlo in salita sia per le continue sorprese che riserva allo sguardo puntato verso l’alto,sia per la delicatezza di alcuni passaggi se percorsi in discesa.Nell’agosto 2005 le condizioni della attrezzature erano tali da rendere consigliabile un intervento di manutenzione:una decina di chiodi risultavano muoversi con forte oscillazione nella propria sede,un paio di chiodi si erano sfilati dal foro (con conseguente corda metallica molto lasca),un chiodo con anello sottile saldato presentava l’anello aperto e difficilmente avrebbe potuto sopportare un grosso strappo trasmesso dal cavo fissato con un morsetto,il cavo metallico era spesso mal tensionato,con oscillazioni laterali anche di circa un metro su campate di 5-7 metri;il cavo,inoltre,pur non presentando ad un esame visivo punti lesionati in maniera pericolosa,sembrava essere generalmente piuttosto vecchio,presentava molte pieghe permanenti (presumibilmente imputabili a vecchi ancoraggi rimossi),e sulle giunzioni era facile trovare estremità sfilacciate con elevata probabilità di ferirsi le mani.Il percorso,pur risultando sempre estremamente logico ed evidente,è accuratamente segnalato con tracce di vernice (rossa o bianco-rossa) ed ometti di pietre. |