Via Ferrata al Canalone Belasa Moregallo segnalata da Luca Calvi - 2008
Il
Moregallo (1276mt) è la montagna simbolo di Valmadrera,una elevazione
che, a dispetto dell’altitudine modesta,presenta caratteristiche
decisamente alpine,vuoi per la roccia dolomitica,vuoi per i profondi
canaloni incassati tra pareti formate da guglie appuntite,vuoi per il
dislivello,mai inferiore ai mille metri,che attende l’escursionista
intenzionato a gustare i magnifici panorami che offre la sua cima.La
via più diretta per salire alla cima dal centro di Valmadrera (250mt)
è rappresentata dal Canalone Belasa,una via nota solo agli alpinisti
ed ai cacciatori locali fino a un paio d’anni fa, quando la
benemerita OSA di Valmadrera ha deciso di segnalare ed attrezzare
l’itinerario con alcune catene in sei-sette punti,dove cioè il
grado di difficoltà superava il II grado della scala UIAA.Il percorso
viene definito “per escursionisti esperti”,anche se,in effetti,si
tratta di un itinerario attrezzato di carattere più alpinistico che
escursionistico. PERCORSO STRADALE
Dal
centro di Valmadrera (250mt) salire alla frazione Belvedere (290mt)
seguendo le indicazioni per San Tomaso (pochissime possibilità di
parcheggio,meglio lasciare l’auto in uno dei parcheggi del
centro).Seguendo la strada acciottolata,dopo pochi minuti si raggiunge
la Cappelletta della VARS,dove numerosi segnavia indicano il sentiero
che sale verso la sorgente di Sambrosera (715mt),che viene raggiunta
in poco più di un’ora.La sorgente di Sambrosera è il più
importante crocevia dei sentieri del Moregallo ed offre,oltre ad
un’acqua freschissima, un piccolo punto di riposo attrezzato con un
paio di panche.Abbondanti segnavia indicano la direzione da
prendere,sottolineando subito il carattere “per esperti”
dell’itinerario. PERCORSO STRADALE
Seguendo la strada acciottolata,dopo pochi minuti si
raggiunge la Cappelletta della VARS,dove numerosi segnavia
indicano il sentiero che sale verso la sorgente di
Sambrosera (715mt),che viene raggiunta in poco più di
un’ora. La sorgente di Sambrosera è il più importante
crocevia dei sentieri del Moregallo ed offre,oltre ad
un’acqua freschissima, un piccolo punto di riposo attrezzato
con un paio di panche.Abbondanti segnavia indicano la
direzione da prendere,sottolineando subito il carattere “per
esperti” dell’itinerario. LA FERRATA Il Canalone Belasa inizia seguendo in linea diretta l’andamento del canalone stesso per un sentierino poco evidente ma ben segnato a minio,tra arbusti, alberelli e piccole pietraie alternate a tratti di pietrisco o terriccio abbastanza franosi e faticosi.La pendenza costante, sempre sostenuta, permette di guadagnare rapidamente quota e ben presto il fondo diventa roccioso, per quanto alternato a tratte di pietrisco e terriccio,incontrando i primi saltini rocciosi composti da roccette di I° e II° grado UIAA.Con pendenza sempre sostenuta si incontrano anche alcuni salti attrezzati,la cui difficoltà, se percorsi in libera, si aggira attorno al limite superiore del III° grado UIAA,ma che sono stati attrezzati con catene per la progressione.I singoli salti, tuttavia, non sono assolutamente esposti e consentono una progressione tanto “in libera” che facendo trazione sulla catena senza eccessivi patemi d’animo.Il primo saltino,attrezzato con catena,è una placchetta appoggiata decisamente facile,cui segue un altro tratto abbastanza franoso ed alcune boccette, fino ad arrivare al secondo salto attrezzato,una rampetta appoggiata ma decisamente non troppo appigliata che costringe ad un sano gioco di aderenza per evitare di dover salire con la sola forza delle braccia.A questo secondo salto fa seguito un tratto di roccette con difficoltà massime di II grado, piacevole e divertente che permette di guadagnare ulteriormente quota, mentre attorno i panorami spaziano sulle guglie che sembrano fungere da guardiani di questo stupendo canalone,mentre davanti comincia a mostrarsi,ormai al di fuori della vegetazione,la cresta del Moregallo.Dopo un altro tratto di roccette,valutabili di II° grado con alcuni passaggetti un po’ più “pepati”,si raggiunge un terzo salto,invero ben più arduo dei precedenti.Si tratta di una sorta di caminetto lievemente strapiombante ed abbastanza povero di appoggi per i piedi (valutabile al limite inferiore del IV° grado UIAA),per risalire il quale, non volendo ricorrere alla “forza bruta” sulla catena,occorre saper lavorare di aderenza con gli scarponi.Anche in questo caso,comunque,il passaggio è breve e si continua a salire con pendenza costante lungo una bellissima e divertente rampa di II grado che adduce ad un altro saltino attrezzato, anche in questo caso abbastanza povero di appigli ma superabile tanto in libera (III+ circa) che con una breve “trazione” sulla catena.Poco dopo,sulla destra,incontriamo un altro passaggio attrezzato con catena,una sorta di piastrino che,però,permette una salita ben meno faticosa se lo si supera facendo affidamento agli ottimi appoggi ed appigli presenti prima a destra e poi a sinistra della catena che,peraltro,può sempre essere usata per risolvere il passaggio.Siamo nel tratto più incassato del Canalone ed ormai si vede vicina la cresta sommatale,ma,per raggiungere i prati che adducono alla Cresta Ovest,dobbiamo ancora superare due salti attrezzati,comunque più semplici di quelli precedenti (siamo nell’ordine del III° grado UIAA).Il primo salto è una sorta di rampetta con ottimi appoggi per gli scarponi,mentre il secondo,breve salto, è un muretto breve che presenta ottimi buchetti da usare tanto per le mani che per i piedi.Dopo questi ultimi passaggi il canalone termina sui ripidissimi prati sommitali della Cresta Ovest del Moregallo.A destra, subito dopo l’uscita, notiamo una prima traccia orizzontale: è quella che si collega alla nota via alpinistica della Cresta GG OSA sotto il penultimo salto della stessa. Bisogna,invece,salire ancora per una cinquantina di metri su erba ripidissima,fino ad incontrare alcune tracce che permettono di puntare verso il pilastro a destra della forcellina ben visibile dal basso.Un paio di metri sotto le rocce incontriamo un sentiero che taglia a mezza costa i ripidi prati:è il sentiero di Tavoulera,variante al sentiero della Cresta Ovest del Moregallo,che permette di scendere verso sinistra (Ovest) alla Bocchetta di Moregge senza dover affrontare la cresta attrezzata.Seguendolo verso destra, dopo pochi metri, raggiungiamo la parte finale del sentiero attrezzato della Cresta Ovest,che in pochi minuti, assistito da catene,ci deposita sulla panoramica e alberata cima del Moregallo,abbellita da una Madonnina e da una Croce e dove si può sostare a gustare un panorama vastissimo e che dà all’escursionista la stessa sensazione di una grande salita dolomitica. DISCESA
Per
la discesa la scelta è ampia. In ogni caso si dovrà calcolare una
tempistica che va dall’ora e mezzo alle due ore per tornare
all’automobile.
1-Sentiero
attrezzato della Cresta Ovest: segue fedelmente, attrezzato nei punti
più esposti e pericolosi,la cresta che, in una mezz’ora, porta alla
Bocchetta di Moregge,da dove, in poco tempo tempo, si scende in
direzione Sud alla fonte di Sambrosera e poi all’automobile;
2-In
alternativa, disceso il primo salto di rocce della Cresta Ovest
(chiamato localmente “Il Gioch”),si può seguire il Sentée di
Tavoulera che corre parallelo alla Cresta e non presenta alcuna
difficoltà fino alla Bocchetta di Moregge;
3-Scendendo
in direzione Est, dopo una decina di minuti si arriva alla Bocchetta
di Sambrosera, da dove un sentiero ripido, ma ben segnato,porta alla
sorgente di Sambrosera passando vicino all’attacco della Cresta GG
OSA e vicino ad una serie di torrioni e pinnacoli che fanno pensare
alla sorella maggiore Grignetta;
4-Continuando
a scendere il direzione Est,dopo la Bocchetta di Sambrosera,scendere
ulteriormente alla Bocchetta di Preguda,dove inizia il Sentiero Paolo
ed Eliana che,ripidamente ma con viste magnifiche,porta in linea
diretta, passando per la Forcellina,alla Cappelletta della Vars ed a
Valmadrera;
5-Continuando
a scendere in direzione Est,dopo aver passato la Bocchetta di Preguda,scendere
ancora fino al Sasso di Preguda ed alla Cappelletta di S. Isidoro,
vero balcone sul Lago di Lecco,famosa per essere stata il punto di
ispirazione dell’Abate Stoppani. Da qui prendere il panoramicissimo
sentiero Elvezio che,attrezzato in due punti, taglia a mezza costa il
versante Est del Moregallo e porta alla Forcellina,da dove si può
scendere a Valmadrera lungo la parte finale del sentiero Paolo ed
Eliana oppure proseguire fino a Sambrosera e da lì tornare al centro
per il sentiero percorso all’andata. CONSIDERAZIONI
Il
Canalone Belasa andrebbe considerato come un percorso alpinistico
attrezzato: per quanto i tratti attrezzati siano pochi,sono
assolutamente necessari piede fermo,capacità di muoversi su terreno
ripido e franoso con ghiaino, ciotoli, massi ed erba e,soprattutto,la
tranquillità nel superare in libera passi fino al II° grado UIAA in
roccia.A favore possiamo far notare che l’esposizione non è mai
eccessiva se non nel superamento del pendio erboso sommitale.
Decisamente da sconsigliare ai neofiti,così come da non consigliare a
chi intende percorrere un itinerario continuamente assistito dal
cordone ombelicale delle attrezzature.Per chi,invece,prova piacere a
percorrere itinerari che presentano un’ampia gamma di
“situazioni” alpinistiche,il Canalone Belasa risulterà
senz’altro un vero godimento. |