Il fenomeno è fisico, ma le scelte al riguardo sono per forza politiche. Andare sulla luna fu un fatto fisico che richiese grande sforzo di applicazione scientifica; ma decidere di farlo (metterci le risorse necessarie) fu scelta politica: servì, allora, per affermare una supremazia sparando un missile a testata umana e propellente tradizionale fuori dall’ atmosfera, piuttosto che uno a testata atomica dentro l’ atmosfera.
Con le ovvie differenze, chiudere il centro storico di una città è salutare per le persone e per gli edifici (un fatto fisico e sanitario); farlo è, tuttavia, una scelta politica: in questo caso, la mediazione tra le esigenze e i desiderata di ciascun gruppo che ha qualche interesse nella cosa, fosse anche solo passeggiare in tranquillità.
Non si può, quindi, evitare di contaminarsi con la politica perché è quella che s’ incarica (almeno nelle sue più nobili intenzioni) di governare e mediare per giungere ad una soluzione. Certo, si può evitare di prendere a pretesto la questione per finire, come sempre, a fare il tifo più che a ragionare.
Chi stigmatizza la figura della Greta, è vero, colpisce lei spesso per non parlare del problema. Ma non è che chi la santifica sia diverso: siccome è santa quel che dice è vangelo e, così, ancora una volta si nasconde il problema.
La cara Carola non salva i migranti. Certo, raccogliendoli impedisce che anneghino perché è un fatto acclarato che ora i trafficanti li portino a metà strada e li lascino in balia delle onde, quindi a forte rischio di morte. Ma lei fa politica, giacché non passa di là per caso come potrebbe darsi nel caso di un nostro pescherecci che si trova fuori a pescare e se li trova davanti.
No: lei (e altri) incrocia con la sua barchetta lì dove sa che avviene l‘abbandono per raccoglierli, senza che nessuno le abbia dato mandato per questo. Poi non li porta in un posto qualsiasi (esempio: casa sua, in Germania). No: li porta qui. Sempre. Con le conseguenza che ben sappiamo su opinione pubblica e casse dello stato.
Se la nostra è così socialmente impegnata, al punto di lasciare tutto e dedicarsi a questioni come questa che la politica interessano, non può far finta di non sapere che quel che fa sono atti che hanno un risvolto politico. Se non lo sa è stupida. Se lo sa e tace, mente e vien voglia di capire a chi vuole portare acqua (o chi è che la strumentalizza per portare acqua da qualche parte).
Tutto tanto per dire che se si vuole evitare che la politica entri nei discorsi che riguardano le scelte di una comunità, l’ unica è non parlare più di quasi nulla.
A proposito dell’ ignoranza, be’ è frustrante, ovvio, sapere che una qualche questione che riguarda tutti richiederebbe di formarsi ciascuno un’ opinione, in modo da concorrere con cognizione di causa a prendere una decisione. Purtroppo, ciò è assai difficile per limiti anzitutto di formazione scolastica (c’ chi è chimico, chi elettrotecnico, chi architetto, chi sarto o imbianchino, chi normale passante, ecc.).
Poi per oggettivi limiti di tempo: se voglio imparare a cucire un orlo ai pantaloni mi ci dovrò ben dedicare, no? No è che fino a ieri servivo caffè e oggi mi faccio sarto solo perché ho deciso così. Ma in fin dei conti, questa è la ragione per cui per ogni attività servono i rispettivi competenti dei quali dobbiamo fidarci e dar mandato perché se ne occupino per tutti e operino nel migliore e onesto modo possibile (forse a qualcuno ora fischieranno le orecchie