Per chi, come me, cerca spesso l'isolamento in Montagna per meglio vivere l'ambiente naturale e per fare i conti con i propri pensieri in modo più intimo e profondo, il gruppo del Catinaccio, benchè in settembre, non rappresenta certamente il terreno ideale.
Tuttavia, anche in questa zona iper-gettonata si possono trovare percorsi poco o nulla frequentati ma molto belli e interessanti.
Basta uscire dalle rotte battute, liberare la fantasia e aver voglia di far fatica.
Questo itinerario consente di fare il giro del Larsech per buona parte in completa solitudine, ammirarne le pareti più nascoste, calcare una panoramica e poco frequentata cima (Cima Scalieret, la più alta del sottogruppo), percorrere un interessante crinale e raggiungere diverse forcelle.
Con l'aggiunta della salita di un divertente sentiero attrezzato.
Non male come programma, no?
Partenza dal rifugio Gardeccia, raggiungibile dal fondovalle in diversi modi. Quello scelto da me e da altri canuti "colleghi lanternini" è attraverso un servizio navetta che, in modo comodo e a un costo ragionevole, preleva da Pozza di Fassa e deposita quasi davanti alla porta del rifugio.
Saluto i temporanei compagni di viaggio, diretti, bontà loro, in sala da pranzo, e mi avvio solitario verso il sentiero attrezzato delle Scalette.
Evidentemente le nostre aspettative per la giornata sono decisamente diverse
L'avevo già percorso oramai molti anni fa, il sentiero delle Scalette, e anche il mio "io" di allora, assai più giovane del mio "io" di oggi, per quel giorno aveva ben altre aspettative.
Ma il tempo passa senza guardare in faccia a nessuno, e ciò che possiamo permetterci di fare cambia con lo "stoppino" che diventa sempre più corto
E' il ciclo naturale della Vita e giocoforza bisogna accettarlo e adattarsi.
Ragion per cui sarebbe opportuno pensare alla prostata propria e considerare che, insciallah, prima o poi là ci arriveremo tutti.
Avevo con me un genere di attrezzatura assai vario, ed ero salito completamente slegato e in totale tranquillità.
Oggi ho solo il caschetto, ma, arrivato all'imbocco del canalone, mi accorgo che qualcosa è cambiato. Il sentiero sale alla parete, ove è stata realizzata una variante ferrata, a mio parere per sostituire il passaggio sulle instabili ghiaie che approcciano il canalone e risparmiare la continua manutenzione di questo tratto soggetto a frequenti frane.
La variante, ovviamente a me del tutto nuova, non è difficile tecnicamente ma è piuttosto esposta, pertanto consiglio di portarsi l'attrezzatura da ferrata e di usarla.
Difatti, fra tutti i percorritori che mi sarà dato di incontrare fino al Passo delle Scalette, sarò l'unico a salire "in libera".
A parte il tratto nuovo, il resto era proprio come lo ricordavo.
Qualche breve pezzo attrezzato, tratti su sentiero e bonarie paretine appoggiate con passaggi non assicurati di I grado su roccia fantastica. Insomma, tutto molto divertente.
Buffo vedere i pochi percorritori, quasi tutti di lingua germanica, incartarsi su quei passaggetti privi di cavo indecisi sul da farsi.
Eh, la sicurezza psicologica del "cordone ombelicale"...
Arrivo alla Forcella delle Scalette con i muscoli caldi e la mente oramai depurata dai pensieri cittadini.
Ora, invece di proseguire col "così fan tutti" verso il Passo di Laussa, dovrei prendere una traccia verso sinistra che dovrebbe inoltrarsi all'interno del Larsech.
Uso il condizionale, perchè questo sentiero non è segnato e su certe carte non è nemmeno riportato, quindi forse nemmeno esiste
Grazie a un altro escursionista, che voleva informazioni su alcune ferrate della zona, mi distraggo quanto basta per scendere fino al Lago Secco senza notare alcuna traccia nella direzione da me cercata.
E adesso?
Procedo a naso, seguendo il bordo del "lago" fino a raggiungere il suo immissario (secco pure lui). Il torrente si è scavato, con infinita pazienza, un bel canale nella roccia. Inizio a risalirlo arrampicando i salti di roccia, cercando la via migliore sulle placche appoggiate e lisciate dall'acqua.
Una divertente arrampicata di aderenza, cercando di raggiungere il pianoro che suppongo debba trovarsi più sopra.
Arrivo fuori dal canale, ed eccolo qua, il pianoro!
E laggiù c'è anche la traccia che sale lungo il ghiaione e che dovrebbe portare al Passo delle Pope.
Ma allora esiste!
Inutile dire che questo luogo, totalmente deserto, emana un fascino e una tranquillità totali. Può anche venire un senso di oppressione, però.
Perchè qui ci si sente piccoli piccoli, insignificanti grani di polvere al cospetto della grandiosità della Montagna.
E'anche così che la Montagna ci insegna l'Umiltà. Si tratta di recepire il Suo messaggio e farlo nostro, capendo che le nostre "grandi" imprese spesso sono tali solo ai nostri occhi.