Carissimi,
qualche piccola riflessione, forse inutile.
Nel XXI secolo, grazie ai mezzi di informazione di massa (che io preferisco definire mezzi di distrazione di massa), l'accesso al sapere è ben maggiore che nei decenni precedenti. Questo è un bene.
Purtroppo, la capacità di fruire di tale sapere non è aumentata di pari passo. E questo è un male.
Da svariate settimane, e ormai da alcune stagioni, notiamo che il tempo ce la mette tutta per rompere le scatole, offrendo stagioni "strane" (tanto per usare un garbato eufemismo).
Nel contempo, è ormai a livello parossistico la moda delle previsioni del tempo, delle stazioni meteorologiche fai-da-te, delle analisi dei modelli matematici per la previsione e bla bla bla...
Risultato: la gente non si muove da casa perché non ha la certezza di trovare la "giornata ideale". In quella stessa casa, spesso, si trova ad osservare, con malcelato rammarico, giornate, se non meravigliose, comunque buone e che avrebbero potuto sfruttare altrimenti.
Quante volte, da ragazzi, con qualche leggera pioggerellina, ci si metteva addosso un k-way o qualcosa di simile, tirando dritto, perché c'era comunque la speranza che sarebbe migliorato... A volte ci è andata bene... Altre, invece, siamo tornati a casa con le pive nel sacco e fradici come pulcini. Ma allegri, dopo una giornata nella natura.
Adesso no... Abbiamo zaini pieni di k-way, mantelle antipioggia ipertecniche progettate per il Cho-Oyu in invernale, pile e wind stopper, tutto... E cosa succede? Alle prime due gocce... ZAC!!! Rientro immediato.
Ora, io non voglio perorare la causa delle camminate col maltempo. Soprattutto non la causa dei sentieri o dei percorsi difficili col maltempo, questo è chiaro... Però ricordare che la natura è bella anche con una leggera pioggerellina, con nebbie autunnali, con una nevicatina invernale... Con un acquazzone primaverile... Quello sì!!!
Se la giornata è tale da non farvi sentire sicuri e salire a fare una bella via, una ferrata, un bel sentiero in cresta, magari una sana passeggiata nel bosco fino ad un bel rifugio noto per le specialità gastronomiche, magari, potrebbe aiutare, no? Uno si sporca gli scarponi, si bagna la mantellina, però mangia bene e si passa la giornata, allegro e felice...
Invece no. Se il tempo non è perfetto la gente non vuol saperne di muoversi.
E ci si mettono anche i meteorologi... Che non capiscono che, a furia di fare previsioni terroristiche (rovesci, temporali, alluvioni, maremoti) che ben difficilmente s'avverano, non fanno altro che sfavorire il turismo. Sì, scusate la lamentela, ma il turismo, che fa parte del terziario, è una voce molto importante nell'economia italica ed anche il turismo montano fa la sua parte. I rifugi non vivono di vita propria: se non vengono frequentati, muoiono, come i bar ed i ristoranti. L''estate scorsa, fino ad agosto praticamente ogni week end è stato funestato dal tempo e dalle Cassandre che invitavano a stare solo a casa. L'inverno non ha visto neve... Questa primavera sembra inverno...
Cosa possiamo fare? Andare in c... al maltempo ed ai meteorologi!! Se il tempo non è al massimo, invece di una ferrata ed una cresta, una sana escursione per sentieri più "bassi", una bella mangiata e a fanculo il mondo... Riscoprire le famose passeggiate nel bosco o lungo i pascoli, a rivedere i resti dei tempi andati, itinerari etnoculturali e storici...La montagna offre tanto per tutte le stagioni.
Dobbiamo però toglierci la pigrizia e continuare a frequentarla in tutti i suoi aspetti, non solo quando possiamo farci fare una foto attaccati ad una corda o ad un cavo...
Sarà un modo per assecondare il nostro desiderio di montagna e di risponder nel nostro piccolo, alla crisi, facendo tornare a girare l'economia montana.
Anche perché, scusate, ma non può piovere per sempre!!!
Buone montagne a tutti.