da Sergio da Gemona » 10/02/2018, 12:20
Non possiamo buttarla in caciara ogni volta!
Un pizzico di invidia ce l’ho.
Antipasto, primo, secondo, dolce, caffè, ammazzacaffè, in questi ultimi mesi mi hanno fatto assomigliare più ad un buco nero che ad altro.
Non avrò il tempo di visitare il Nepal ma nulla è perso. Se parto dal presupposto che la massa è uguale a energia, al ritmo di un panettone al giorno fino ad esaurimento dell scorte di magazzino, presto sarò in grado di curvare lo spazio. E’ uno degli effetti della relatività, dunque confido che presto, uscendo di casa non vedrò più il Chiampon ma il Mustang.
“Se Maometto non va alla montagna , la montagna va da Maometto: é tutta questione di massa”. Così recita un detto popolare.
Già, la saggezza popolare aveva ampiamente anticipato la possibilità che la massa incurvasse lo spazio tempo.
Poi mi sono immaginato mentre risalgo un sentiero, con un tizio alle mie spalle che porta il mio fardello e sorride ogni volta che mi giro.
Ecco, “mi fa strano”. E’ un po’ come se andassi com mia moglie in un locale per scambisti e non la scambiassi con nessuna, “mi farebbe strano”, e anche a lei. Non so se mi sono spiegato.
Poi ho pensato alla morte di Fedipos RIP. “Dell’arco invero il nome è vita l’opera è morte”, questo e poco altro rimane di uno che in fatto di spiegazioni era peggio di me. Arco e vita si pronunciano entrambi bios, l’ambivalenza simbolica si contrappone all’equivalente, è un tema ricorrente. Il Sherpa sa bene che nel mondo non c’è nulla di armonioso, ma è tutto un gigantesco campo di battaglia dove si scontrano forze più o meno equivalenti e contrapposte, guai se prevalesse l’una o l’altra.
Io ho nostalgia di Fedipos, ha sfanculato tutto e tutti e quando non gli è rimasto più nessuno da sfanculare è morto, RIP.
A proposito di ambivalenza. Nello zaino, di solito, ci metto la mia coscienza, un paio di birre e qualche panino con il salame. Questo fardello posso portarlo solo io, è impensabile che se ne faccia carico qualcun altro.
Più mi elevo e minore sarà il fardello che porto, di solito è perché mi fermo a mangiare. Dunque non mi elevo rispetto a qualcuno ma a qualcosa.
A questo punto si pone una questione assai delicata: quanti panini porto? Dipende tutto dal peso della coscienza, perché, detta alla Dokkodo, l’intensità della percezione dello stimolo è funzione logaritmica della sua intensità fisica e cioè dp = kdS/S. Questa equazione differenziale dice semplicemente che più pesa la nostra coscienza più panini possiamo mettere nello zaino prima di accorgerci che pesa di più.
Ne consegue che stabilire quanti panini portare è il classico caso in cui bisogna agire secondo coscienza.
Detto questo, arriverà il momento in cui giungerò nel punto più alto, dove la cima si confonde con l’abisso e da lì potrò guardare il fondo di ogni cosa, allora guarderò giù, verso me stesso.
Ecco mi aspettavo qualcosa del genere, soprattutto dal Sherpa, ma se volete tenere tutto per voi non vi biasimo.
Se siete giunti fino qua, non interrogatevi solo su quale disturbo mi affligga.
Bene, vado a prepararmi, oggi è sabato.