Mi prendo la libertà di aggiungere una mia piccola appendice pippon-fotografica
a questo bel report di Campioncino, certo che il buon Camp non se ne avrà a male.
Non potevo certo far passare il 2017, caro Camp, senza andare a salutare il "nostro" crinale in veste invernale.
E così, fra i miei vari impegni montani (c'è chi c'ha gli impegni "mondani"... ma io preferisco quelli "montani"
) ho volentieri inserito il "solito" giro Cavone-Punta Sofia-Cornaccio-Cupolino-Cavone.
Uscita che si è concretizzata il 29 dicembre dopo un'abbondante nevicata (obbligo di catene per la salita al Cavone) in una giornata dal meteo splendido e con totale assenza di tracce lungo tutto il percorso.
Con me Cuppo "il Sumàr", amico di lunga data e compagno di tante battaglie
Qualche foto della giornata:
- Il vallone nascosto. Oggi no-no-no
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No-no-no
Mi piacerebbe passare per il "vallone nascosto", ma decido di evitarlo. No-no-no, oggi è troppo esposto a scariche dai pendii sovrastanti.
Risalirò il pendio a sinistra (salendo) del vallone per sbucare poco sotto l'arrivo del rifugio "Le Rocce". Comunque una bella salita su una cimetta secondaria senza nome.
Questo tipo di valutazioni, in ambiente invernale sono fondamentali per divertirsi senza rischiar la buccia oltre il dovuto.
- E' tempo di ramponi
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E' tempo di ramponi
La paretina sotto alla croce di vetta di Punta Sofia è tutta ghiacciata. Ora è tempo di appendere le racchette allo zaino e indossare i ramponi.
Li terrò per tutto il giro fino al rifugio Scaffaiolo, dove passerò nuovamente alle racchette per la discesa al Cavone.
- L'Hillary Step de noaltri. Cuppo o Dokko ?
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Hillary Step
In discesa da Punta Giorgina (la seconda cima del Corno alle Scale) verso il Passo dello Strofinatoio, c'è un saltino roccioso denominato scherzosamente l'Hillary Step de noaltri. Bello ghiacciato com'è oggi, è proprio divertente.
Nella foto, il Cuppo in azione (o invece si tratta del dokkodo? Mah...
)
- La cresta del Cupolino fra Emilia e Toscana
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La cresta
Crestina finale del Cupolino, oggi in condizioni spettacolari. Pochi ma intensi metri stretti fra il pendio ripido emiliano e le cornici toscane.
- La vetta inviolata
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La vetta "inviolata"
La cima del Cupolino è tutta per noi e nessuno è ancora passato dall'ultima nevicata nè a far traccia nè a ripulir la croce. E' come se fosse una vetta "inviolata".
Si vede che da queste parti quando nevica c'è spesso anche il vento ?
Considerazione finale: Meteomont dava rischio di grado 3 (MARCATO) su tutti i versanti per via dell'abbondante strato di neve fresca depositatosi su neve già consolidata o lastre ghiacciate.
Quindi, che fare ?
E' proprio in queste situazioni che l'esperienza, la conoscenza dei luoghi, delle proprie capacità e dei propri limiti, giocano un ruolo fondamentale per la buona riuscita di una escursione.
Io vedo la Montagna come spazio di rispetto e di libertà, ma soprattutto di responsabilità. Responsabilità che si deve prendere chi la frequenta nei confronti di sè stesso e degli altri, rifuggendo da pericolosi autoinganni o futili espressioni esibizioniste.
Chiamiamola "esperienza", "buon senso", "occhio", "fiuto" o in mille altri modi, è questa sintonia con l'ambiente che ti fa passare dove è opportuno passare e ti fa stare alla larga da dove è meglio non passare.
E' ciò che ti fa vivere una giornata con gli occhi aperti e il cervello acceso dal primo all'ultimo passo, ma con la tranquillità della piena consapevolezza di quel che stai facendo.
Il problema ?
Che, a differenza di molte altre cose (utili, per carità, ma tutt'altro che indispensabili) non la si compra da uno scaffale nè la si può cucire sulla giacca.
Un saluto e buon 2018 a tutti,
dokkodo