Lunedì 9 ottobre approfittando delle ottime condizioni meteo e della rara disponibilità del mitico Venturino d. B. con altri tre compari triestini siamo saliti sulla cima della Busazza nel gruppo del Civetta.
Con il Pick-up del Ventura siamo saliti fino alla teleferica di servizio al Rif. Torrani sopra alla casera della Grava evitando la parte più noiosa e un po' di dislivello.
Da qui partiamo verso forcella delle Sasse......
.... che raggiungiamo dopo poco più di un'ora di ripida salita.
Non ricordo più quante volte ho valicato questa forcella, sicuramente tante, ma il van delle Sasse riesce sempre a stupirmi per la sua bellezza, per la sua vastità, per le strane formazioni rocciose levigate per i suoi prati oggi ormai ingialliti dall'autunno e per la maestosità delle cime che lo contornano.
Velocemente siamo giù dalla forcella e dopo aver superato i cartelli che indicano la ferrata Tissi.
In corrispondenza di un lungo mammellone roccioso
Abbandoniamo il sentiero ci dirigiamo liberamente verso la base della Busazza, cercando di non scendere troppo di quota.
Attraversiamo affascinanti placche rocciose.
e puntiamo verso l'accenno di ghiaione che intravvediamo alla base della Busazza
Abbandoniamo definitivamente il van e ora per traccia ben marcata risaliamo il ghiaione.
Proseguendo ci si apre la vista sul castello della Busazza.....
.....puntiamo dritto verso il suo basamento....
..... e poche decine di metri prima di raggiungerne le rocce deviamo a destra sempre su ripido ghiaione.
Seguiamo la banca rocciosa fino alla sua fine.
Risaliamo un ripido ghiaione terroso fino alla base di un canalino.
Che risaliamo facilmente
Il canalino ci porta al piccolo ghiaione che si trova alla base del punto chiave della via da dove secondo la relazione partono tre canaloni paralleli tutti sfruttabili per la salita
Scegliamo il primo, anche convinti dal grande ometto che troviamo alla sua base e in divertente arrampicata con passaggi di II su roccia decente all'inizio e un po' marce verso la fine sbrighiamo velocemente la faccenda.
Dopo aver risalito un breve tratto di ghiaia terrosa traversiamo salendo verso destra per divertenti roccette
Fino a guadagnare uno spallone roccioso, dove troviamo uno dei rari ometti che ci indicano che siamo sulla corretta via.
Dallo spallone roccioso ci dirigiamo per ghiaie alla base di una paretina che aggiriamo a destra per sbucare su ripido ghiaione, dietro di noi il castello e il castelletto della Busazza
Risaliamo il ghiaione fino a delle roccette che superiamo liberamente chi cercando la via più facile e chi dritto per dritto.
Il panorama ora si apre sul profilo della Piccola Civetta, Civetta, Cima Paolina Cima de Toni e, di fronte a noi Cima Tomè dove alle sua base parte la ferrata Tissi.
Finite le roccette ancora per ghiaie questa volta sulla sinistra ci incamminiamo verso il bordo della Busazza che precipita strapiombante nella valle dei Cantoni di Pelsa (per la cima bisogna deviare verso destra ben prima di raggiungere il bordo).
La vista è a dir poco spettacolare
Vedere Torre Venezia così in basso fa davvero impressione
La cima è ormai vicina rimane da superare un gruppo di roccette, le possibilità di salita sono diverse, si può guadagnare la cresta di sinistra, aggirare le roccette verso destra dirigendosi verso l'anticima o aggredire uno dei tanti canalini e salire diritti.
In ogni modo si arriva sull'ampio pendio di ghiaie che ci porta in cima.
Io giro largo a destra cercando traccia di ometti che non troverò i miei compagni salgono dritti e guadagnano la cima
Il panorama si apre ancora di più
Il nevaio dove sbuca la ferrata Tissi e in alto a sinistra si distingue la staccionata del Rif. Torrani.
Dalla cima torre Trieste è ben visibile sotto di noi.
Il gruppo della Moiazza che ci ha accompagnato per tutto il tempo.
Rimaniamo in cima per un ora abbondante, il posto è meraviglioso, il tempo regge, il mangiare e il bere non mancano.
Autoscatto di rito e poi giù per la stessa via di salita.
Ringrazio Andrea, Luca, Stefano e Venturino per aver condiviso con me questa splendida uscita, in un ambiente selvaggio e maestoso come pochi altri.
Anche se ho postato in Escursionismo e Trekking classificherei quest'uscita al limite tra EESticazzi/EEAlpinoni.
Gli ometti sono rari ma nei punti giusti, la salita a parte l'attraversamento del van è sempre bella ripida e ci sono diversi punti in cui il margine di errore è uguale a zero!
Essendo esposta a sud e non essendoci possibilità di rifornimento d'acqua, se non di fusione fin quando c'è neve, secondo me il periodo migliore per questa salita è inizio o fine stagione.