Fine luglio. Siamo sparpagliati sulle Dolomiti. Chi sul Brenta, chi sulle Pale, chi al mare... (questo non c'entra...).
Fa caldo, sfiancante... viste le poco rassicuranti previsioni meteo per il pomeriggio ed in previsione di una prossima uscita discretamente impegnativa mi limito ad un giro contenuto, senza troppo dislivello, magari all'ombra. Mi sento col Sergej e su sua proposta decidiamo per il Viaz de l'Oliana sugli Spiz di Mezzodì con il piccolo ma grandissimo Andrea.
Oltre alle diverse cime dal carattere più o meno alpinistico, il gruppo degli Spiz è traversato sul lato nord-ovest da due storici viaz. Uno superiore - viaz del Gonela - più lungo e soprattutto più tosto ed uno più breve e meno impegnativo che corre parallelo collegando i prati della Pala dei Larès Bassa a quelli di Sòra ‘l Sass. E' dedicato alla memoria di Oliana Lazzaris che lo percorreva quotidianamente per portare vivande ai carbonai.
Può essere percorso in entrambi i sensi ma preferiamo imboccarlo da ovest perchè ne avevo già individuato l'approccio anni fa, alcuni fastidiosi risalti li avremmo trovati in salita e poi per chiuderlo al rifugio Angelini con una giusta birra.
Seppur breve e senza particolare impegno tecnico il viaz presenta tutte le caratteristiche della zona degli Spiz. Roccia a tratti precaria, cornici e passi ricoperti di ghiaie, esposizione a volte diretta.
Dal Pian de la Fopa ci avviamo sul sentiero che porta al bivacco Carnielli e salendo si individua bene la linea percorsa dal viaz, almeno per la prima parte
Becco subito l'inizio del viaz, quello che non esiste è lo stacco dal sentiero ma ravanando per qualche decina di metri tra sassi e mughi puntiamo al passo del gatto iniziale ed il grosso ometto oltre la volta
Oltre il passo del gatto, che obbliga alcuni metri a carponi visto che la traversata esterna è esposta, sporca e marcia da far schifo, si fa un assaggio del viaz
Svoltiamo ed entriamo nel canalone di Mezzo che si traversa con le recchie dritte costantemente sulle ghiaie ed iniziale ricerca della giusta direzione
Sul lato opposto del canalone si traversa in esposizione ed attenzione
Segue un bel tratto che, seppur sporco, consente una progressione un pò più tranquilla
Qualche paretina, mughi, ghiaie, passi più o meno esposti ma nel complesso un tratto discreto e spettacolare
Ci portiamo sotto l'unico vero tratto tecnico del viaz. La traccia si interrompe tra il torrione a sinistra e la umida parete a destra. Unica via e salire il camino al centro inizialmente sul I+ per uscire in opposizione con un passo di II+.
Dalle scarne relazioni leggevo che la calata oltre l'intaglio si doveva svolgere ripida ma diretta... una volta forse... magari uno smottamento, una piccola frana... ma questo è quello che ci è apparso sotto l'intaglio (dopo averlo raggiunto con una variante che ormai è diventata l'unica opzione): salto verticale con parete bagnata a sinistra e roccia marcia ed improponibile a destra.
Non c'è modo di attrezzare una doppia. Dall'intaglio a sinistra in alto si devia a destra e ci si cala tra qualche mugo iniziale, alcune rocce e due brevi rampe sporche sino alla base del salto.
Si entra nel canalone nord che si traversa sul fondo tra la colata di sassi
Al centro del canalone nord
L'intaglio disceso e la prosecuzione del viaz
Lo spuntone che obbliga il superamento dell'intaglio
Un ultimo sguardo alla seconda parte del viaz sul lato opposto del canalone nord dopo aver traversato per un ultimo tratto su ghiaie e detriti, mughi e qualche risalto fastidioso
Siamo in vista del rifugio, dei verdi rilassanti e della birra...
Dopo una breve discesa nel bosco su labile traccia ci raccordiamo al sentiero CAI che arriva dalla breve ferratina e porta al vicino rifugio. Un plauso al grande Andrea.
Dal rifugio torniamo indietro, stavolta più bassi del viaz. Quattro salti sulla breve ferratina e ci riportiamo al Pian de la Fopa.
Dal parcheggio un ultimo sguardo verso il viaz
Per chi è abituato ai terreni precari, ad una discreta esposizione e abbia comunque passo sicuro come confidenza per percorsi del genere, magari il viaz de l'Oliana potrà non presentare impegni particolari. Ma l'ambiente è spettacolare quanto delicato e va sempre ricordato che (come dice sempre chi ne sa di montagna) il I,II di merda richiede sempre recchie molto ben dritte, poche ciacole e tanta esperienza.